Dr Commodore
LIVE

Solasta: Crown of the Magister, la recensione: il lancio di dadi tra la vita e la morte

Solasta: Crown of the Magister riprende a piene mani il mondo di Dungeons & Dragons, ma scopriamo se l’avventura merita di essere approfondita

Negli ultimi anni i videogiochi di genere GDR sono aumentati a dismisura, merito soprattutto di una crescita esponenziale dell’utenza interessata. Abbiamo anche notato come molti di questi giochi prendano notevolmente spunto dal mondo di Dungeons & Dragon, richiamando anche quella fetta di utenza che finora si è fatta le ossa dopo ore e ore di giocate di ruolo con amici seduti dietro un tavolo pieno zeppo di foglietti di carta, dadi e un Master sempre pronto a mettere in difficoltà gli ignari avventurieri.

In questa recensione vi parliamo di uno degli ultimi giochi di questo filone videoludico che recentemente è uscito dall’Early Access di Steam, grazie al quale aveva già riscosso un notevole successo di critica e di pubblico.

Si tratta di Solasta: Crown of the Magister, opera prima della software house Tactical Adventures creata nel 2018 da Mathieu Girard (già cofondatore della famosa Amplitude Studios autrice, tra gli altri giochi, della saga di Endless Space).

Dopo tre anni dalla sua fondazione e circa un anno di Early Access, il team di sviluppo francese ha deciso di mettersi in gioco presentando un’alternativa indie a tutti i gamer appassionati del genere. Sebbene abbia un’anima indipendente, la software house è composta da così tanti veterani dello sviluppo videoludico da presentare, come vedremo nel corso dell’articolo, numerose chicche che potrebbero includerlo senza problemi tra le punte di diamante dei GDR per PC con visuale isometrica dall’alto.

Una storia tanto inusuale, quanto originale

Solasta: Crown of the Magister è ambientato in un mondo fantastico dove originariamente non vi erano né dei né umani e l’unica forma di vita era stanziata a Manacalon, un paese che ricopriva un piccolo lembo di terra dove vivevano antichi Alti Elfi. All’improvviso, per motivi del tutto sconosciuti, la terra si aprì e un cataclisma colpì il sopracitato villaggio trasformandolo in un mucchio di detriti. Da questo evento caotico vennero generate tutte le razze che negli anni a seguire iniziarono a popolare le terre di Solasta: Umani, Nani, Mezz’Elfi, Mezz’Uomini e via dicendo.

Solasta: Crown of the Magister

Le terre che una volta davano i natali alla razza più antica della civiltà, adesso sono visitate solo dai guerrieri più coraggiosi che vanno alla ricerca di antichi tesori e di leggendarie tecnologie, ma i pochi avventurieri ritornati indenni da quelle inospitali lande desolate affermano che nel sottosuolo c’è ancora qualcosa che si muove pericolosamente. Toccherà a noi scoprire di cosa si tratta componendo e guidando una squadra di quattro eroi. Nel lungo viaggio troveremo pericoli, segreti e complotti che ci fanno ben capire come l’incidente sia stato tutt’altro che casuale.

Un editor del personaggio dettagliato e curato

Come accennato nell’introduzione, Solasta: Crown of the Magister è un gioco che riprende a piene mani lo stile dei giochi da tavola e lo fa talmente bene e minuziosamente che anche all’interno dell’editor dei personaggi bisognerà tirare dei dadi per determinare le potenzialità degli eroi. I dadi a disposizione sono sei, uno per ogni specifica caratteristica, e una volta lanciati bisognerà decidere in quali slot inseriti considerando le caratteristiche peculiarità quali Forza, Destrezza, Concentrazione, Carisma, Saggezza e Intelligenza. Come avviene anche per Dungeons & Dragons, in base alla razza e alla classe selezionata, il personaggio riceverà dei punti bonus dedicati esclusivamente a una ben precisa combinazione. Ad esempio, se si volesse scegliere il nano, generalmente conosciuta come una razza con grandi abilità combattive, vi saranno almeno uno o due punti abilità in più negli slot dedicati alla forza. Al contrario, sempre per fare un altro esempio, gli elfi sono più famosi per la loro intelligenza e destrezza.

Solasta: Crown of the Magister

Le razze a disposizione sono cinque: Umani, Nani, Mezz’Elfi, Halfling e Alti Elfi. Alcune di loro, però, hanno anche delle sotto-razze come i Nani di montagna, i Mezz’Uomini delle foreste, gli Elfi Silvani e gli Halfling si differenziano in base al paese di provenienza. Ogni razza possiede, a sua volta, caratteristiche e abilità differenti e uniche: i Nani sono forti e predisposti alla battaglia, gli Elfi sono famosi per la loro intelligenza e per l’uso delle arti magiche, i Mezz’Uomini sono propensi per essere delle ottime spie e gli Umani sono, come sempre, la razza più bilanciata.

Terminata la scelta della razza, si passa a quella della classe. Queste sono sostanzialmente sei, ovvero Guerriero, Paladino, Chierico, Mago, Ranger e Ladro, ma pare che arriverà presto un DLC gratuito contenente anche lo Stregone. Ognuna di esse è dotata di uno specifico equipaggiamento che lo contraddistingue dalle altre, ma che può essere personalizzato a proprio piacimento. Il Guerriero ad esempio ha la capacità di controllare gran parte delle armi, sia pesanti che leggere e arco e scudo compresi. Il Ranger, invece, è una classe che tende spesso a rimanere a distanza, può equipaggiare solo le armi che lo caratterizzano, come l’arco o la lancia. Il Mago, per ovvi motivi, è totalmente inadatto all’utilizzo di armi quindi nonostante possa impugnare una spada, il gioco stesso consiglia di utilizzare il classico bastone di legno con cui lanciare i vari incantesimi.

Solasta: Crown of the Magister

Dopo questi due passaggi classici, si passa alla creazione dell’identità e del carattere del personaggio che determinano le sue abilità e molte altre caratteristiche definendolo come un chierico, un aristocratico, un commerciante e tanti altri ancora. Ad esempio un aristocratico è esperto in Storia, Persuasione e Intimidazione e conoscerà due lingue in più rispetto a tutti gli altri. Chi proviene dai bassifondi, al contrario, è grande esperto di Saccheggio, Furtività e Inganno, ma purtroppo conoscerà solo la sua lingua madre a differenza di tutti gli altri che ne conoscono almeno una in più.

Una scelta fondamentale

La psicologia del personaggio e il suo carattere vanno impostati tramite il classico allineamento, una caratteristica peculiare del mondo di Dungeons & Dragon. Attraverso questo espediente viene definito l’orientamento etico e morale del protagonista, definendo quale posizione prendere nella scelta tra bene e male o tra legge e caos, con la possibilità di includere anche la neutralità. In base all’allineamento scelto, il personaggio potrà quindi essere rispettoso della legge, ma altamente elitario ed egoista, oppure indisciplinato e allo stesso tempo altruista e generoso verso gli altri e i compagni. Alcune classi, inoltre, presentano delle caratteristiche in più da poter selezionare: ad esempio il Paladino può scegliere se prestare il giuramento verso la Devozione (il mondo di Solasta attuale), verso la Terra Madre (il mondo prima del cataclisma) o verso Tirmar (un antico popolo che ha controllato Solasta per millenni).

Solasta: Crown of the Magister

Solasta: Crown of the Magister, quindi, prende a piene mani le caratteristiche peculiari della quinta edizione di Dungeons & Dragons e permette al giocatore di personalizzare come meglio preferisce il proprio campione. La cura è maniacale e l’attenzione da parte del giocatore deve essere altissima perché ogni particolarità potrebbe influire positivamente o negativamente in diverse situazioni del gioco. In base ad alcune decisioni, infatti, si può interagire diversamente con l’ambiente circostante e si possono anche evitare combattimenti sanguinosi, ma allo stesso tempo il gameplay potrebbe risultare un po’ troppo improntato sullo stealth quando invece si potrebbe vivacizzare con qualche calorosa scazzottata. Insomma, la scelta è interamente vostra e potrete creare numerose combinazioni dato che ogni membro della squadra è a sua volta totalmente personalizzabile.

A tal proposito va anche elogiata la storia che riesce a donare un buon ritmo e una giusta dose di misero ed emozioni. Questo porta il giocatore a scoprire sempre di più cercando di interagire in ogni angolo della mappa sebbene il gioco non sia un vero e proprio open world, come vedremo più avanti. L’ambientazione nasconde i segreti di una terra devastata dal cataclisma e questo potrebbe infastidire i puristi di Dungeons & Dragons per quanto riguarda le origini delle differenti razze, ma al di là di questo aspetto Solasta: Crown of the Magister riesce a coinvolgere il giocatore in maniera efficace grazie anche a un pizzico di originalità che non dispiace mai in questo genere di titoli. Questo allontanamento dai classici paradigmi consente di creare delle basi solide e distinte da quelli che per anni hanno rappresentato i videogiochi fantasy.

Solasta: Crown of the Magister

Le terre di Solasta sono grandi e variegate nonostante la mappa di gioco sia suddivisa in macroaree esplorabili. Ognuna di esse possiede una ben definita struttura e un’unica tipologia di terreno. Manca l’esplorazione libera della mappa e quindi il giocatore è costretto a seguire dei binari predefiniti e a far affidamento unicamente ai viaggi rapidi per spostarsi da una zona all’altra. A tal proposito è stata applicata una meccanica molto interessante e intelligente: durante i viaggi si può scegliere se applicare un passo rapido o più lento. Il primo permette di raggiungere più velocemente la destinazione, ma aumentano anche le possibilità di incontrare delle creature ostili, il secondo prevede un aumento del tempo per lo spostamento, ma meno rischi.

I personaggi, inoltre, si possono anche specializzare sulla conoscenza del territorio con una conseguente maggior sicurezza durante gli spostamenti e una riduzione dei tempi di percorrenza. Durante le lunghe escursioni, invece, vi è l’obbligo ci fermarsi a riposare durante le ore notturne, in modo tale da far riposare i protagonisti della nostra storia e sbloccare qualche power-up o qualche magia nel caso in cui avessero raggiunto i giusti punti esperienza necessari. Si possono anche fermare per produrre pozioni o unguenti fondamentali per ripristinare la salute o altre statistiche.

Gameplay di buon livello, ma troppo derivativo 

La parte dove Solasta: Crown of the Magister pecca leggermente è, purtroppo, proprio il gameplay. Non certo perché sia fatto male, bensì perché non innova e risulta decisamente molto simile ad altri titoli come Baldur’s Gate 3 o Divinity: Original Sin 2. A dire la verità, a prima vista, sembra proprio di star giocando qualche nuovo capitolo di Baldur’s Gate talmente siano identici anche nelle scelte e nelle meccaniche di gioco. Ovviamente, però gli scontri sono basati su un sistema a turni in cui l’iniziativa dei combattenti viene decisa proprio con il lancio dei dadi.

Solasta: Crown of the Magister

Durante il turno ogni combattente può spostarsi, cambiare l’equipaggiamento e lanciare il suo attacco. Alcuni personaggi in base alla classe e alle relative abilità potranno anche sferrare un attacco aggiuntivo. Le meccaniche di gioco sono più complesse da descrivere che da applicare, quindi anche i giocatori meno abituati a questo genere di giochi potranno avvicinarsi a questo mondo videoludico senza grosse problematiche.

Oltre al combattimento, come avviene nella maggior parte dei GDR, un aspetto fondamentale è anche il dialogo che può sostituire numerose problematiche e far scoprire diversi segreti interessanti. Il consiglio, quindi, è quello di avere almeno un personaggio in squadra dotato di grande carisma e intelligenza. I dialoghi presentano una struttura a risposta multipla con i quali è possibile scoprire la lore della storia e determinare il proseguo degli eventi. Purtroppo, però, presentano una grafica un po’ troppo semplice nei riguardi dei modelli poligonali facendo emergere delle espressioni degli avventurieri eccessivamente statiche ed inespressive.

Tecnica e grafica, con un accento sul doppiaggio

Andiamo, quindi, a parlare del comparto tecnico. Trattandosi di un titolo indie non aspettatevi la perfezione o un capolavoro dalla grafica spacca mascelle, ma nel complesso si difende abbastanza bene dalla concorrenza. Vi è una buona personalizzazione estetica dei personaggi, dalla quale spiccano maggiormente gli abiti e le armi poiché le espressioni sono decisamente sottotono e le animazioni lente e legnose nonostante il loro evidente realismo nelle movenze. Le ambientazioni, invece, sono stupende, intriganti e di ottima qualità sia per le texture che per l’illuminazione. Purtroppo, però, la telecamera poco precisa a volte rischia di spezzare il fascino e di mettere in difficoltà anche il giocatore nei momenti più concitati.

Solasta: Crown of the Magister

Non mancano alcuni bug più o meno grossolani, ma niente che possa rovinare l’esperienza di gioco anche perché, nel peggiore dei casi, basta ricaricare la partita per risolvere il problema. Ottimo il frame rate che risulta stabile e granitico, così come i suoni ambientali e la colonna sonora. I primi sono puntuali e ben definiti, la seconda è coinvolgete e appagante, anche se il volume non è stabile e vi è qualche errata modulazione in alcuni ambienti di gioco. Infine manca integralmente la traduzione italiana, né per quanto riguarda le voci né per i testi. Questo potrebbe essere un grosso limite per coloro che sono poco avvezzi alla lingua trattandosi di un gioco in cui l’ascolto e la lettura sono fondamentali. La speranza è che la community italiana si appassioni talmente tanto a Solasta: Crown of the Magister da portare la traduzione italiana dei testi come accaduto a sopracitato Divinity: Original Sin 2.

L’editor dei Dungeon

Piccola menzione prima delle conclusioni per una modalità ancora in Beta, ma dal grande potenziale: l’editor dei Dungeon. Ebbene sì, il titolo di Tactical Adventures dà al giocatore la possibilità di creare le proprie mappe sia per esercitarsi nel gioco che per studiare al meglio alcune avventure di Dungeons & Dragons qualora Solasta venisse provato da un Master.

Solasta: Crown of the Magister

Tramite l’editor si possono scegliere le dimensioni delle stanze scegliendo tra alcune predefinite o disegnandole manualmente, si possono inserire elementi in alta definizione e includere trappole, creature, enigmi o power-up in giro per le varie aree. Quando il progetto è completo, vi è anche la possibilità di simulare una sessione di gioco per capire se tutte le scelte intraprese seguono un filo logico o bisogna modificare qualcosa. Insomma, una bella idea che merita senz’altro di essere approfondita da parte degli sviluppatori e della community.

Conclusioni

In conclusione Solasta: Crown of the Magister riesce a regalare un’esperienza di gioco coinvolgente e dinamica molto simile ai giochi già citati nel corso della recensione, ma con un pizzico di originalità che non lo rende una palese imitazione. La profonda caratterizzazione dei personaggi così come il lancio dei dadi regalano situazioni ed eventi sempre differenti da una sessione all’altra e a queste va inserita anche la totale personalizzazione dei compagni di squadre che dona una moltitudine di possibilità e una rigiocabilità massima, nonostante comunque la longevità sia tutt’altro che limitata (parliamo di circa 40 ore se giocato senza troppa esplorazione e qualche missione secondaria). Tecnicamente si difende anche molto bene considerando che è una produzione a basso budget, quindi cosa dire di altro se non che si tratta di una delle migliori esperienze nel suo genere considerando anche il prezzo di vendita al di sotto della media generale.

VOTO: 8

Articoli correlati

Giovanni Arestia

Giovanni Arestia

Ingegnere informatico con la strana passione per la scrittura. Essa, unita alla passione per la tecnologia, mi ha portato ad essere qui. Chiamatemi pure Gioare, ormai anche i miei genitori mi conoscono così.

Condividi