Sciopero Amazon per la giornata di oggi lunedi 22 marzo, ecco il perché
Vi avevamo già parlato dello sciopero Amazon indetto da tre sigle sindacali – Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – le quali, a seguito dell’interruzione delle trattative con Assoespressi, l’associazione dei datori di lavoro, hanno proclamato lo stop dell’intera filiera italiana di Amazon per la giornata odierna di lunedì 22 marzo della durata di 24 ore.
La mobilitazione che riguarda oltre 9500 addetti di magazzino e 15mila autisti ha diversi obiettivi, tra cui spiccano verifica dei carichi di lavoro, contrattazione dei turni, corretto inquadramento professionale del personale, riduzione dell’orario di lavoro dei driver, buoni pasto, stabilizzazione dei tempi determinati e dei lavoratori interinali, continuità occupazionale e stop a turnover esasperato.
Alcune testimonianze di dipendenti stanno prendendo parte allo sciopero Amazon
Francesca Gemma, 30 anni, lavora al centro Amazon di Pallo Corese:
Se dipendesse da me cambierei subito due cose, che sono davvero insostenibili: gli orari dei turni e la ripetitività del lavoro. Quando sei addetto al “piccaggio” (dall’inglese to pick, raccogliere) devi fare lo stesso movimento per otto ore, dentro una specie di gabbia. Non ci sono alternative. Nel giro di qualche giorno arrivano dolori alle braccia, alla schiena, alle ginocchia.
Gianpaolo Meloni, 38 anni, lavora nel centro di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza e parla del suo lavoro che si divide in “pick” e “pack”:
Con il pick devi andare a prendere i pacchi da una parte all’altra e questo significa che mediamente percorri 20 chilometri a turno. Con il pack, invece, se ne vanno schiena, spalle, braccia, polsi. Io stesso ho un tutore alla caviglia. Le fasi del lavoro sono preimpostate. Il sistema è guidato da un algoritmo, che chiede numeri. A chi sta sopra non interessa se quei numeri siano ottenuti con le buone o con le cattive. Il potere è nelle mani di questi manager, ragazzi di 25-30 anni appena laureati, che a volte decidono di usarlo anche in modo intransigente e pericoloso.
La prima cosa da cambiare è la ripetitività delle mansioni. Non è possibile tenere una persona 2 anni nello stesso posto: si danneggiano spina dorsale e articolazioni.
Non è tardata ad arrivare la risposta di Amazon, che in una nota si esprime sulla vicenda:
Mettiamo al primo posto i dipendenti, offriamo loro un ambiente di lavoro sicuro, moderno e inclusivo, con salari competitivi, benefit e ottime opportunità di crescita professionale
Cosa ne pensate di questa mobilitazione? Pensate che i lavoratori Amazon abbiano bisogno di più tutele?
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