Il nuovo capitolo della serie creata da Gust ci catapulta in un mondo fantasy pieno di misteri e luoghi da visitare in compagnia della bella Ryza
Sulla scia del successo ricevuto da Atelier Ryza: Ever Darkness & the Secret Hideout, il team di sviluppo giapponese Gust assieme a Koei Tecmo ha cercato di migliorare la formula portando alla luce un nuovo capitolo della sua recente serie in poco più di un anno di sviluppo. Il risultato è Atelier Ryza 2: Lost Legends & the Secret Fairy, diretto sequel delle vicende di Reisalin Stout (abbreviato Ryza) e dei suoi compagni di avventure che abbiamo conosciuto nel precedente gioco.
Il titolo è uscito il 28 gennaio 2021 su PS4, PS5, PC e Nintendo switch e, come il suo predecessore, è un JRPG con importanti meccaniche di crafting e un sistema di combattimento ibrido piuttosto originale. I tempi di sviluppo di questo sequel sono stati piuttosto brevi, contando che il primo capitolo di Atelier Ryza è uscito nel 2019, tuttavia il team in così poco tempo è riuscito a confezionare un prodotto che va oltre il semplice “more of the same” e che, anzi, contiene delle novità che arricchiscono di molto la proposta di due anni fa. Non mancano di certo difetti in questo nuovo capitolo e ne parleremo nello specifico nelle prossime righe. Vediamo dunque nel dettaglio di cosa si tratta Atelier Ryza 2.
Partiamo per un nuovo mondo!
Atelier Ryza 2 è ambientato 3 anni dopo l’avvincente avventura che ha portato Ryza e soci a salvare l’isola di Kurken dalla minaccia degli spietati Philuscha. Una volta chiusi tutti i portali per l’Underworld, la brigata di avventurieri si è sciolta ed ognuno ha preso la propria strada. Mentre Ryza rimane nella sua isola natale per perfezionare le sue doti di alchimia, Bos e Tao decidono di partire per la capitale Ashra-am Bad dove iniziano un percorso di studi in una rinomata accademia.
L’avventura del nuovo capitolo inizia con Ryza che decide di salpare per la capitale, in seguito ad una scoperta di Tao riguardante delle antiche rovine risalenti ad un periodo antecedente a quello Klint e che potrebbero avere dei legami con l’alchimia. Oltre a questo, la giovane avventuriera, prima di partire, riceve un antico tesoro a forma di uovo da Moritz Brunnen, il quale la spinge ad indagare sull’origine del misterioso artefatto. Una volta approdata ad Ashra-am Bad e ricongiuntasi con i suoi vecchi compagni, avrà inizio il suo viaggio per le numerose rovine disseminate per il continente. Tra vecchie conoscenze e nuovi volti con cui fare amicizia e collaborare, la bella Ryza si ritroverà ad indagare su un’antica profezia che si scoprirà essere in stretto collegamento con il misterioso uovo donatole prima di partire per la sua avventura.
La trama presentata in Atelier Ryza 2 ricalca molto quella del precedente capitolo. Il tema del “partire all’avventura” è sempre un punto cardine nel racconto creato da Gust e i diversi misteri a cui Ryza dovrà trovare delle risposte catturano il giocatore fin da subito. Ovviamente c’è da precisare che un prodotto di questa caratura, creato per uno specifico target in madrepatria, potrebbe fa storcere il naso a chi cerca invece una narrativa matura e più articolata. L’obiettivo di Koei Tecmo d’altronde è quello di raggiungere un’utenza molto giovane e magari più avvezza a trame leggere e spensierate, simili a quelle che si posso trovare in molteplici prodotti di animazione nipponica dedicati ai ragazzini; inoltre lo spiccato fan service, caratterizzato dalle provocanti forme dei personaggi femminili, potrebbe essere apprezzato da alcuni ma risultare fastidioso e a tratti fuori luogo per chi non è abituato a questo tipo di opere.
Tuttavia, fatte queste premesse, si può tranquillamente affermare che l’intera narrazione sia di buona fattura e piuttosto longeva, infatti per completare la trama principale ci vorranno dalle 30 alle 40 ore di gioco. Menzione d’onore per il cast di personaggi che sono nel complesso ben caratterizzati, con un riguardo particolare verso Bos e Tao, presenti anche nel primo capitolo della saga e che, in Atelier Ryza 2, hanno subito un importante sviluppo. La struttura di progressione è piuttosto classica, con numerose quest secondarie che fanno da contorno alle missioni dedicate al proseguimento di trama. Il mondo di gioco è esplorabile liberamente, rendendo il titolo un simil Open World.
Sistema di raccolta e crafting, le vere Key Feature
La raccolta di materiali ed il crafting sono forse i veri elementi caratteristici della produzione, meccaniche che già nel precedente capitolo avevano donato personalità alla serie, aiutandola a discostarsi dai JRPG più di stampo classico. In Atelier Ryza 2 il sistema di creazione di oggetti attraverso l’alchimia rimane pressoché invariato. Il giocatore, attraverso dei nodi presenti nella finestra dedicata al crafting, dovrà inserire vari materiali per soddisfare determinati parametri. Se questi sono di qualità superiore si sbloccheranno altri nodi che di conseguenza daranno la possibilità di aggiungere nuove materie prime, aumentando sensibilmente la finezza del prodotto finale, oppure donandogli degli effetti secondari. Un grande cambiamento tuttavia lo si trova nell’acquisizione di nuove ricette alchemiche. Grazie a degli specifici punti chiamati SP, cumulabili proseguendo nella storia oppure utilizzando il calderone alchemico, si potranno sbloccare diverse nuove ricette attraverso un sistema simile ad un albero delle abilità, dando più scelta al giocatore su quale tipo di nuovo oggetto vorrà rendere disponibile per primo.
Il Crafting quindi è un aspetto cardine dell’intera esperienza. Oltre a poter creare oggetti da utilizzare in battaglia, è possibile infatti forgiare armi e indumenti migliori; inoltre si tratta di una pratica indispensabile per la creazione dei diversi strumenti dedicati alla raccolta di materiali presenti in game. Questa meccanica, per quanto ben implementata, potrà apparire complicata e macchinosa ai neofiti della serie, senza contare che sarà necessario spendere molto tempo nei menu dedicati, visto che una giusta dedizione in questo campo può donare al giocatore la possibilità di affrontare agilmente in battaglia diversi nemici che altrimenti lo metterebbero in seria difficoltà. Esortiamo quindi a prendere in considerazione quanto detto sopra se si dovesse valutare l’acquisto del titolo e si è novizi rispetto alla serie.
Il sistema di raccolta invece è piuttosto intuitivo e consiste in una minuziosa ricerca nei vari ambienti di gioco di materiali, più o meno pregiati, per la creazione, attraverso l’alchimia, di ogni tipo di oggetto utile. A inizio gioco, oltre a raccogliere fisicamente fiori, funghi o rocce, si avrà a disposizione il bastone di Ryza, utile a rompere alcuni minerali o scuotere gli alberi. Con l’avanzare dell’avventura si potranno creare nuovi strumenti per poter ottenere diversi tipi di materiali altrimenti impossibili da procurarsi, come un’accetta, la falce o la canna da pesca. Ogni strumento di raccolta potrà essere inoltre migliorato di grado attraverso il calderone alchemico della protagonista, aumentandone l’efficienza. Il Backtracking, quando si parla di raccolta di materiali, è quasi obbligatorio; infatti spesso ci si ritroverà a dover ritornare in specifiche aree di gioco piene di un determinato materiale che però durante la prima visita non è stato possibile raccogliere a causa della mancanza dello strumento giusto.
Combattimenti strategici e di impatto
Il Combat System è forse l’aspetto che ha subito più variazioni rispetto al precedente capitolo, anche se la struttura di base risulta sempre estremamente simile. Si presenta come una riuscita ibridazione tra un classico sistema a turni e un approccio più action in tempo reale, dove potremo controllare solo un personaggio per volta, mentre gli altri saranno gestiti da un’IA. Tuttavia oltre poter impartire ordini generici ai nostri compagni, come concentrarsi sulla cura oppure adottare una approccio più aggressivo in battaglia, rispetto al l’originale Atelier Ryza avremo la possibilità di scegliere durante gli scontri quale combattente controllare direttamente. Partendo sempre con Ryza dunque potremo ad esempio passare ad un certo punto a Tao, dandoci così l’opportunità di utilizzare le sue Skill e abilità. Questo aggiunge un nuovo livello di strategia al Combat System, grazie alla maggiore libertà di manovra data al giocatore. Diverse migliorie sono state apportate rispetto alla versione del gioco precedente, come una migliore interfaccia grafica, che rende la finestra di gioco durante le battaglie più ordinata ed intuitiva.
Gli scontri vengono scanditi da una Timeline posta in basso a destra che organizza in tempo reale i tempi di azione di compagni e nemici, dando una chiara idea al giocatore dell’ordine di attacco. Ritornano anche gli attacchi base, utili non tanto a far danno ma più per accumulare AP, punti da utilizzare per poter performare le varie Skill del personaggio. Come nel capitolo precedente il numero di attacchi base per turno può aumentare riempendo la barra dedicata al Livello Tattica, possibile grazie al continuo utilizzo di Skill da parte di tutti i combattenti del party. Utilizzando Skill si accumulano punti CC che sono indispensabili per l’utilizzo di oggetti alchemici come bombe o oggetti curativi, un grande cambiamento rispetto al capitolo precedente dove i CC erano prestabiliti a inizio battaglia e una volta esauriti non era più possibile guadagnarne di nuovi.
Questo ha aperto le porte ad una nuova meccanica dedicata agli oggetti di battaglia chiamata Item Rush: infatti durante uno scontro, dopo aver accumulato abbastanza CC è possibile utilizzare fino a quattro strumenti per volta, dando così una maggiore importanza strategica agli innumerevoli oggetti craftabili grazie all’alchimia di Ryza. Un’altra novità sono le Order Skill: particolari mosse che i vari personaggi possono eseguire in modo automatico dopo aver soddisfatto determinati requisiti prestabiliti. Infine tutti questi tipi di attacchi saranno concatenabili tra loro dando vita a lunghe combo volte a massimizzare i danni verso i nemici, cosa non presente nel capitolo originale.
Per quanto all’inizio il Combat System di Atelier Ryza 2 possa sembrare confusionario, una volta comprese le regole che lo compongono si potrà provare un vero senso di appagamento nello sconfiggere i nemici, merito non solo degli innumerevoli approcci disponibili e la possibilità di costruirsi vere e proprie tattiche di battaglia nei minimi dettagli, ma anche grazie ad un certo livello scenico durante gli scontri. Infatti, oltre ad essere divertente il combat System è anche scenografico e bello a vedersi, merito di un’ottima telecamera dinamica ed una certa cura dei moveset dei personaggi durante l’esecuzione delle loro personali skill.
Artisticamente ispirato, peccato per il lato tecnico
Il mondo di gioco proposto da Atelier Ryza 2 sembra preso direttamente da un anime Isekai. Città storiche in stile europeo, vasti boschi verdi e suggestive rovine risalenti a tempi antichi sono i principali luoghi dove Ryza e i suoi amici vivranno la loro nuova ed elettrizzante avventura. Il World Building appaga l’occhio, merito anche di una direzione artistica ispirata che risalta l’impegno del team di sviluppo nel creare un mondo vivo e credibile.
Purtroppo, se a livello artistico il prodotto risulta di buona fattura, non possiamo dire la stessa cosa sul lato tecnico. Le texture ambientali risultano spesso di bassa qualità e gli asset riciclati si fanno notare dopo solo qualche ora di gioco. Va certamente segnalata una certa legnosità nei movimenti dei personaggi, compresi quelli della stessa Ryza, che in alcune situazioni mostra delle animazioni non esattamente di buona fattura. Infine una menzione d’onore alla colonna sonora che delizia il giocatore con brani delicati nelle fasi di esplorazione e incalza durante le battaglie con tracce piene di adrenalina senza mai però prendersi troppo sul serio.
Conclusioni
Possiamo dunque affermare senza remore che Atelier Ryza 2: Lost Legends & The Secret Fairy è un’ottima evoluzione del suo predecessore. Le poche aggiunte al gameplay, quasi tutte rivolte al sistema di combattimento, danno una ventata di novità senza però stravolgere di troppo la formula originale. La trama, per quanto non abbia richiami forti al capitolo originale, risulta comunque dedicata a chi ha già avuto l’occasione di vivere la prima avventura di Reisalin Stout e amici. D’altro canto, senza una approfondita conoscenza dei vari personaggi si rischia di perdere l’ottimo lavoro di character development attuato in questa nuova iterazione della saga.
Il Combat System è appagante anche se nelle prime fasi potrebbe risultare tutt’altro che intuitivo. Il sistema di raccolta e le meccaniche che ruotano intorno all’alchimia sono anch’esse piuttosto complesse, tuttavia dopo qualche ora di dedizione si potrà scoprire quanto queste feature siano ben studiate e divertenti, nonché quasi indispensabili per un proseguimento di trama senza intoppi. Se il lato tecnico mostra un po’ il fianco su diversi fronti, lo stesso viene comunque bilanciato da una buona direzione artistica ed un accompagnamento sonoro coerente con il mood spensierato del gioco. In conclusione, consigliamo l’acquisto di Atelier Ryza 2 agli amanti dei JRPG nipponici più puri, dove potranno trovare una storia intrigante (sempre nei canoni del target a cui il gioco di riferisce) accompagnata da un sistema di crafting e raccolta di materiali unico nel suo genere, che ha reso la serie creata da Gust e Koei Tecmo famosa tra gli appassionati.