L’industria degli anime è in continua espansione, e per riuscire a star dietro alla domanda di mercato ha necessariamente bisogno delle nuove generazioni di animatori. Tuttavia, le pessime condizioni lavorative e i bassi guadagni che la caratterizzano rendono il settore una meta poco attraente per i giapponesi. Per ovviare a ciò, chi è responsabile di reperire personale ha iniziato già da anni a volgere lo sguardo oltre i confini del Sol Levante. Nel processo, Twitter ha iniziato a giocare un ruolo di considerevole importanza.
L’uccellino blu gode di molta popolarità in Giappone, e tra i suoi utenti è possibile trovare una vasta quantità di personalità del settore anime. Animatori, registi, producer, production assistant, background artist e tante altre categorie. Ciò ha permesso di creare una rete capace di agevolare i contatti interni e rendere il settore più accessibile dall’esterno.
Anche prima dell’affermazione di Twitter il web si era dimostrato una risorsa promettente, specialmente per quanto riguarda il processo di recruiting. Nel lontano 2004 c’era già una figura particolarmente attenta alla ricerca di nuove leve attraverso metodi “non convenzionali”: Osamu Kobayashi. Approdato in Madhouse per dirigere una delle sue serie più rappresentative, BECK: Mongolian Chop Squad, il regista notò alcune interessanti animazioni che Ryosuke Sawa e Yuki Hayashi avevano pubblicato sul web, decidendo così di portarli a bordo nel progetto. Ad oggi Hayashi è un animatore incredibilmente bravo e talentuoso, mentre Sawa è ricordato per essere il leader dell’animazione digitale in Giappone, risultato ottenuto anche grazie agli insegnamenti che ha ricevuto dal leggendario animatore Norio Matsumoto.
Nelle sue fasi embrionali, il lento processo di affermazione del digitale nel Sol Levante è stato legato proprio alla figura di Sawa, giovando considerevolmente dall’apporto di nuove personalità che i progetti a cui ha partecipato hanno introdotto nel settore, proprio come fatto con lui da Kobayashi in passato. Birdy the Mighty: Decode e il suo sequel Birdy the Mighty: Decode 02 sono state le prime serie televisive animate a fare del digitale il loro fulcro, ma anche il palcoscenico d’ingresso nel mondo degli anime di Shingo Yamashita, ad oggi uno degli animatori in digitale più iconici della scena contemporanea, anche lui adocchiato su internet.
Da Birdy in avanti il mondo dell’animazione digitale ha continuato a crescere in maniera spedita, portandoci ad un presente dove studi come Science Saru (Devilman Crybaby) e OLM (Pokémon Sun&Moon, Esplorazioni Pokémon) ne fanno il loro cavallo di battaglia.
I tablet prima o poi sarebbero arrivati comunque con il passare del tempo, anche solo per ragioni legate all’efficenza e alla comodità. Tuttavia, lo sguardo attento di determinate personalità del settore, come quello di Kobayashi e Sawa o dell’assistente di produzione Shota Umehara, unito alla presenza di piattaforme che permettono di pubblicizzare gratuitamente ed efficacemente il proprio lavoro hanno largamente anticipato i tempi.
Il sempre maggiore numero di animatori reclutati grazie ad internet e portati a lavorare nell’industria degli anime ha iniziato a necessitare di una specifica definizione. Le ragioni erano principalmente due. La prima è che questi utilizzavano spesso il digitale, in contrasto con la normalità degli studi d’animazione. La seconda è che in molti casi eludevano il classico sistema di training necessario a raggiungere il ruolo di animatore chiave. Alle volte si trattava persino di figure che avevano imparato empiricamente ricalcando le animazioni dei loro beniamini, senza alcuna base teorica di fondo. Così è nata la definizione webgen: la generazione proveniente da internet.
A queste diverse generazioni di animatori webgen dobbiamo l’esistenza di progetti come To be Heroine di Studio LAN e Yozakura Quartet: Hana no Uta, parte del fascino di serie come Mob Psycho 100 o One Punch Man 2 ma anche singoli capolavori come il ventiduesimo episodio di Fate/Apocrypha di Nakaya Onsen e Hakuyu Go, il sessantacinquesimo di Boruto: Naruto Next Generations di Chengxi Huang o il decimo episodio della terza stagione di Yama no Susume, diretto da china (ちな).
Ad oggi, tuttavia, il fenomeno è così diffuso che il termine webgen ha iniziato a perdere il suo significato. L’industria degli anime ormai fa costantemente affidamento sul mondo di internet per sostenere i propri progetti, e il digitale continua a diffondersi sempre di più sia nel settore che tra le fila del pubblico. Studi d’animazione come WIT arrivano a pubblicare su Twitter annunci lavorativi, mentre altri come Ufotable dichiarano di volersi aprire al dialogo con i fan provenienti dall’estero.
Dall’Italia all’industria degli anime
L’apertura del mondo dell’animazione giapponese alla manodopera estera si è molto intensificata negli ultimi anni a causa della necessità di tappare le sempre crescenti difficoltà produttive. È proprio in questo contesto che è emerso un nuovo problema: la barriera linguistica. Per lavorare alle scene che vengono loro assegnate, gli animatori devono seguire le indicazioni della regia presenti negli storyboard, ma queste sono in giapponese e sfortunatamente non tutti gli animatori lo comprendono. Questa particolare situazione ha incoraggiato la nascita di una nuova mansione specifica volta a tradurre queste indicazioni dal giapponese all’inglese per permettere agli animatori di svolgere il loro lavoro.
Federico Antonio Russo ha lavorato come traduttore tecnico per due anni, partecipando a produzioni come Boruto: Naruto Next Generations, Kanata no Astra, Gleipnir e Sing ‘Yesterday’ for Me. Nel raccontare la sua storia, Russo fa emergere con chiarezza l’incisivo ruolo che la sua presenza online ha giocato nel permettergli di farsi strada nel settore.
L’esperienza di Russo in questo campo trova le sue origini nell’attività da blogger che continua a svolgere sul sito FAR from Animation, grazie al quale ha acquisito una certa notorietà all’interno della community, sia orientale che occidentale, di appassionati d’animazione giapponese presente su Twitter, conosciuta come sakuga community.
Il suo profilo Twitter è al momento seguito da più di 15 mila persone, e tra i suoi contatti vi sono svariate personalità che lavorano nell’industria degli anime. Russo è riuscito a tessere una sua rete di contatti, alle volta sfociata anche in amicizie, che gli ha permesso di contribuire alla creazione di diverse serie televisive animate.
“Tutto cominciò durante l’estate 2019”, racconta Russo a DrCommodore, “quando [l’animatore] Hachi […] mi chiese in maniera davvero inaspettata quanto bene sapessi il giapponese. […] Gli risposi dicendogli che lo sapevo abbastanza bene, e così mi propose di aiutarlo con una certa serie animata. All’epoca non credo vi fossero team di animazione in grado di fornire un vero e proprio supporto in lingua inglese agli animatori freelance stranieri con l’eccezione forse di Black Clover alla Pierrot, quindi l’unica alternativa per tutti quegli animatori che non sapevano il giapponese era quella di chiedere aiuto a qualche amico che potesse aiutare con la lingua.”
L’esperienza iniziale come traduttore tecnico per Russo è stata “traumatica”, specialmente a causa della difficoltà che ha avuto nel comprendere l’ostica grafia degli storyboard artist, spesso resa ancora più incomprensibile dalla fretta. Tuttavia, con il tempo la situazione è cambiata.
“Quando iniziai a sentirmi un pochino più sicuro sull’interpretare la grafia degli enshutsuka [registi dell’episodio] e sakkan [supervisori delle animazioni] decisi di scrivere sul mio profilo Twitter che accettavo anche lavori di questo tipo e ben presto me ne furono proposti vari”. Come raccontato proprio da Russo, infatti, “[…] molti assistenti di produzione sono abbastanza connessi con la sfera giapponese degli appassionati di sakuga su Twitter […]”.
“Si tratta sicuramente di un ambiente produttivo in divenire, ma sono certo che facendo i giusti investimenti in termini finanziari su questo aspetto si possa sicuramente creare un ambiente di lavoro più solido e ospitale per tutti gli animatori che lavorano da remoto e non conoscono il giapponese”, afferma Russo.
La vita lavorativa di Russo in questo campo non ha giovato soltanto dalla presenza sui social network. “Tutto è cominciato grazie ad amicizie su Discord più che su Twitter in senso stretto” chiarisce Russo, “però ora l’uccellino blu è diventata la mia piattaforma principale sulla quale parlare di lavoro con potenziali clienti. Anche se ho persino contatti che mi scrivono soltanto via mail.”
Nonostante la crescente necessità di intermediari, Russo non è particolarmente ottimista sul suo futuro in questa specifica area dell’industria degli anime. A suo dire, gli studi d’animazione si stanno progressivamente accorgendo della necessità di evitare incomprensioni con gli animatori, ma sembra che la tendenza generale sia quella di “affidare questo ruolo a personale interno degli studi, […] o addirittura [ad] assistenti di produzione o production desk che semplicemente conoscono l’inglese”.
“Ricordo una divertente storia di un certo assistente di produzione promosso quasi istantaneamente a production desk semplicemente perché era in grado di parlare inglese. O ancora di assistenti di produzione che scongiurano i propri insegnanti di inglese delle superiori di aiutarli a tradurre i materiali di produzione (ride)”.
L’internet e gli anime oggi
Come tante altre serie stagionali, il recente Wonder Egg Priority ha dovuto affidarsi a dell’aiuto esterno tramite internet per riuscire a mantenere in piedi la produzione, spesso con difficoltà e senza comunque riuscire ad arrivare fino alla fine. Tuttavia, WEP rappresenta un pezzo importante per la storia della community sakuga riunitasi su Discord e Twitter, in quanto il suo decimo episodio ha fornito a quelli che per anni sono stati appassionati e studiosi del settore e aspiranti animatori la possibilità di partecipare alla creazione di un vero anime. Utenti rispettati e ben conosciuti, come Blou e J-Mulli ma anche nuovi promettenti artisti come l’illustratore Ani e l’animatore italiano Ozner, hanno contribuito alla realizzazione dell’episodio.
Russo stesso ha partecipato alla puntata in qualità di traduttore tecnico.
“[…] col passare del tempo la forza lavoro necessaria per concludere degnamente una serie così ambiziosa si faceva sempre più mastodontica”, spiega Russo, “così è stato necessario chiamare alle arme molti animatori, anche piuttosto inesperti ma non per questo privi di enormi potenzialità […] che avrebbero tutti avuto a breve il loro debutto nei crediti di coda con ogni probabilità”.
Stando a quanto affermato da Russo, ad aprire le porte a questa possibilità è stata la partecipazione al progetto del già menzionato Shota Umehara.
Nonostante questo, per Russo definire il decimo episodio di WEP come l’episodio degli appassionati sakuga è riduttivo ma “ha certamente il suo fondo di verità, specialmente se prendiamo in considerazione anche l’apporto organizzativo dato da un totale outsider come Blou che ha materialmente reclutato gli ultimi animatori necessari per portare alla sua conclusione il processo di second key animation“. “Le sue interazioni con vari aspiranti animatori su Twitter e su Discord”, continua Russo, “si sono rivelate fondamentali per concludere l’episodio in tempo per la messa in onda”.
Blou è inoltre uno dei volti principali di Studio Tonton, un circolo di artisti amatoriali che ha riunito tantissimi aspiranti animatori provenienti da tutto il mondo. Proprio di recente Studio Tonton ha pubblicato il suo primo progetto: una opening fanmade di Naruto. L’idea per l’opening è nata su di un server Discord di appassionati, ed è stato possibile grazie alla grande quantità di contatti su internet che individui come Blou sono riusciti a crearsi col passare del tempo grazie a Discord e a social network come Twitter.
In un’intervista Blou ha affermato che Studio Tonton ha in serbo nuovi progetti. Non è da escludere che, con il passare del tempo, Studio Tonton possa riuscire ad inserirsi nel mondo degli anime e a fornire assistenza alle produzioni anime stagionali.
Se da un lato quella di Studio Tonton è una storia che si basa su dinamiche di certo non comuni, l’attuale panorama televisivo giapponese è pieno di nuovi Wonder Egg Priority. Il fenomeno di recruiting su Twitter avviene sempre più alla luce del sole e frequentemente. Pur esagerando scherzosamente, chi fa parte della community di appassionati d’animazione giapponese, segue attentamente l’industria e conosce persone che ne fanno parte, la pensa in maniera abbastanza chiara riguardo l’impatto di internet, e nello specifico di Twitter, sull’industria degli anime: