Pornhub torna a far discutere di sè negli ultimi giorni
Oltre trenta donne avrebbero mosso una causa contro il noto sito di contenuti pornografici accusandolo di crimini molto gravi. Tra i fatti denunciati, emergerebbero diverse violazioni alle leggi federali in materia di traffico sessuale, diffusione di materiale pedopornografico e racket.
Le 34 donne, che si dichiarano vittime in prima persona dei presunti reati, avrebbero accusato Pornhub e la sua azienda madre MindGeek di aver basato il proprio sito sull’acquisto di materiale pornografico ottenuto illegalmente da ambienti in cui si praticano tratta di esseri umani e altre gravi violenze. MindGeek, capitanata da Feraas Antoon (in foto), gestisce anche altri siti pornografici.
Tra queste, una donna che si firma con lo pseudonimo Isabella afferma di essere stata ripresa in atteggiamenti sessuali contro il suo consenso ad appena 17 anni. In seguito, scoprirà tramite un amica della pubblicazione del video sul sito, diffuso probabilmente dal fidanzato della ragazza.
La reazione di Pornhub
Pornhub ha prontamente rilasciato una nota in cui smentisce la possibilità di un coinvolgimento nella faccenda, negando categoricamente di aver commesso i fatti di cui è stato accusato dalle donne.
“Pornhub ha tolleranza zero per i contenuti illegali e indaga su qualsiasi reclamo o accusa fatta sui contenuti sulle nostre piattaforme”, ha affermato in una nota. “Le accuse nella denuncia di oggi secondo cui Pornhub è un’impresa criminale che traffica donne ed è gestita come “I Soprano” sono assolutamente assurde, completamente avventate e categoricamente false.“
L’azienda infatti dichiara di avere pieno controllo su ciò che viene pubblicato, potendo contare su una rete di moderatori umani che vigilano e bloccano ogni contenuto che non rispetta il regolamento del sito e la legge.
Quel che è certo è che delle indagini saranno necessarie a vagliare tutte le ipotesi del caso, anche alla luce delle recenti accuse sollevate lo scorso dicembre nell’ambito di un indagine del New York Times.
FONTE: BBC