Li Troviamo Solo Quando Sono Morti è la nuova opera sceneggiata da Al Ewing e disegnata da Simone Di Meo. Ecco cosa ne pensiamo!
Anno 2367. Nave Vihan II. Uno spazio sconfinato da esplorare. L’equipaggio della Vihan II però ha interessi ben più grossi e importanti rispetto al mero cercare e trovare risorse. Il loro viaggio infatti è una ricerca costante ad una domanda che in tanti ci poniamo, ovvero capire chi sono gli dei. Ma, soprattutto, ciò che sta a cuore al capitano Malik e la sua ciurma è rispondere ad un altro quesito… “perché li troviamo solo quando sono morti?”
Li Troviamo Solo Quando Sono Morti è un’opera sceneggiata da Al Ewing e disegnata dal nostro connazionale Simone Di Meo, i quali non avranno sicuramente bisogno di presentazioni per gli amanti dei comics. Al Ewing è infatti famoso per le sue serie dell’universo Marvel, quali L’immortale Hulk e Guardiani della Galassia, mentre Simone Di Meo ha già lavorato a opere come Mighty Morphin Power Rangers. I due hanno unito le forze per la creazione di quest’opera, edita dal 2020 per Boom!Studios e in Italia da Edizioni BD e J-Pop.
Li Troviamo Solo Quando Sono Morti è una storia che, già dalle prime pagine, risulta non essere un fumetto da prendere alla leggera, né dal punto di vista della trama e della narrazione, né da quello delle tematiche. Dopo una prima pagina introduttiva, ci ritroviamo subito con un time skip di quasi 50 anni, appunto a bordo della Vihan II, con il capitano Malik, Ella e Jason Hauer e Alice Wirth.
La storia si alterna tra passato e presente, e già dall’inizio si iniziano a intravedere le motivazioni, le storie e i background di tutti i personaggi che rendono l’atmosfera decisamente intensa. Il tutto viene corroborato col proseguimento della lettura, grazie a continui salti temporali che proveranno a contestualizzare meglio il tutto senza mai però scendere in banali spiegoni ma provando a far immedesimare il lettore nella storia in modo coinvolgente.
Il lettore di fatti viene buttato fin dal principio in questo mondo fatto di navi spaziali, lotte per le — ormai poche — scorte rimaste. Al Erwig non contestualizzerà nulla, se non quello che appare su pagina: è il lettore che dovrà collegare tutti i pezzi del puzzle, quando necessario.
Anche i disegni, e soprattutto i colori, rendono l’opera molto sui generis, facendola spiccare rispetto ad altri fumetti. La contrapposizione di viola, arancione e verde pregna le pagine de Li Troviamo Solo Quando Sono Morti, creando un’atmosfera unica soprattutto in alcune splash page che lasciano a dir poco di stucco.
Il primo volume di quest’opera è dunque un ottimo inizio, ma allo stesso tempo ancora molto poco per capire bene come evolverà il tutto. L’esplorazione è l’elemento portante e anche l’impatto visivo – che a chi si avvicina per la prima volta ai fumetti potrebbe anche far storcere il naso – assume una certa rilevanza nell’inquadramento generale, e la storia e i personaggi sono comunque solidi. Poco ma sicuro, è consigliato a tutti i fan della fantascienza.
Li Troviamo Solo Quando Sono Morti è disponibile sul sito di Edizioni BD al prezzo di € 15,00.