Molti di noi sono cresciuti guardando Lady Oscar. Ma quanto è storicamente accurato il racconto di Ryoko Ikeda?
Lady Oscar – o Le Rose di Versailles – è uno dei prodotti più storicamente attendibili che potrete mai ritrovarvi a guardare. La J-Pop ha recentemente riproposto l’opera in una nuova edizione di lusso, della quale abbiamo parlato qui e di cui questa settimana è uscito il volume conclusivo.
Che sia tra film, serie tv o anime, il capolavoro di Ryoko Ikeda è una serie attenta ai dettagli, anche quelli più piccoli e che solitamente non si trovano nei manuali scolastici di storia, segno dell’amore che l’autrice prova per la storia francese e del suo studio approfondito prima di realizzare l’opera. Proprio a proposito di questo, sapevate che la Ikeda è stata nominata Cavaliere in Francia per il merito di avere contribuito a diffondere la cultura francese nel mondo?
A concederle tale onorificenza sono stati proprio i francesi, popolo conosciuto per il loro orgoglio nazionale, perciò già da questo potete intuire che Le Rose di Versailles è un prodotto realizzato con immensa cura dei dettagli e minuzia.
I personaggi
Le accuratezze storiche sono, ovviamente, relative sia al contesto sia ai protagonisti. Il contesto è quello della Reggia di Versailles prima e della Parigi dopo, dal 1770 circa fino alla Rivoluzione Francese – Oscar muore proprio durante la Presa della Bastiglia, il 14 Luglio 1789.
Maria Antonietta, Luigi XVI, il Conte di Fersen e gli altri protagonisti della serie sono, ovviamente, personaggi storici realmente esistiti. Ciò che forse non tutti sanno, però, è che altri due individui sono esistiti realmente: Rosalie Lamorlièle e… Il padre di Oscar!
Per quanto riguarda il padre di Oscar, il Generale François Augustin Reynier de Jarjayes è realmente esistito. Fu un generale francese che rimase fedele alla famiglia reale durante la Rivoluzione. Realista fino alla fine, proprio come il Conte di Fersen, sopravvisse al 1789 e al Terrore Rivoluzionario e morì nel 1822.
Non sappiamo nulla della sua discendenza ma quasi sicuramente non costrinse nessuna delle figlie a vivere come un uomo in assenza di un erede maschio. Quindi no, Oscar non è mai esistita – e questa è forse l’unica componente non strettamente storica presente in Lady Oscar, assieme al personaggio di André, anche lui assente dai racconti degli storici.
Nel caso del personaggio di Rosalie invece realtà e finzione si mischiano. È vero che, come abbiamo detto, si tratta di un personaggio realmente esistito, ma la Ikeda costella di finzione la storia del personaggio in modo da poterla inserire nel proprio racconto e legarla alle vicende rappresentate.
In Lady Oscar, Rosalie è presentata come la sorella di Jeanne Valois (anche lei tra i personaggi protagonisti della serie) e figlia illegittima della Contessa Yolande de Polignac e molto vicina ai personaggi di Oscar e André. Alla fine della serie la ritroviamo a prendersi cura della Regina Maria Antonietta, rinchiusa a passare i suoi ultimi mesi di vita nella Conciergerie.
Ora, ovviamente il personaggio storico di Rosalie Lamorlièle non era realmente legato né a Jeanne Valois né alla contessa, anche se ironicamente Jeanne Valois possedeva davvero una sorella, Marie-Anne de Saint-Rémy-de Luz de Valois, tuttavia non sappiamo se la Ikeda ne fosse a conoscenza o meno al momento della creazione del personaggio, ma che si sia occupata di Maria Antonietta alla Conciergerie è verissimo.
Sappiamo anche che le due legarono molto e che la regina confidò molte cose a Rosalie, tanto che dopo la morte di questa alla ragazza fu dato il soprannome di “madamigella Capeto” – i Capetingi furono la terza dinastia dei re di Francia e in particolare “Vedova Capeto” era il nome con cui Maria Antonietta veniva chiamata dopo la morte del re Luigi XVI, da lì il soprannome.
Anche la relazione tra la regina Maria Antonietta e Il Conte Hans Axel von Fersen è accertata storicamente ed esistono davvero persino gli anelli che vengono citati alla fine del manga di Lady Oscar e che si dice i due si scambiarono prima di separarsi per sempre.
Si tratta di due anelli identici ma con scritte diverse all’interno, rispettivamente “Vile è chi abbandona” e “Tutto a te mi conduce”.
Numerosi storici hanno sottolineato che a Versailles la vicinanza tra i due era al centro di chiacchiere e pettegolezzi e che, peraltro, la regina non cercò mai di metterli a tacere. Oltre a questo siamo in possesso di una fitta corrispondenza tra i due, nella quale curiosamente numerose frasi sono state eliminate in seguito, forse nel tentativo di nascondere alcuni dettagli della loro relazione qualora le lettere fossero state scoperte da qualcuno.
Anche la figura del Cardinale de Rohan è realmente esistita, così come lo Scandalo della Collana è un evento storicamente accertato. In Lady Oscar Ryoko Ikeda riesce a rappresentare entrambi con una attentissima accuratezza storica e chiarezza.
Un’ultima curiosità, giusto per mostrarvi ancora una volta l’attenzione estrema ai dettagli che Ryoko Ikeda ha messo in Lady Oscar: nell’episodio in cui viene raccontata la Presa della Bastiglia gli ufficiali nella prigione chiedono il permesso di sparare ad un uomo chiamandolo “Generale De Launay”.
Bene, sappiate che quello era il nome del marchese effettivamente presente alla Bastiglia il 14 Luglio del 1789 incaricato di gestire la Bastiglia, ricordato appunto come l’ultimo governatore della prigione. Sorpresi?
Un perfetto quadro della società settecentesca francese
Ciò in cui eccelle Ryoko Ikeda non è solo rappresentare avvenimenti o inserire nella propria narrazione personaggi storici realmente accaduti. L’autrice, in Lady Oscar, riesce anche a delinearci un quadro pressoché perfetto della società francese nella seconda metà del ‘700.
Dalle sfarzose sale di Versailles ai quartieri poveri di Parigi, tutto è rappresentato nella maniera più fedele possibile al punto che ci sembrerà davvero di trovarci in quegli ambienti, a vivere le vicende accanto ai protagonisti.
Gli usi e i costumi della Versailles di quegli anni è accurato persino nelle usanze, ad esempio la pratica di non rivolgersi a qualcuno più in alto nella scala sociale se non è prima questo a salutarci era realmente in uso nelle corti d’Europa e fu effettivamente oggetto di una faida tra la giovane Maria Antonietta e la Contessa Du Barry.
La frase che la Ikeda inserisce nella propria opera, “C’è molta gente oggi a Versailles”, con cui Maria Antonietta saluta sprezzante la Contessa è riportata da numerosi biografi di entrambe. In Lady Oscar è rappresentata perfettamente quella “Società della Conversazione” basata sui pettegolezzi, comune a numerose aristocrazie europee, non solo quella francese del secolo.
Il contrasto tra la ricchezza di Versailles e la povertà dei sobborghi di Parigi è immediatamente visibile ed accentuato anche dalle scelte registiche dell’anime compiute dal regista Osamu Dezaki: se a Versailles i toni sono allegri, caldi e sfavillanti, quando passiamo nei bassifondi parigini il registro di colori è freddo e spento.
Una sintesi tra storia e fantasia
Potremo citare tanti altri esempi, dai problemi che Maria Antonietta ebbe durante i primi anni a Versailles con le dame di corte e Luigi XVI, al suo trasferimento presso il Petit Trianon e i dettagli con cui l’autrice mette in scena il suo rapporto coi figli, o ancora il racconto degli ultimi giorni della regina in prigione, ma ve ne sarete sicuramente già resi conto: Ryoko Ikeda riesce, in quei pochi volumi che compongono Lady Oscar, a rappresentare una precisa sintesi tra storia e fantasia come pochi altri autori sono riusciti a fare nella storia del fumetto orientale.
All’interno di tutto questo l’unica figura effettivamente estranea rispetto alle vicende e totalmente inventata è proprio la nostra Oscar, che però l’autrice riesce ad inserire perfettamente nella storia del periodo grazie alle sue ottime conoscenze.
Persino il personaggio di André, che abbiamo menzionato come unico elemento inventato di sana pianta dall’autrice, ha in realtà un fondo di verità storica. Come sappiamo, André viene ucciso da un colpo di pistola pochi giorni prima della Presa della Bastiglia: storicamente la prima vittima della rivoluzione francese fu proprio un soldato che, unitosi a dei protestanti antimonarchici, fu ucciso il 12 Luglio 1789.
Lady Oscar – Le Rose di Versailles è forse un’opera dall’indiscutibile valore storico e anche una vera e propria testimonianza di un periodo, frutto degli studi e dell’amore che Riyoko Ikeda prova nei confronti della storia moderna.
La Rivoluzione Francese non è l’unico periodo di interesse dell’autrice. Ne La Finestra di Orfeo, infatti, si affrontano gli eventi della Rivoluzione Russa. Abbiamo parlato del primo volume qui.
Testi per approfondire:
- Amanti e Regine, Benedetta Craveri, Adelphi
- Maria Antonietta e lo Scandalo della Collana, Benedetta Craveri, Adelphi
- La Civiltà della Conversazione, Benedetta Craveri, Adelphi
- La Rivoluzione Francese, Pierre Gaxotte, Mondadori
- La Rivoluzione Francese, Michel Vovelle, Guerini Scientifica
- Maria Antonietta. La Solitudine di una Regina, Antonia Fraser, Mondadori