La Cina ha deciso che dal 1° maggio non si potrà più obbligare gli utenti a fornire dati personali non necessari.
Questa decisione è stata annunciata tramite un documento rilasciato congiuntamente da alcuni enti che regolano l’amministrazione del cyberspazio, ovvero il Ministero dell’Industria e dell’Information Technology, il Ministero della Pubblica Sicurezza e Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato.
Una decisione in ballo da tempo
Già da tempo in Cina si stava stilando una proposta poi diventata legge. A ottobre era stata prima stilata una bozza fatta di 39 punti di informazioni personali necessarie comuni a molte app. Queste info sono quelle strettamente necessarie per il funzionamento delle applicazioni come, per esempio, la geolocalizzazione per i programmi di mappe (comunque potete leggere l’elenco completo nella pagina dedicata)
A dicembre, dunque, questo “elenco” è diventato effettivo includendo anche tutte quelle “mini app” che non necessitano installazioni in quanto contenute in applicazioni più grandi come WeChat o Alipay.
Le dichiarazioni
Al momento della presentazione della legge in Cina è stata rilasciata una dichiarazione sul documento:
“Il divulgare informazioni personali ha provocato perdite economiche per le persone, soprattutto quando le informazioni vengono utilizzate per truffare l’individuo per prendere di mira il suo denaro. Con una tecnologia sempre più avanzata, la raccolta di informazioni personali è stata estesa a informazioni biometriche come il viso di una persona o persino le impronte, il che potrebbe comportare gravi conseguenze se tali informazioni vengono utilizzate in modo improprio.”
La risposta a questo obbligo c’è stata da parte di Todd Kuhns manager del marketing per AppInChina che ha tentato di rassicurare gli utenti:
“I dati personali non necessari vengono spesso utilizzati per scopi pubblicitari, come la pubblicazione di annunci localizzati o annunci basati sugli interessi dell’utente. Gli sviluppatori potrebbero ancora richiedere queste informazioni aggiuntive, ma gli utenti che rifiutano probabilmente riceveranno comunque annunci e offerte, solo quelli meno pertinenti”.
Le motivazioni di questa scelta
Dietro le motivazioni di queste scelte bisogna fare un passo indietro e dare uno sguardo al famoso ban di Huawei e alle tensioni sempre maggiori tra Stati Uniti e Cina in materia di gestione e sicurezza dei dati sensibili, tanto da sfociare in possibili acquisizioni di colossi come TikTok.
La Cina sta infatti attuando tutta una serie di riforme di vario tipo tra cui una nuova legge antitrust che ha colpito colossi come AliBaba e Tencent. Al momento però questo documento risulta essere più una sorta di serie di linee guida che un regolamento vero e proprio.
Del resto, non è ancora noto in che modo verrà applicata questa normativa e soprattutto che tipo di punizioni verranno applicate, se di tipo restrittivo, economico o entrambi. Di sicuro ci saranno evoluzioni da qua a maggio e per questo vi terremo informati.
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