L’Attacco dei Giganti torna dopo la pausa con uno degli episodi più importanti della sua storia
Dopo una piccola pausa, rieccoci con l’appuntamento settimanale con l’ultima stagione de L’Attacco dei Giganti. L’episodio 5, Dichiarazione di Guerra, è uno degli episodi più importanti e sicuramente tra i più attesi da tutti ma il risultato non è stato dei migliori, anzi. Analizziamo per bene tutto.
La puntata si apre riprendendo un dialogo interrotto nell’episodio: Berthold continua a chiedersi perché quell’uomo incontrato dopo la distruzione del Wall Maria abbia confessato di aver lasciato indietro tre ragazzini in mano ai giganti ed essere scappato, arrivando alla conclusione che quello sfogo era una sorta di “giustificazione”. L’uomo voleva che qualcuno lo giudicasse. Esattamente come Reiner, ormai pieno di sensi di colpa e in balia di un passato a dir poco oscuro, e che adesso si ritrova davanti Eren.
Reiner è, per tutto l’episodio, terrorizzato, e con motivi fondati. Ritrovarsi, dopo quattro anni, una persona come Eren, caparbia e rancorosa, che aveva giurato di uccidere lui e Berthold nel peggior modo possibile, avrebbe scioccato chiunque. Tra l’altro, per quanto ne sapesse Reiner, Eren e compagni nemmeno sapevano del mondo esterno. Nel frattempo, il piccolo Falco riuscirà a rendersi conto del danno, provocato in maniera del tutto innocente, solo vedendo il viso sconvolto di Reiner.
La dichiarazione di Guerra di Willy Tybur inizia con la spiegazione della vera storia del Re delle mura. La storia tramandata a Marley è molto semplice: dopo anni di egemonia totale del popolo di Ymir, le famiglie che possedevano il potere degli shifter iniziarono a scontrarsi tra di loro per il potere. A quel punto un eroe Marleyano tale Helos, riuscì a sconfiggere il re Karl Fritz e a farlo esiliare sull’isola di Paradis; il re si ritirò, costruendo le mura, e lasciò a Marley il potere dei giganti. Ma, svelerà Tybur, questa è solo una menzogna.
Grazie ai ricordi tramandati dal Gigante Martello da Guerra, posseduto dalla famiglia Tybur, scopriamo che la storia è totalmente diversa. Re Karl Fritz, preso dai sensi di colpa per l’oscuro passato degli Eldiani, ha di proposito preso quanti più Eldiani possibile e li ha portati con sé sull’isola di Paradis, accordandosi con un Marleyano e dandogliene il merito. Sull’isola ha poi costruito tre cinta murarie che sarebbero dovute essere lancia e scudo. L’obiettivo del re Fritz era quello di creare una pace, per quanto effimera, e per questo fece una promessa: se qualcuno avesse osato disturbare la pace da lui creata, allora Egli avrebbe fatto marciare i milioni di Colossali nelle mura, radendo al suolo tutto il mondo.
Ma questa minaccia è impossibile da attuare a causa del patto di non belligeranza (che viene ripreso nell’episodio e di cui abbiamo già parlato in questo articolo, per cui non ci dilunghiamo ancora), patto che però potrebbe essere infranto da una persona adesso: Eren Yeager.
Eren e Reiner intanto parlano, ma un Eren completamente diverso da quanto visto nei precedenti 60 episodi, sembra aver già tutto chiaro. Così come ormai 9 anni fa Reiner, Berthold, Annie e Marcel andarono a Paradis per sconfiggere gli Eldiani nelle mura e salvare il mondo dalla minaccia del re, così ora Eren sembra essere costretto ad agire allo stesso modo.
E in fondo è così. Davanti all’oceano, Eren lo disse: oltre il mare si trova il nemico; ed ora Eren è oltre il mare. Pur riconoscendo che non tutti sono malvagi (lanciando un’occhiatina a Falco), Eren non ha scelta, soprattutto dopo la dichiarazione di guerra di Willy Tybur. Facendo seguire al suo “Non voglio morire perché sono nato in questo mondo!” quel “Alleiamoci contro le forze nemiche dell’isola di Paradis”, Willy farà capire a Eren che non c’è altro modo davvero se non avanzare e sconfiggere i nemici, proprio lì, proprio in quel momento.
Le differenze col manga
Diciamo che questa volta, oltre che a livello contenutistico, le differenze con l’opera cartacea sono più a livello di emozioni e sensazioni, ma parliamo di entrambe.
L’unica scenetta aggiunta nell’anime sono i soldati che stanno per irrompere nella stanza dove si trovano Eren e Reiner, scena che lascia il tempo che trova.
Le differenze di contenuto sono diverse. Innanzitutto tutti i dialoghi sono un po’ monchi e, almeno stando alla versioni italiana, un po’ diversi, ma comunque piccolezze. Ad esempio quando Reiner riconosce Eren, quest’ultimo a quel “Son passati 4 anni dall’ultima volta” aggiunge un “sono felice che tu sia riuscito a tornare a casa”, che sono due frasi ma che sono veramente d’effetto e anche molto importanti per identificare lo stato d’animo in cui Eren si trova.
La cosa strana è… essendo due frasi, perché toglierle? Ovviamente non inficia la qualità totale finale, ma fa rimanere perplessi. Si tratta comunque di sfumature.
Oltre a questo, l’unico cambiamento ed eliminazione grossa è un dialogo tra il generale Magath e Willy Tybur in cui sostanzialmente si fa capire che l’attacco di Paradis non solo è predetto, ma anche pensato, e che quel teatrino fosse una trappola per attirare i nemici infiltrati. Se vi siete chiesti il motivo per cui Magath avesse mobilitato l’esercito e fosse così sulle spine o perché Willy dice “è così che ho intenzione di prendermi le mie responsabilità” potete recuperarvi le prime pagine del capitolo 100.
Niente vieta che venga inserito nel prossimo episodio, ma è improbabile.
Inoltre, come già evidenziato, è bene notare il dialogo finale di Willy. Quel “Io non voglio morire, perché io sono nato in questo mondo” fa quasi svegliare Eren, gli dà speranza… che subito svanisce quando quel discorso diventa, appunto una dichiarazione di guerra contro gli Eldiani. Tutta la propensione di Eren svanisce, lui si alza e dice a Reiner che ormai non ha altra scelta. Se non vi ricordate quando sono apparse di nuovo quelle parole, potete vedere la tavola successiva (o riguardarvi la fine della prima parte della terza stagione) per capire perché quella frase ha suscitato tanti sentimenti in Eren.
Queste parole inoltre sono le stesse che pronuncia Eren mentre è in stato di incoscienza prima di riuscire a chiudere la breccia a Trost con il masso.
Oltre a questo, l’episodio traspone abbastanza bene i capitoli 99-100 ma… ma non riesce a riportare anche le emozioni, la tensione, la frenesia dell’opera originaria di Isayama.
Insomma, questo era un episodio statico, in cui c’erano solo dialoghi e dialoghi, e questo non poteva (e non doveva!) essere cambiato. Da qui a far passare il discorso di Willy come un grosso spiegone e una presentazione powerpoint però, ce ne vuole. Tutti quei disegni fissi e dei cambi sequenza statici, hanno appesantito il tutto. Quell’unico disegno sui colossali che distruggono il mondo, intervallato da altri frame statici, è probabilmente la cosa più brutta vista ne L’Attacco dei Giganti.
E se la prima parte viene salvata da qualche scena di stacco (come la trappola per Pieck e Porco o il dialogo tra la mamma di Reiner e il papà di Annie) e una bella colonna sonora, la seconda parte rimane davvero statica, se non nel momento della trasformazione di Eren, su cui però non si è data assolutamente la giusta enfasi, anche a causa di una OST che proprio sul più bello diventa quasi inappropriata.
Insomma, sappiamo che i due medium di manga e anime, pur essendo connessi, sono estremamente diversi e proprio qui, dove assolutamente avrebbero dovuto cercare di dare un loro tocco, non l’hanno fatto, rendendo quello che doveva essere l’episodio più importante de L’Attacco dei Giganti uno dei più scialbi: non c’era tensione, non c’era mordente, non c’era… amore. È stato fatto il compitino, niente di più o di meno.
E dire che, tutti i cambiamenti (ma non i tagli) fatti nei precedenti episodi, sono stati apprezzati.
Vi ricordiamo che potete trovare le recensioni degli episodi 1, 2, 3 e 4 già trasmessi semplicemente cliccando sul numeretto e che l’episodio sottotitolato esce ogni martedì su Prime Video e VVVVID.
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