L’analista Pachter contro l’aumento dei prezzi: le compagnie “impareranno la lezione” a loro spese
L’analista Michael Pachter è ben noto nell’ambiente videoludico per i propri pareri in controtendenza, che gli sono valsi la fama da ‘Bastian Contrario‘ molto spesso in passato.
Poche ore fa ha tenuto fede al suo buon nome, tornando alla carica con un parere netto sull’aumento del prezzo dei videogiochi. Lo ha fatto durante l’ultima puntata di Pachter Factor, videorubrica curata per SIFTD Games, in cui l’analista risponde alle domande dei lettori:
“Penso che le aziende siano incredibilmente avide (…) e che sia una mossa voluta dai publisher. Capisco totalmente l’inflazione: sapete, i biglietti del cinema che costano 10$ ora, costavano 5$ venticinque anni fa. Il punto è che i videogiochi hanno acquisti in-game e dlc.
Se ti dicessero :’ un gioco costa 70$ ma, di questi, 10 restano tuoi come valuta in-game’, credo che a nessuno darebbe fastidio. E’ semplicemente stupido chiedere 70$ per un gioco da 60$:
I costi di produzione non sono materialmente più alti nel 2021, rispetto a quello che erano nel 2019. Si tratta solo di un pretesto. Se la gente è disposta a pagare di più, tu semplicemente alzi il prezzo. Persino i tool di sviluppo costano una frazione di quello che costavano un po’ di tempo fa”.
Proseguendo poi il discorso sull’incredibile esplosione del mercato free-to-play negli ultimi anni, focalizzandosi sul fallimento di COD Blackout e sul successivo trionfo di Warzone, che testimonia un netto cambio di rotta nelle strategie di Activision, in tal senso.
“Tutto ciò dimostra che questo modello di business è molto più redditizio del vendere un titolo a prezzo maggiorato. Perciò perché essere così imbecilli da alzare il prezzo da 60$ a 70$? E’ semplicemente idiota. Impareranno la lezione.”
Cosa pensate di questa analisi? Si tratta di una visione sommaria della faccenda e del medium o credete che ci sia molto di vero? Fatecelo sapere con un commento!