Microsoft ha imposto, per ora, l’utilizzo del TPM 2.0 a chi vuole utilizzare Windows 11
Abbiamo visto pochi giorni fa la presentazione di Windows 11, il nuovo sistema operativo di casa Microsoft. Interfaccia grafica migliorata, prestazioni da urlo e compatibilità con le applicazioni Android rendono questo nuovo OS molto più interessante di quanto si pensasse.
Dal 28 giugno è disponibile la primissima versione a chi fa parte del programma Windows Insider come sviluppatori ed è già una versione molto differente da quella leakata tempo fa (che di nuovo aveva solo qualche chicca grafica). Molti utenti però non potranno installare il nuovo sistema operativo sul proprio computer, perché?
I requisiti minimi di Windows 11
Molti utenti PC hanno dei computer decisamente prestanti con processori, scheda grafica e RAM decisamente all’avanguardia. Tuttavia, non è la potenza nuda e cruda che Microsoft chiede ai propri user.
I requisiti hardware minimi di Windows 11, infatti, sono (per ora):
- Processore da almeno 1 gigahertz con 2 o più core
- Sistema a 64 bit
- RAM da almeno 4GB
- Almeno 64GB di archiviazione di massa disponibile
- Firmware del sistema UEFI
- Scheda video compatibile con DirectX 12+ o successive con driver WDDM 2.0
- Schermo almeno HD (1280×720) minimo 9 pollici (non desktop)
- Connessione a internet con account Microsoft
Che cos’è il TPM
Abbiamo visto come i requisiti minimi non siano veramente “restrittivi” ma manca un particolare: il TPM 2.0. La sigla TPM identifica la tecnologia Trusted Platform Module, un chip che si occupa di valutare l’hardware in termini di sicurezza delle comunicazioni tra i componenti. È ormai presente nella maggior parte delle schede madri moderne e, negli ultimi anni, anche all’interno delle CPU stesse.
Questo chip conserva tutte le chiavi crittografate del sistema ed esclude eventuali manomissioni dall’esterno. Windows 11 richiede la sua ultima versione cosa che però non tutti i PC hanno oltre ad avere una limitazione sulle versioni dei processori. Inizialmente, infatti, l’azienda americana aveva specificato che il proprio OS sarebbe stato compatibile anche con il TPM 1.2 in una maniera “meno sicura”, cosa che però ha eliminato poco tempo dopo.
Il limite sui processori
Oltre al blocco del TMP, molti dei processori moderni comunque non saranno compatibili con il nuovo sistema operativo di Microsoft. Ad oggi, infatti, sono compatibili solamente:
- CPU Intel: processori Intel Core di ottava generazione (Coffee Lake) e successive, cpu Xeon Skylake-SP e seguenti;
- CPU AMD: Ryzen 2000 o superiori, Ryzen Threadripper 2000 o superiori, EPYC di seconda generazione e successivi.
- Qualcomm: Snapdragon 850, 7c, 8c, 8cx, 8cx Gen2 e Microsoft SQ1 e SQ2
Per poter verificare se il vostro computer è compatibile o meno basta utilizzare il software ufficiale di Microsoft oppure un programma di terze parti come WhyNotWindows11 che, eventualmente, specifica ogni singolo componente da aggiornare.
Fonte: IlGiornale
