Il dipendente licenziato da Apple era noto per aver scritto un libro misogino, nonostante questo l’azienda l’aveva assunto per poi licenziarlo
Solitamente aziende come Apple cercano di tenersi il più lontano possibile da persone con opinioni pericolose come Antonio Garcia Martinez, l’autore del libro Chaos Monkeys, il quale è stato definito come un libro sessista e razzista.
Antonio Garcia Martinez però ha dichiarato come durante l’assunzione gli fossero state fatte domande sul suo background, in particolare sul libro, e nonostante questo la società l’aveva assunto comunque. L’autore afferma che Apple quindi l’abbia licenziato appellandosi ad una scusa, in quanto il suo background era stato tacitamente accettato in fase di assunzione.
Pare che sia stata la petizione lanciata dai dipendenti di Apple, che ha raggiunto più di 2000 firme, contro il background dell’autore a far sì che l’azienda prendesse posizione e lo licenziasse in tronco.
Nell’annuncio pubblico riguardo il suo abbandono, Apple ha parlato di come essa “lotti per creare un ambiente di lavoro inclusivo e che comportamenti che umiliano o discriminano altre persone per quello che sono non hanno posto qui”.
Viene da domandarsi quindi, è possibile che l’azienda non lo sapesse prima di assumerlo, oppure lo sapeva e ha chiuso un occhio finché i suoi dipendenti si sono ribellati a questa scelta?
I have thus far maintained my silence on the Apple situation as I've sought to settle things amicably with the company that I admired, and at which I hoped to build the future of ads privacy.
— Antonio García Martínez (agm.eth) (@antoniogm) May 14, 2021
As they however are not maintaining their silence on the matter, neither will I.
Antonio Garcia Martinez, che prima di lavorare per Apple lavorava per Facebook, ha definito diffamatorie le parole della società in quanto implicano un suo comportamento scorretto durante il periodo in cui ha lavorato per loro, cosa che lui dice essere falsa.
Recentemente sempre restando nell’azienda della mela morsicata, era scoppiata la polemica riguardo alla possibilità di utilizzare gli AirTags per stalkerare le persone o spargere virus (informatici).
Fonte: Reuters