Ecco la nostra recensione di NieR Replicant ver. 1.22474487139
Nell’ormai lontanissimo 2010, tra un Castlevania: Lords of Shadows, un Assassin’s Creed: Brotherhood ed un Alan Wake, faceva capolino nei negozi un JRPG molto particolare, che in copertina mostrava un uomo di mezz’età estremamente muscoloso e dal design molto “giapponese”. Si trattava di NieR, titolo partorito dalla mente di un eccentrico sceneggiatore giapponese che risponde al nome di Yoko Taro.
I pochi videogiocatori attratti da quell’opera, arrivati a casa con la loro personalissima copia, si trovarono davanti ad un titolo ottimizzato davvero male, imbottito di problemi tecnici e di scelte di gameplay piuttosto discutibili; nonostante ciò tuttavia, per i pochissimi interessati, NieR divenne una sorta di videogioco di culto per svariati motivi, tra cui una direzione artistica da applausi ed un comparto narrativo e meta-narrativo di primissimo livello. Insomma, il titolo ebbe poco successo, ma riuscì comunque a creare una piccola fan base che si sarebbe espansa a dismisura con la pubblicazione del suo diretto sequel: NieR Automata.
Eppure, gli sviluppatori cercarono di mettercela tutta per permettere al loro prodotto di sfondare anche in Occidente. Le versioni europee ed americane di NieR, infatti avevano un protagonista diverso rispetto alla versione giapponese, in quanto, almeno secondo Cavia, il muscoloso omaccione di mezza età avrebbe attratto più pubblico rispetto all’esile e leggermente stereotipato teenager protagonista della versione originale di NieR. Per questo nacquero dunque due versioni del titolo: quella orientale, sottotitolata Replicant e quella occidentale, denominata invece Gestalt.
Come dicevamo, dopo la pubblicazione di Automata, la saga di NieR riuscì a guadagnarsi il successo che meritava; per questo motivo, Square Enix ha deciso di pubblicare una versione riveduta e corretta dell’originale ad un decennio o poco più dal lancio, chiamata NieR Replicant ver. 1.22474487139, sviluppata da ToyLogic. Non siamo davanti né ad un remake né ad una remastered, ma ad un ibrido che corregge, e bene, tutti i difetti del titolo originale. Il gioco, in arrivo il 23 aprile 2021 su PS4, Xbox One e PC, è stato già protagonista di un’anteprima sui nostri lidi. Ma adesso è arrivato, finalmente, il momento di dirvi cosa pensiamo di questo bizzarro e folle JRPG.
Ombre e ‘Necrografia’
Ambientato in un mondo ormai in rovina, popolato da strani esseri chiamati Ombre, NieR: Replicant ver. 1.22474487139 ci farà vivere le gesta di un giovanissimo ragazzo orfano, dal nome totalmente personalizzabile e che per comodità chiameremo “Nier“, la cui tranquilla vita viene scossa dall’improvvisa malattia della sua piccola sorella Yonah. La giovane ragazza ha contratto infatti la Necrografia, un male che viene ricondotto proprio all’origine stessa delle Ombre, e che senza adeguate cure potrebbe risultare fatale. Determinatosi a trovare un rimedio per la piccola Yonah, Nier, durante una spedizione alla ricerca di ingredienti utili ad alleviare le sofferenze della sorella, incrocia un misterioso tomo magico, chiamato Grimoire Weiss; questo libro, borioso e chiacchierone, promette al giovane di avere la possibilità di curare Yonah, a patto che egli riesca a recuperare delle parole magiche chiamate versi sigillati, utili proprio a distruggere la Necrografia che ha colpito la giovane.
Durante la spedizione per il recupero di suddetti versi, Nier farà la conoscenza di due personaggi piuttosto particolari che si uniranno a lui: Kainè ed Emil. La prima è una giovane e burbera ragazza, esiliata dal suo villaggio di origine per dei motivi che verranno resi noti durante la seconda parte dell’avventura, mentre il secondo è un bambino che ha il potere della mitologica Medusa: incrociare il suo sguardo infatti significa restare pietrificati.
Il viaggio che aspetta i tre protagonisti sarà lungo, emozionante e pieno di momenti iconici, crudi e ricchi di pathos. Per evitare spoiler non ci dilunghiamo oltre le premesse sopra indicate per descrivere la trama di NieR: Replicant ver. 1.22474487139; sappiate solo che quella che abbiamo descritto non è altro che la superficie di un comparto narrativo profondo e di altissimo profilo.
La sceneggiatura di NieR: Replicant ver. 1.22474487139 è infatti un piccolo gioiellino, così come la caratterizzazione dei tanti personaggi che fanno parte di questo bizzarro mondo. Esclusi forse il protagonista e Yonah, la cui scrittura ci è sembrata leggermente stereotipata e troppo aderente ai soliti canoni propri della narrativa giapponese, la caratterizzazione e le storie nascoste dietro ad Emil, Grimoire Weiss e Kainè ci hanno convinto sotto tutti i punti di vista. Ogni personaggio è stretto dalle catene dei propri drammi, dei propri problemi, della propria condizione, che non gli permette di vivere la vita che avrebbe voluto e meritato. L’ostracismo della popolazione del Nido nei confronti di Kainè, il suo tormento interiore, il dolore per la perdita di una persona cara, così come l’impossibilità di vivere una vita normale di Emil sono forse i temi preponderanti dell’opera, molto più di quelli della main quest del protagonista, che sono perlopiù legati all’amore verso l’unico affetto che ha.
La delicatezza e la crudeltà che si denota nella trattazione degli stessi è di altissimo livello; cutscene e dialoghi dedicati ai due personaggi sapranno farvi scendere una lacrima più di una volta. Durante l’avventura ci è infatti sembrato che l’intero comparto narrativo di NieR ruoti attorno al concetto del considerare malvagio e diverso qualcosa, o qualcuno, che non lo è realmente. E forse è questo il messaggio che vuole mandare Yoko Taro; fermarsi all’apparenza è sbagliato, sempre. Ogni personaggio dell’opera, comprese le Ombre, nasconde molto più di quello che il gioco vi permette di vedere superficialmente. A conferma di ciò ci sono le ormai classiche run secondarie, come da tradizione nei titoli targati Taro, utili non solo a ‘sbloccare’ i diversi finali disponibili, ma anche a dare una visione più chiara ad un mondo complesso e sfaccettato, che cela sapientemente agli occhi del giocatore la sua vera, spesso terribile natura. Le rivelazioni di NieR Replicant sapranno come sconvolgere e far riflettere il giocatore, donando importanza anche ad una banalissima spadata contro una delle Ombre che infestano il mondo di gioco.
Anche gli svariati personaggi secondari presenti, tra cui spiccano su tutte Devola e Popola, le due “governatrici” del villaggio del protagonista, riescono ad essere egregiamente caratterizzate, ricoprendo un ruolo estremamente importante all’interno del titolo.
La narrazione è dunque, al netto di qualche passaggio leggermente poco riuscito, uno dei più grandi punti di forza di NieR Replicant; il lavoro fatto da Yoko Taro si riconferma egregio, sotto praticamente tutti i punti di vista, ed è capace addirittura di rendere il giocatore parte integrante della narrativa, così come succedeva anche in Automata. Peccato solo per l’eccessiva stereotipizzazione del protagonista, che avremmo preferito leggermente più complesso ed, in definitiva, “profondo”.
La spada, il grimorio e tutto il resto
Nelle precedenti righe abbiamo definito NieR Replicant come un JRPG, forse in maniera impropria. Il titolo di Yoko Taro infatti, nonostante affondi le sue radici negli stilemi classici dei giochi di ruolo giapponesi, presenta una struttura piuttosto variegata, capace di commistionare sapientemente un gran numero di generi ed allo stesso tempo di decostruire il classicismo che permea la ruolistica orientale, offrendo al pubblico un titolo che definire singolare è un eufemismo.
Oltre alle classiche sezioni fatte da combattimenti estremamente scenografici, da un’esplorazione neanche troppo approfondita e dalla risoluzione di enigmi in dungeon dallo spirito zeldiano, NieR Replicant presenta una serie di sezioni di gioco, unite in maniera piuttosto naturale al gameplay “base”. Vi ritroverete infatti a giocare fasi platform 2D, altre da TPS “bullet hell”, fino ad arrivare addirittura a delle vere e proprie avventure testuali. Così come per Automata, questi repentini cambi di genere non solo avvengono con estrema naturalezza, ma contribuiscono a donare a Replicant una freschezza che ancora oggi riesce a funzionare, capace di far dimenticare il fatto che il titolo sia stato originariamente creato più di una decina di anni fa.
La decostruzione di cui vi parlavamo in precedenza non si sostanzia solo in questi repentini cambi di genere, ma anche e soprattutto nella gestione di determinate missioni secondarie. Se alcune di queste infatti risultano essere ben strutturate e ricche di nemici unici e boss opzionali, altre, ricalcando le classiche e piuttosto noiose fetch quest presenti in praticamente tutti i JRPG, si prodigano nel prendere in giro il genere videoludico d’appartenenza ed il giocatore stesso, facendo una vera e propria opera di satira ai cliché; dopo aver girovagato per la mappa e discusso con chi di dovere, spesso vi ritroverete con un nulla di fatto ed un pugno di mosche. Chiaramente questo non è l’unico esempio dell’operazione messa in atto da Cavia nel titolo originale e trasposta nell’odierna riproposizione, ma lasceremo a voi il (dis)piacere della scoperta di questa o quella secondaria volta allo scopo.
In sostanza dunque, l’autorialità propria di Yoko Taro, che i più avranno imparato ad apprezzare giocando Automata, riesce a sopperire ad alcune mancanze e ad una leggera ripetitività di fondo, divenendo essa stessa il vero punto di forza di quest’opera. Alcune scelte potrebbero far storcere il naso ai puristi, ma tutti gli altri apprezzeranno, e tanto, le componenti dell’impianto ludico di Replicant.
Appare necessario fare una digressione sul combat system della produzione che, nella sua versione originale, era afflitto da numerosi problemi causati soprattutto dalla totale assenza di lock on. Vi anticipiamo subito che, per fortuna, le cose sono cambiate.
Il sistema di combattimento di questo titolo, seppur non particolarmente strutturato, è bello da vedere e divertente da giocare. La concatenazione tra attacchi leggeri e pesanti (da sferrare tramite la pressione istantanea o prolungata dei tasti adibiti all’attacco) parry e schivate darà vita ad una concatenazione di combo estremamente rapida e particolarmente scenografica, esaltata da una serie di acrobazie compiute dall’agile protagonista. Nella seconda parte dell’avventura, l’arsenale di armi (ognuna con i propri valori d’attacco e soprattutto la sua storia, che amplia a dismisura la lore del mondo) a nostra disposizione si amplierà; oltre alla classica spada leggera infatti, saranno presenti degli spadoni e delle lance, ognuna con il suo peso e soprattutto il suo moveset.
Starà a voi scegliere, in quella fase di gioco, quale sarà lo stile più adatto alla vostra persona. La componente ruolistica di NieR si sostanzia soprattutto nell’utilizzo e nella personalizzazione delle armi; durante l’avventura infatti vi ritroverete a raccogliere delle parole magiche da “equipaggiare” su ognuna di esse, per un massimo di due; tali parole vi assicureranno un bonus, che potrà riverberarsi sia sui vostri valori di attacco o mana, sia sugli effetti stessi dell’arma, che potrà ad esempio essere più efficace del solito contro le Ombre corazzate.
Ovviamente, oltre alle varie lame, il combat system di NieR Replicant si basa, più di quanto lo facesse Automata con i POD, sull’utilizzo dei poteri di Grimoire Weiss. Oltre ai classici proiettili energetici, utili ad infliggere danno aggiuntivo ai nemici, tutti i versi sigillati che recupereremo doneranno al burbero tomo magico dei nuovi poteri da utilizzare in battaglia; si passa da quelli più difensivi, come quello che permette al protagonista di assorbire gran parte dei colpi inflitti dai nemici, a quelli più offensivi, che vi permetteranno di evocare lance spiritiche dal terreno o enormi mani capaci di infliggere gravi danni alle Ombre che vi attaccheranno. A differenza di Automata però, in cui i POD sembravano essere un po’ fuori posto durante i combattimenti, in NieR Replicant le meccaniche che regolano scontri e soprattutto le splendide boss fight sembrano essere state disegnate appositamente per l’utilizzo massiccio del tomo brontolone. Alcuni dei boss, tutti estremamente vari e parecchio evocativi, anche se piuttosto semplici, sono stati appositamente creati per utilizzare solo i poteri di Weiss; tale decisione infatti contribuisce sicuramente ad aumentare la varietà dei combattimenti e, soprattutto, il divertimento del giocatore.
Tra una remastered ed un remake
NieR Replicant ver. 1.22474487139, come è ovvio che sia data la sua natura ibrida tra remastered e remake, offre diverse e sostanziose novità rispetto al gioco uscito ormai una decina di anni or sono. Innanzitutto i combattimenti sono stati resi più fluidi ed allo stesso tempo più gestibili, grazie all’implementazione del lock on; inoltre ToyLogic ha inserito una modalità di combattimento totalmente automatica, utile a tutti i giocatori che non desiderano fare altro che godersi la storia. All’interno del gioco è stata inoltre aggiunta una nuova missione principale, che si collega in maniera estremamente coerente e naturale al resto della narrazione, e delle piccole missioni secondarie che faranno la gioia di tutti quelli che al giovane protagonista, preferivano il cosiddetto “daddy Nier”. Ovviamente, accanto a queste aggiunte, c’è una veste grafica rinnovata, ma che comunque mostra il peso degli anni. Se infatti la direzione artistica risulta eccelsa, come al solito quando si parla della saga di NieR, lo stesso non si può dire per gran parte delle texture di gioco, che sono state si riportate in HD ma che mostrano comunque una cura per il dettaglio davvero bassa. In generale, esclusi gli ottimi modelli di personaggi e nemici, anch’essi totalmente rinnovati, NieR Replicant 1.22474487139 non è esattamente una gioia per gli occhi, nonostante riesca a girare a 4K e 60 FPS granitici, almeno su PS5, console su cui abbiamo effettuato la nostra prova.
Discorso a parte invece quello relativo alla colonna sonora; Keichi Okabe ha creato, come al solito, un accompagnamento musicale mostruoso, che rasenta la perfezione. Ognuno dei momenti più importanti dell’avventura, siano essi cutscene di rilievo o scontri con i boss, è accompagnato da melodie capaci di restare impresse a lungo nella mente del giocatore e, soprattutto, di farlo emozionare. Siamo sicuri che una volta portato a termine il titolo, correrete su Spotify ad ascoltare e riascoltare le composizioni del maestro, facendovi venire i brividi ogni volta come se fosse la prima. In questa versione di Replicant sono stati inoltre aggiunti nuovi brani, oltre che una piccola sorpresa per tutti i fan di Automata.
In conclusione…
NieR Replicant ver. 1.22474487139 è dunque un gioco da recuperare assolutamente e che, nonostante il peso degli anni, riesce ancora ad offrire una formula di gioco fresca e particolarmente riuscita. La narrazione, colonna portante di questo titolo, riesce ad emozionare, a far commuovere e soprattutto riflettere, a patto di scendere a compromessi con le bizzarrie partorite dalla folle mente di Yoko Taro, tra cui riscontriamo ancora una volta una smodata passione per la meta-narrativa, capace di coinvolgere il giocatore più di quanto si immagini. Rispetto al titolo originale, la versione odierna riesce ad offrire anche un comparto ludico di tutto rispetto, che al netto di qualche faciloneria riesce a divertire e a non annoiare neanche dopo le svariate run utili a sbloccare tutti i finali. Purtroppo l’aggiornamento grafico non è dei migliori, a differenza della colonna sonora che risplende, come sempre, di una luce abbagliante. Se avete amato NieR Automata, non possiamo fare altro che consigliarvi questo titolo; se non sapete di cosa stiamo parlando invece, vi conviene partire da qui ed immergervi in un mondo che, nel 2010, venne semplicisticamente bistrattato ma che merita il successo raggiunto.