John Garvin, Creative Director di Days Gone, tuona contro il mancato supporto del titolo al lancio: senza, è inutile aspettarsi un sequel
Durante una live sul canale YouTube di David Jaffe, papà di God of War, il Creative Director e Sceneggiatore di Days Gone John Garvin ha esternato tutta la sua amarezza per il mancato supporto al titolo nel momento del lancio:
“Ho un’opinione su qualcosa che il tuo pubblico potrebbe trovare interessante, e che potrebbe far arrabbiare qualcun altro: Se ami un gioco, compralo al fo***to prezzo pieno! Innumerevoli volte ho sentito dire ‘Sì, prendo questo gioco in sconto o tramite PS Plus e simili”.
Quindi l’ospite ha prontamente ribattuto, domandandogli come sia possibile sapere se si amerà un titolo o meno, prima di averlo effettivamente giocato. Garvin ha dunque replicato:
Non puoi. Dico soltanto che non devi lamentarti se un gioco non ha un sequel quando non viene supportato al lancio (…) Se compri i titoli a prezzo pieno, sappi che stai supportando direttamente gli sviluppatori.
Lo sceneggiatore ha poi specificato però come, non lavorando più per Sony Bend Studio, non possa essere completamente consapevole degli effettivi numeri totalizzati da Days Gone nelle prime settimane dal lancio.
A questo punto non è mancata ulteriore benzina sul fuoco circa il proprio allontanamento dalla compagnia dell’Oregon. Questo, infatti, a giudicare dalle seguenti dichiarazioni, ha pericolosamente a che fare con la spigolosa tematica del Crunch Time – sulla quale trovate qui la nostra posizione:
Si è trattata di una lunga e complessa gestazione di sei anni, ed ho lavorato sei anni in crunch. Sapete che vi dico? A me piace lavorare così (…) Amo ciò che faccio e quindi non mi pesa, ma non significa che sia una cosa positiva per me. Dunque gli ultimi due anni, lontano dallo Studio, sono stati una benedizione. Faccio ciò che voglio: Ho scritto tre libri ed è tutt’altro mondo.
Successivamente nell’intervista, Garvin ha però sveltato di non essere una persona troppo socievole sul lavoro, più un tipo da piccole e medie realtà, com’era Bend Studio alla sua fondazione.
Il proprio allontanamento, dunque, sarebbe da ricondurre più ai propri tratti caratteriali, al non essere la personalità adatta a quel tipo di situazione che a motivi esterni.
Cosa pensate di queste dirompenti dichiarazioni, che sono totalmente in contrasto rispetto alla recente riflessione di Michael Pachter sul prezzo dei videogiochi? Fatecelo sapere con un commento!