Una perdita importante per gli hacker di tutto il mondo, DoubleVPN chiude
Non è un bel periodo per essere dei cybercriminali: dopo l’arresto di una cybergang in Ucraina la scorsa settimana, adesso è caduta nel mirino delle forze dell’ordine una delle piattaforme VPN più utilizzate dagli hacker.
Stiamo parlando di DoubleVPN, un servizio online che offriva ai propri utenti di collegarsi ad una VPN, che non è altro che una rete virtuale privata che permette agli utenti che ne fanno uso di diventare anonimi sul web.
Come? Dopo essersi collegato alla rete virtuale, DoubleVPN associava al cliente un nuovo indirizzo IP pubblico corrispondente ad un paese estero, in modo che ai siti web visitati non fosse possibile risalire all’identità e posizione reale dell’utente, dato che quest’ultimo si collegava alla rete attraverso il nuovo IP fittizio fornito da DoubleVPN.
Tale servizio era ampiamente utilizzato dagli hacker di tutto il mondo, in particolare russi e anglosassoni, venendo addirittura pubblicizzato all’interno dei forum dedicati all’hacking e ai cybercriminali.
L’unione fa la forza
Dopo oltre 30 riunioni e il coinvolgimento di numerose forze di polizia nazionali l’Europol è riuscita a chiudere il servizio, colpevole di aver supportato i criminali informatici nei loro attacchi ransomware.
Nonostante il blitz fosse guidato dall’Europol, hanno collaborato anche varie forze internazionali di prim’ordine come l’FBI statunitense o la Polizia Cantonale Svizzera. Anche il nostro paese ha collaborato alla chiusura di DoubleVPN, attraverso l’aiuto della Polizia Postale.
La forte cooperazione internazionale alla base di questa chiusura ha anche l’intenzione di mandare un messaggio agli hacker di tutto il mondo, tant’è che Edvardas Šileris, capo dell’European Cybercrime Centre del’Europol ha dichiarato:
“Le forze dell’ordine sono più efficaci quando lavorano insieme e il comunicato di oggi manda un messaggio forte ai criminali che usano questi servizi: l’età dell’oro delle VPN criminali è finita.
Insieme ai nostri partner internazionali, siamo impegnati a far arrivare questo messaggio forte e chiaro.”
In seguito anche il procuratore olandese Wieteke Koorn ha espresso la sua opinione in merito, dichiarando:
“Questa indagine penale riguarda i criminali che pensano di poter rimanere anonimi, agevolando le operazioni di criminalità informatica su larga scala.
Con la nostra iniziativa, compreso il potere investigativo speciale sulle intrusioni digitali, vogliamo rendere molto chiaro che non ci possono essere rifugi sicuri per questo tipo di criminali.
I loro atti delinquenziali danneggiano la società digitalizzata ed erodono la fiducia dei cittadini e delle aziende nelle tecnologie digitali, quindi il loro comportamento deve essere fermato”
FONTE: adnkronos.com, secoloditalia.it