I ministri delle finanze del G7 hanno raggiunto un accordo sulla Web Tax: i giganti del web seguiranno la tassazione dei paesi in cui operano.
La nuova riforma fiscale contro l’inquinamento ambientale
Durante il G7 avvenuto in Inghilterra i ministri delle finanze hanno raggiunto un accordo in merito a una nuova riforma fiscale che vede al centro le multinazionali colossi del web. La riforma, introduce una tassa da pagare nei paesi in cui operano, con una aliquota globale minima di almeno del 15%.
Sotto la guida del cancelliere dello scacchiere inglese Rishi Sunak (in Inghilterra è l’equivalente del nostro ministro delle finanze ndr) i ministri di USA, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia, Italia e Unione Europea hanno concordato in merito a due motivazioni fondamentali per l’introduzione della Web Tax:
La prima è di natura prettamente economica ed è divisa a sua volta in due in due punti, detti pilastri .
Il primo pilastro, asserisce che le aziende dovranno pagare le tasse dei singoli stati in cui operano e non più dove hanno la loro sede fiscale. Le regole si applicherebbero alle mutlinazionali con almeno un margine di profitto del 10% e vedrebbero il 20% di qualsiasi profitto superiore al margine del 10% soggetto a tassazione nei paesi in cui svolgono le loro attività.
Il secondo pilastro consiste in una imposta minima a livello globale al fine di combattere l’evasione fiscale facendo pagare un aliquota globale minima fissata al 15%.
La seconda motivazione, è invece di natura ecologica: in un mondo sempre più attento all’ambiente i ministri hanno riconosciuto il dovere per le aziende di segnalare l’impatto ambientale sui loro investimenti nei paesi.
Anche l’Italia positiva all’introduzione della Web Tax
Il Cancelliere Rishi Sunak era fortemente positivo in merito a questo accordo sulla Web Tax tanto da riuscire a mettere d’accordo posizioni molto diverse e contrastanti
“Queste riforme fiscali sismiche sono qualcosa per cui il Regno Unito sta spingendo e un enorme premio per i contribuenti britannici: la creazione di un sistema fiscale più equo adatto al 21° secolo. Questo è un accordo davvero storico e sono orgoglioso che il G7 abbia dimostrato una leadership collettiva in questo momento cruciale della nostra ripresa economica globale.”
Anche il nostro premier Mario Draghi ha espresso profonda soddisfazione per l’accordo raggiunto:
“Saluto con grande soddisfazione l’accordo sulla tassazione delle multinazionali raggiunto oggi a Londra dai ministri delle finanze del G7. È un passo storico verso una maggiore equità e giustizia sociale per i cittadini.”
Al momento non c’è nessun comunicato da parte delle multinazionali, ma basti pensare a colossi come Amazon con sede in Lussemburgo o Paypal con sede in Irlanda, paesi che forniscono condizioni vantaggiose a livello fiscale, per immaginare che non tarderanno a dire la loro in merito questa decisione.
Solo Facebook tramite Nick Clegg ha espresso un parere favorevole
“vogliamo che la riforma della tassazione internazionale abbia successo, e riconosciamo che potrebbe significare un carico fiscale maggiore per Facebook, e in diversi Paesi”