Fate/Stay Night Heaven’s Feel III. Spring Song è arrivato finalmente su Netflix. Ecco le nostre prime impressioni rigorosamente senza spoiler.
No, non è uno scherzo né un pesce d’aprile: alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo mesi di attesa, rimandi e dubbi anche noi in Italia possiamo vedere Fate/Stay Night: Heaven’s Feel III. Spring Song. Il film doveva uscire originariamente a luglio 2020 ma il ritardo nelle sale giapponesi e la successiva chiusura dei cinema da noi in autunno ne ha impedito la proiezione.
Al posto di venire proiettato in sala il film è stato reso disponibile su Netflix da Dynit. Una alternativa sicuramente gradita che ci ha finalmente permesso di vedere l’ultimo e conclusivo capitolo della trilogia cinematografica dedicata ad Heaven’s Feel. Vi ricordiamo, prima di cominciare, che qui su DrCommodore trovate le recensioni no spoiler del primo e del secondo film della saga.
Ma ora basta premesse, iniziamo a parlare della pellicola.
Una pellicola opprimente e frenetica
Fate/Stay Night Heaven’s Feel III inizia nel bel mezzo dell’azione, ancora di più rispetto al predecessore, e per tutta la sua durata non lascia un solo minuto di respiro allo spettatore. Del resto, visto il finale dello scorso film, che termina con l’omicidio di Shinji ad opera di Sakura, non potevamo certo aspettarci un inizio tranquillo.
Se lo scorso film aveva qualche momento più calmo garantito dalla leggera componente slice of life ancora presente, il terzo ed ultimo capitolo della trilogia di Fate/Stay Night Heaven’s Feel non vi lascerà distogliere lo sguardo neppure un secondo. Durante le due ore di film assisteremo a uno scontro dopo l’altro, tutti ugualmente mozzafiato e realizzati in maniera spettacolare da Ufotable, che come sempre si riconferma affidabilissima per quanto riguarda le animazioni.
Le due ore di film scorrono come se fosse nulla tra scontri e confronti frenetici, e anche le scene in cui sembra non succedere nulla – quelle delle spiegazioni – non sono da meno. Finalmente riceviamo risposte ad interrogativi che ci tormentavano da Fate/Zero, e il modo in cui Ufotable riesce a mettere sulla scena le informazioni e i colpi di scena lascia semplicemente i brividi.
Senza fare spoiler, una spiegazione che Ilya dà a Shirou e Rin verso metà film mi ha messo i brividi tanto quanto fece la visual novel di Fate/Stay Night.
La regia è sempre attenta e precisa e si focalizza sugli elementi essenziali di ogni momento. I personaggi sono al centro dell’attenzione e c’è una cura estrema dei loro sguardi e del linguaggio del corpo.
Il modo concitato con cui gli eventi si susseguono sembra, in un certo senso, rispecchiare ciò che personaggi e spettatori provano di fronte alle vicende: una pesante e opprimente sensazione di venire soffocati da ciò che si teme di più, da ciò che non cogliamo e da cui vorremo fuggire in tutti i modi. Ma fuggire è impossibile e si viene inevitabilmente travolti dal flusso degli eventi.
Gli scontri
Ufotable come al solito è riuscita a superare se stessa anche in questo film conclusivo della terza route di Fate/Stay Night, andando anche oltre le più rosee aspettative.
Ogni scontro è realizzato splendidamente. Dalle ost alle animazioni non c’è niente di fuori posto: tutti i combattimenti sono coinvolgenti e capaci di lasciare col fiato sospeso anche i fan che sanno già chi uscirà vincitore e chi sconfitto.
Un unico elemento a riguardo mi ha lasciata insoddisfatta: la mancanza di alcune delle ost più significative e belle provenienti dalla visual novel, che solitamente Ufotable cerca sempre di inserire in qualche modo laddove possibile e che qui sono invece assenti eccetto per un remix di EMIYA.
Gli scontri di Spring Song sono meglio del tanto acclamato Saber Alter vs Hercules del secondo film? Dipende. Sicuramente quello vince per l’epicità della battaglia, complice anche la fortuna di averlo potuto vedere al cinema, ma gli scontri di questo film non sono da meno e risultano più emozionanti e coinvolgenti per lo spettatore.
Saremo sinceramente partecipi di ogni battaglia, ogni sforzo dei personaggi ci sembrerò compiuto da noi stessi. Qui non c’è più l’altruismo di Unlimited Blade Works, né l’indecisione tra salvare il mondo o la persona amata: in Spring Song i personaggi hanno tutti superato queste fasi e combattono ciascuno per se stesso, per andare incontro ai propri desideri. È, più che mai, una guerra di esseri umani che inseguono motivazioni assolutamente umane.
Promosso o bocciato?
Fate/Stay Night Heaven’s Feel III. Spring Song è un film apparentemente perfetto e che mi sento di promuovere a pieni voti. È coinvolgente, emozionante e visivamente mozzafiato dall’inizio alla fine.
L’unico difetto è dovuto alla sua natura di trasposizione cinematografica: i tagli dei primi due film purtroppo si fanno sentire e soprattutto la caratterizzazione di un particolare personaggio, molto importante per il finale della pellicola, ne risente e risulta poco approfondito. Penso che difficilmente qualcuno che non abbia letto la novel sia riuscito a comprendere effettivamente l’evoluzione compiuta dal personaggio di cui sto parlando, ma ne parleremo meglio in un articolo futuro sulla trilogia complessiva.
Stessa cosa potremo dire per alcune spiegazioni riguardo il finale del film, ridotte all’osso se non addirittura assenti. Questo è un difetto che la pellicola condivide con la precedente, nella quale erano già state tagliate alcune importanti spiegazioni riguardo, ad esempio, la natura del sudario indossato da Shirou per contenere i circuiti magici del braccio di Archer, sul quale invece la visual novel di Fate/Stay Night si concentra parecchio.
Sono difetti che danneggiano la qualità complessiva del film? Infondo no, non in maniera così significativa. Si tratta di una trasposizione ed è perfettamente normale che qualcosa venga perso.
Fate/Stay Night Heaven’s Feel III è comunque una meravigliosa conclusione per una trilogia di altissimo livello e le cui domande lasciate in sospeso spero portino i fan della serie ad approcciarsi alla visual novel di Fate/Stay Night.
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