YouTube TV aggira il blocco imposto da Roku
Quello che sta succedendo tra YouTube TV e Roku può essere riassunto così: litigi tra vicini di casa. Entrambe le aziende si dedicano allo streaming di contenuti video, ma per un disaccordo hanno iniziato a pestarsi i piedi a vicenda, fino a dover ricorrere a dei sotterfugi. YouTube TV ha infatti furbamente aggirato un blocco che la società rivale (e collega) le aveva imposto, non prima di lanciare feroci accuse di monopolio. Ma partiamo dall’inizio.
Un contratto da rinnovare
Fino ad aprile, le aziende lavoravano in simbiosi: l’applicazione di YouTube TV (un abbonamento che rimpiazza l’offerta via cavo a 65 dollari al mese) era presente sulla piattaforma di streaming televisivo Roku. Il problema nasce quando Roku invia un messaggio ai propri clienti lamentandosi delle presunte richieste di YouTube TV, che a quanto pare vorrebbe delle modifiche “esagerate” nella ricerca di contenuti sulla piattaforma.
“I recenti accordi con Google per mantenere YouTube TV [sulla piattaforma Roku] sono da considerarsi interrotti. Non possiamo accettare le scorrette richieste di Google perché pensiamo possano essere nocive per i nostri utenti”, comunica Roku in un’e-mail ai propri clienti.
Le richieste di Google
Ma di quali richieste parla Roku? Inizialmente l’azienda è rimasta sul vago, parlando nell’e-mail di pratiche scorrette da parte di YouTube.
“Non possiamo accettare le richieste sleali e anticoncorrenziali di Google per manipolare i tuoi risultati di ricerca, metter mano sull’utilizzo dei tuoi dati e, in definitiva, costarti di più”, spiega ai propri utenti.
Le specifiche richieste avanzate da Google, secondo ciò che Roku ha riferito ad Axios, includerebbero:
- una sezione tra i risultati di ricerca dedicata esclusivamente a YouTube TV;
- l’esclusione dai risultati di ricerca degli altri provider di contenuti streaming mentre è in uso l’app di YouTube;
- la precedenza a contenuti YouTube Music tra i risultati della ricerca vocale dal telecomando Roku mentre l’app di YouTube è aperto (anche se l’utente ha impostato un’altra applicazione come predefinita per lo streaming musicale);
- modifiche hardware (come l’utilizzo di alcuni chip o schede di memoria) che porterebbero a un aumento del prezzo di vendita dei prodotti Roku, per allontanarli dalla competizione con Chromecast.
Nuove accuse di monopolio verso Google
Nell’ultimo paragrafo dell’e-mail, Roku si dichiara “profondamente deluso dalla decisione di Google di usare il proprio potere di monopolio per imporre cambiamenti che danneggeranno direttamente gli utenti”. Questo è attualmente un tema sensibile per Google, che è appena stata multata dall’Antitrust in seguito ad accuse simili.
In realtà, YouTube TV non ha avuto lo stesso successo di YouTube e parlare di monopolio è insensato. Anzi, se c’è un’azienda che ha il monopolio sullo streaming televisivo, questa è proprio Roku. Riempie il 38% del mercato ed è seguita da Hulu, Amazon e Samsung, mentre i servizi Google (Android TV, YouTube TV e Chromecast) arrivano quarti in classifica.
Un mese dopo, YouTube TV contrattacca
Con il contratto di YouTube TV in scadenza, Roku contava di potersi liberare di YouTube TV senza troppi problemi. Chiaramente, così non è stato perché Google ha annunciato con un blog post l’arrivo di una nuova funzionalità.
“Oggi verrà introdotta una nuova funzione che vi permetterà di accedere a YouTube TV dall’applicazione di YouTube, per facilitarvi l’accesso a tutti i contenuti che amate”.
Le applicazioni di YouTube e YouTube TV sono infatti sempre separate, e mentre il contratto di YouTube TV è terminato, quello di YouTube è valido fino a dicembre. Ora il menù di navigazione di YouTube include la voce “Vai a YouTube TV”.
Google propone una tregua
Nonostante gli attriti, Google si dichiara aperta al dialogo e disponibile a trovare un punto d’incontro, possibilmente rinnovando il contratto con le condizioni precedenti. Allo stesso tempo, ha minacciato di affidarsi ad altri partner per portare YouTube TV ai propri clienti, nel caso non riuscisse a riappacificarsi con Roku.
La risposta di Roku non è tardata ad arrivare.
“Le azioni di Google sono chiaramente il risultato di una politica monopolistica volta a reprimere la concorrenza leale e ledere la libertà di scelta dei consumatori […]. Abbiamo semplicemente chiesto a Google di interrompere questo comportamento […] e di smettere di chiedere accesso a dati sensibili che nessun altro partner sulla nostra piattaforma riceve. In risposta, Google ha continuato a sfruttare il monopolio di YouTube per costringere un’azienda indipendente (ndr: Roku stessa) a un accordo che è dannoso sia per i consumatori che per la competizione leale”, questo è quanto Roku ha dichiarato ai microfoni di The Verge.
Naturalmente, Google nega ogni accusa.
“Per precisare, non abbiamo mai avanzato alcuna richiesta in materia di accesso ai dati degli utenti o di manipolazione dei risultati di ricerca. Queste affermazioni sono false e infondate“, commenta Google.
Un motivazione nascosta
La motivazione che si cela dietro allo “scontro tra titani” va individuata nei requisiti richiesti dal codec AV1 che Google avrebbe intenzione di implementare a dicembre. AV1 è una nuova tecnologia di streaming video che probabilmente diventerà lo standard una volta lanciata, dato che porta numerosi vantaggi (in primis l’ottimizzazione dell’utilizzo della banda) ed è già sostenuta da tantissime aziende, tra le quali Google, Apple, Amazon, Netflix, Microsoft, Samsung, Intel, Facebook, Arm e Hulu.
“Siamo in contatto con Roku per assicurarci che i nuovi dispositivi soddisfano i nostri requisiti tecnici e garantire ai nostri clienti comuni un’esperienza coerente e di alta qualità”, conferma Google.
Roku ritiene invece che i nuovi requisiti imposti da Google siano insensati e che porteranno a prezzi più alti per i propri dispositivi: l’azienda dovrebbe infatti installare chip più costosi rispetto ai precedenti. Di conseguenza, la faida è ancora aperta.
Fonti: ArsTechnica, Axios, The Verge.