Una campagna di Sextortion prende di mira persone accusandole di pedofilia.
Gatefy, un’azienda specializzata nella messa in sicurezza di e-mail aziendali, ha bloccato una truffa di Sextortion che, negli ultimi giorni, stava avvenendo ai danni di persone accusate di pedofilia.
Con sextortion si indica un tipo di truffa che fa leva sui gusti sessuali delle vittime che, per pudore o paura di essere scoperte, cedono al ricatto e si fanno estorcere denaro.
In questo caso, i truffatori avevano mandato mail con frasi del tipo “So che sei un pedofilo, pagami o lo dico a tutti” oppure “Sono affiliato ad Anonymous, ma per tua fortuna mi interessano solo i soldi“. Affermavano, inoltre, di possedere video a prova di quanto sostenevano.
Il pagamento era richiesto in Bitcoin. La vicenda ha ricordato a molti il famoso episodio Shut up and dance di Black Mirror, in cui i protagonisti venivano ricattati.
Su Blockchain Explorer risulta che nessuna transazione sia avvenuta, dunque la truffa è stata fermata tempestivamente. Secondo Gafety, la campagna di sextortion avrebbe preso ispirazione da un’altra avvenuta mesi fa negli USA.
Malware Bytes ci tiene a sottolineare che non sempre i truffatori hanno effettivamente avuto accesso ai dati delle vittime. Il più delle volte sfruttano vecchie password degli utenti rubate durante Data Breach e diffuse on line, per far credere loro di essere vulnerabili.
L’Electronic Frontier Foundation, un’associazione no profit, pubblica continuamente template usati da vari truffatori, per non far abbassare la guardia a potenziali vittime estrorsione.
Infatti, non sono rari i casi in cui l’estorsione riesce. Talvolta i ricattatori sono davvero in possesso di materiale compromettente, sebbene capita più spesso quando le persone si espongono a webcam inconsapevolmente piuttosto che in seguito a un’azione di hacking.
A proposito di Hacker, vi ricordate dell’attacco ai server di ho.mobile? Per maggiori informazioni, date un’occhiata qui.