Truffa a tema Harry Potter con le uova di Pasqua
I Nas dei Carabinieri di Pescara, impiegati in un’indagine volta a contrastare la contraffazione alimentare e le frodi durante il periodo festivo si sono imbattuti in un’abitazione privata “sprovvista dei minimi requisiti igienico sanitari” trasformata in un laboratorio clandestino “per il riconfezionamento di uova pasquali precedentemente acquistate a basso costo presso discount alimentari, e rivendute, attraverso l’utilizzo di canali social (Facebook, etc.) come di propria produzione artigianale a prezzi anche quadruplicati” utilizzando, per invogliare l’acquisto, involucri “riproducenti famosi personaggi di un notissimo sequel cinematografico per ragazzi“.
In altre parole, i due individui fermati, compravano uova di Pasqua da supermercati e discount e sostituivano l’incarto con immagini tratte dalla saga di Harry Potter (come, ma non solo, la Mappa del Malandrino) e le vendevano come uova artigianali a cifre di molto maggiorate rispetto al valore commerciale dell’uovo.
Il problema, tuttavia, non riguarda solo l’incarto e la successiva rivendita dei prodotti (pratica di per se illegale, in quanto le uova erano spacciate come prodotti di un non precisato laboratorio artigianale) ma anche e soprattutto perché venivano vendute senza un’etichetta che certificasse data di scadenza, ingredienti e provenienza del cioccolato.
Capitolo a parte invece per quanto riguarda le sorprese. Pur essendo vendute come uova a tema Harry Potter, la sorpresa contenuta nell’uovo era assolutamente scollegata alla saga cinematografica. I più “fortunati” hanno effettivamente trovato un oggetto a tema: all’esterno di alcune uova era presente infatti un sacchettino contenente una sorpresa su Harry Potter. Ma anche in questo caso la provenienza non è quella che ci si aspetterebbe. Si trattava infatti di gadget che venivano dati in omaggio, un po’ di tempo fa, con un tot di spesa in una nota catena di supermercati.
Gli inquirenti stimano che negli ultimi 15 giorni siano state vendute oltre 300 uova per un valore che si aggira intorno agli 8000 euro.
I due sono stati segnalati alla Procura di Pescara per il reato di frode nell’esercizio del commercio.
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