Ecco il provato della seconda demo di Resident Evil: Village con Ethan protagonista
Una stanza illuminata da una fioca luce; sfarzosa, lussuosa, seppur lugubre e terribilmente inquietante. Un castello, apparentemente disabitato. Strani rumori, oggetti che escono improvvisamente dal terreno richiedendoci di inserire qualcosa al loro interno. Questo il setting iniziale della seconda demo di Resident Evil: Village, ambientata nel castello dell’ormai celebre Lady Dimitrescu, che si staglia minaccioso sull’intero villaggio ove era ambientata la precedente demo.
Essendo le basi del gameplay le stesse di cui vi abbiamo parlato nell’analisi di “Villaggio“, in questo provato ci concentreremo in particolare sulle sensazioni che ci ha suscitato l’oscura dimora, che ci ha dato la sensazione di essere la punta di diamante di una produzione che, da quello che abbiamo potuto vedere fino ad ora, promette di essere ottima.
Il castello
Indossati ancora i panni di Ethan Winters, sempre in cerca della piccola figlia Rose, ci siamo subito addentrati nelle profondità dell’abitazione di Alcina Dimitrescu e delle sue figlie, venendo immediatamente rapiti dall’opulenza dell’ambientazione: a metà tra il gotico ed il barocco, con l’ovvia conseguenza di un colpo d’occhio in costante equilibrio tra l’elegante ed il kitsch; se il villaggio con i suoi spazi aperti non ci aveva convinto appieno, quantomeno dal punto di vista del puro terrore procurato, lo stesso non si può dire dell’enorme magione delle vampire, che saranno presumibilmente le antagoniste con più minuti a schermo di questa nuova iterazione della saga targata Capcom.
Il Castello trasuda identità da ogni poro, ed è capace di colpire anche nei soli 30 minuti disponibili per la prova, sempre in accesso anticipato ed in esclusiva sulle console PlayStation. Ogni stanza infatti sembra voglia raccontare un pezzo di storia delle sue mostruose inquiline, ed ogni dettaglio è funzionale alla creazione di un’atmosfera che sarà sicuramente capace di stupire il giocatore in più di un’occasione.
Dopo aver incontrato una delle novità di Resident Evil: Village, e cioè il Duca, un mercante che ci permetterà di acquistare o potenziare armi ed equipaggiamento, ci siamo subito gettati in un’esplorazione matta e disperata, memori del poco tempo a nostra disposizione;
dopo aver risolto un facile enigma, abbiamo fatto la conoscenza di una delle inquietanti figlie di Lady Dimitrescu, pronta a farci patire sin da subito le pene dell’inferno per il semplice fatto di essere lì. La ragazza era immune a qualunque delle armi in nostro possesso, proprio come i Tyrant delle scorse iterazioni della saga, e ci ha messo davvero poco a causare al povero Ethan ingenti danni. Dopo essercela data a gambe, abbiamo trovato la salvezza lanciandoci in delle inquietantissime segrete, già esplorate durante Maiden, la primissima demo del gioco.
I lugubri sotterranei, realizzati in maniera davvero evocativa, hanno saputo come terrorizzarci in più di un’occasione, sia grazie all’eccelso sound design della produzione che a causa di alcuni esseri simili a dei Ghoul. Questi ultimi, in numero decisamente esagerato rispetto alla nostra potenza di fuoco, ci hanno perseguitato ed inseguito per tutta la zona, infine costringendoci all’arma migliore in soccorso di ogni buon fan dei survival horror: la fuga.
Tornando sugli esseri che ci hanno dato tanto filo da torcere, essi risultano almeno dal punto di vista del design più riusciti ed ispirati degli orribili Lycan che popolano il villaggio. A differenza di questi ultimi, però, i Ghoul sono partiti subito all’attacco, mettendo in mostra un pattern meno ricercato rispetto ai mannari, basato sull’approccio a viso aperto e facendosi forti del proprio numero contro il povero Ethan. Tutto il contrario dello studio dell’avversario e delle tattiche “stealth” promesse dagli sviluppatori – ed in parte viste nella precedente demo – per quanto concerne il gameplan licantropo nell’abbattere il nemico.
Neanche il tempo di fuggire dai non morti, che ci siamo ritrovati di nuovo di fronte alla figlia di Lady Dimitrescu. Nel filmato che chiude questa brevissima demo, infatti, la spettrale fanciulla ‘delle locuste’ sembra avere la meglio su di un ormai inerme Ethan Winters. Gli orrori di casa Baker dunque sembrano bazzecole rispetto a quelli che il protagonista dovrà affrontare nel castello Dimitrescu; orrori questi che, tutto considerato, non vediamo l’ora di scoprire.
L’analisi
Come nella prima demo, dal punto di vista tecnico Resident Evil: Village fa davvero la sua sporca figura. Su PS5, con Ray Tracing attivo, il gioco continua a rimanere estremamente stabile nei FPS, nonostante la gran mole di nemici presenti a schermo. A proposito di Ray Tracing, non possiamo non consigliare a tutti i possessori di console next-gen di attivarlo senza timori, anche a scapito di un cap al frame rate leggermente minore; il prezzo da pagare per ammirare la meravigliosa illuminazione degli interni del castello sembra essere decisamente irrisorio, rispetto a quanto ne guadagni l’esperienza in termini di atmosfera.
Per il resto, siamo davanti al solito, eccellente RE Engine, che si conferma come uno dei migliori motori grafici su piazza. Ottimo anche il sound design, come già ribadito, così come il doppiaggio del Duca e della figlia di Lady Dimitrescu, disturbante ed in linea con il personaggio anche in italiano.
L’appuntamento per provare in prima persona la demo completa sulle altre piattaforme è dunque aggiornato al prossimo 2 maggio – 60 minuti a disposizione, dalle ore 2.00 e per le 24 ore successive.
Insomma, non possiamo fare altro che attendere speranzosi il 7 maggio, giorno di lancio del titolo. Per ora, Resident Evil: Village sembra essere un prodotto eccellente; speriamo che anche il gioco completo riesca a confermare quanto visto in questi 60 minuti di demo. Cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento!