NVIDIA ha cercato di bloccare il mining nella RTX 3060 tramite delle limitazioni ad hoc, nel tentativo di ridurre il numero di unità acquistate dai miner a discapito dei videogiocatori. Assieme al nuovo processore Nvidia CMP doveva essere la soluzione per far finire più schede in mano ai gamer, ma a quanto pare ciò non ha funzionato.
Gli esperti miner di criptovalute hanno infatti scovato una falla nel sistema utilizzato dal colosso statunitense che permette di sfruttare comunque la RTX 3060 per altri algoritmi come Octopus.
NVIDIA ha una svista e i miner gioiscono
Stando a quanto riportato da Wccftech, infatti, il limitatore di hash rate non funziona per altre criptovalute basate su algoritmi per il quale l’azienda non ha limitato il suo hash rate, ergo è ancora possibile ottenere profitti alquanto interessanti (seppur non ancora simili all’ETH) consumando la scheda grafica per scopi di mining.
Inizialmente si pensava che i miner cinesi avessero aggirato a tutti gli effetti il blocco posto dagli sviluppatori, ma ciò non sarebbe avvenuto. In ogni caso, utenti cinesi e gruppi vietnamiti hanno mostrato con successo le potenzialità della RTX 3060 che, come potete vedere giusto qui sopra, ha raggiunto circa 40-45 se non 50 MegaHash al secondo, ovvero circa il doppio di una RTX 2080 e quote simili a 3060 Ti e 3070 ma con consumi inferiori.
Di conseguenza, è evidente che tale modello resterà un must-buy per i miner di tutto il mondo. Riuscirà prima o poi NVIDIA a risolvere questo grattacapo non da poco? Riusciranno gli appassionati di videogiochi e, in generale, coloro che vogliono aggiornare la build, a comprare schede grafiche? La risposta, ora come ora, appare lontana.
Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito e su Facebook, Instagram, Telegram, YouTube, Discord, Steam e Twitch. Seguite inoltre le offerte del nostro shop shop.drcommodore.it e sul canale Telegram DrCommodore Offerte.
