Manga Vibe è la nuova rivista bimestrale dedicata alle produzioni di mangaka italiani
Mangaka perché, proprio come riporta il titolo, ciò che troverete all’interno di questa rivista non sono prettamente fumetti italiani nel senso più comune del termine, ma storie e soprattutto disegni di chiara ispirazione giapponese, come esplicitato dallo stesso titolo della rivista, ovvero Manga Vibe.
Con la parola inglese vibe, entrata ormai anche nel gergo italiano, si intende infatti una sensazione generata da un particolare luogo o situazione; tra gli intenti della rivista emerge chiaramente il desiderio di ricreare un’atmosfera esplicitamente ispirata a quella derivata dalla lettura di riviste come Shōnen Jump. L’editoriale di apertura infatti definisce le storie all’interno proprio come Shōnen fantasy di autori italiani.
L’impostazione è quella delle riviste contenitore giapponesi, Manga Vibe infatti propone capitoli singoli di diversi autori e quindi storie diverse (in questo primo numero ne troviamo sei) che vanno avanti parallelamente; Ritroviamo la similitudine con queste riviste anche nella qualità della carta scelta, dalla grammatura leggerissima e ben diversa da quella a cui ci hanno abituato gli editori italiani, ma che proprio per questa ragione risulta molto più simile a quella di riviste come Shōnen Jump.
Un progetto sicuramente ambizioso, ma soprattutto rischioso per il semplice fatto che il target, quello dei lettori di manga italiani, si potrebbe trovare all’interno di un pubblico già ristretto di suo, ovvero quello dei lettori di manga fantasy in Italia.
É anche vero che manga e anime negli ultimi anni sono riusciti ad uscire dai propri “confini”, e che in più occasioni ad essere premiate sono state le storie e non il media (vedi “L’Attacco dei Giganti è la serie più popolare dell’ultimo mese in America”), grazie anche a piattaforme come Netflix, Amazon Prime Video e VVVVVID, a diversi streamer, influencer e youtuber, ma anche alle case editrici che sono riuscite a conquistare con nuove splendide edizioni anche i più giovani con titoli vecchi.
Chissà quindi che magari qualcuno non si avvicini ai manga giapponesi passando prima dalla lettura di queste storie italiane, e Manga Vibe non riesca a costruirsi un nuovo pubblico.
Un rischio calcolato
Come abbiamo detto il progetto è assolutamente rischioso, ma è anche vero che Shockdom ha scelto di puntare su autori che nel loro campo non sono decisamente alle prime armi, a sottolinearlo sono le biografie che troviamo a presentare ognuno degli autori prima di poter leggere la loro storia.
Le storie ci vengono presentate in ordine alfabetico e il primo nome che troviamo è quello di Luca Molinaro, meglio noto come Mangaka96, che cura la sceneggiatura del capitolo di esordio della rivista, assieme al suo nome troviamo quello di Mara Artiglia, in arte Ninfadora, che ha curato i disegni di After Time.
Shockdom aveva già investito su Luca Molinaro pubblicando il suo primo manga a più volumi, Death Shield, nel 2018 disegnato da Giorgio Battisti. Per questa storia Mangaka96 lavora assieme a Mara Artiglia, che nonostante abbia già pubblicato una sua storia breve, si trova a lavorare per la prima volta su di una serie a più capitoli.
Seguono i capitoli di di AlexViva (Alessia Vivenzio), Elena Toma e Talita Riberi, insegnanti di tecnica manga e tutte pubblicate in Francia.
Ivana Murianni e Rossella Gentile (Ross1216) già edite da Upper Comics, debuttano su Shockdom con la loro prima opera fantasy.
Infine troviamo Noemi Pentassuglia, in arte Kitsune Yoru, che, come Luca Molinaro, ha già pubblicato con Shockdom una serie a più volumi, Immortal Soul, e che ci propone in questo volume la sua prima opera autoconclusiva.
Parlare delle storie è assolutamente prematuro, ogni universo per quello che sappiamo potrebbe essere sviluppato in 100 capitoli come in dieci; quello che possiamo dire però è che ambientazioni e tavole lasciano ben sperare.
La serializzazione in rivista
Se torniamo indietro di quasi 30 anni ricorderemo (e ai più giovani lo raccontiamo) che il 2 luglio del 1992 esordiva in Italia un’altra rivista che seguiva anch’essa la serializzazione a più capitoli di storie diverse, proponendocele insieme, un capitolo alla volta. Manga Vibe infatti, seppur con una veste totalmente nuova, non è la prima rivista in Italia a proporre un volume a più storie; lo aveva fatto Kappa Magazine (in casa Star Comics) portandoci dal Giappone titoli dello spessore di Narutaru, 3×3 occhi, Exaxxion, Chobits e Sole Maledetto di Fuyumi Souryo.
All’interno potevamo trovare anche editoriali di altissimo livello e interviste agli addetti ai lavoro, contribuendo significativamente alla promozione di questo settore, soprattutto in un momento dove l’informazione su manga e animazione giapponese non era accessibile come lo è adesso.
Il punto di forza del leggere questa tipologia di riviste, a parer mio, è il fatto che permettono di scoprire nuove storie e nuovi autori senza che si debba per forza investire su un unico volume. Ad esempio sfogliando un manga, lo stile di un autore potrebbe non catturarci, spingendoci così a lasciare in negozio una storia che invece avrebbe potuto farlo. Quando si ha tra le mani una rivista di questo tipo, superare il pregiudizio diventa assolutamente più semplice, spingendoci così a leggere storie e conoscere autori che magari avremmo ignorato.
Ci auguriamo che lo stesso possa capitare a questi autori e che riescano ad arrivare così ai loro futuri fan.
Restiamo dunque in attesa di avere tra le mani il secondo volume, che uscirà ad aprile 2021, grazie al quale iniziare a speculare sugli sviluppi delle storie sarà sicuramente più semplice.