Scontri tra enormi Mecha in Override 2 Super Mech League, Picchiaduro 3D dalle buone potenzialità, purtroppo, non sfruttate a dovere
Da decenni ormai si è consolidato un particolare sottogenere nel media cinematografico che può vantare schiere di appassionati e innumerevoli produzioni dedicate: Il genere Kaiju. Questa piccola branca del Cinema di Fantascienza, nata in Giappone, ha come caratteristica portante quella di far scontrare senza esclusione di colpi enormi mostri del tipo più disparato e giganteschi Robot pilotabili (detti anche Mecha) e tecnologicamente avanzati. Alcuni esempi di pellicole di questo tipo sono la serie di Godzilla, il franchise di Ultraman e Pacific Rim.
Il Genere Kaiju ha col tempo invaso anche il media videoludico portando su diverse console, più o meno datate, sia giochi derivanti da proprietà intellettuali famose, sia veri e propri prodotti originali. E’ il caso di Override 2: Super Mech League, gioco pubblicato da Modus Games e sviluppato nel loro studio interno Modus Studios Brazil.
Uscito il 22 Dicembre per PC, Ps4, Ps5, Xbox One e Nintendo Switch, Override 2 è un Picchiaduro in 3D ambientato in una terra futuristica a pochi anni di distanza da un’invasione aliena che ha quasi portato il pianeta alla rovina. L’umanità è riuscita a sopravvivere alla minaccia extraterrestre grazie all’utilizzo di potenti Mecha che, ora che la guerra è terminata, vengono utilizzati per mero intrattenimento organizzando veri e propri campionati a livello internazionale, dove i migliori piloti assieme ai loro robot di ultima generazione si sfidano in arene per decretare il campione.
Le premesse dunque sono ottime, tuttavia il gioco soffre di evidenti limiti su diversi fronti, vediamo di seguito nello specifico il motivo per cui, secondo noi, Override 2: Super Mech League è una grande occasione sprecata.
Tanti Mecha ma pochi modi per utilizzarli
All’avvio del gioco faremo immediatamente la conoscenza di Zoe, un’agente di piloti di Mecha che, per ragioni a noi ignote, deciderà di farci da Manager e insegnarci le basi del combattimento, dando inizio così al classico tutorial.
I comandi disponibili per l’utilizzo del Mecha sono pochi e di semplice utilizzo: mettendo da parte quelli più che ovvi come il salto, lo scatto e la guardia avremo a disposizione quattro tipi di attacchi di cui due con le braccia e due con le gambe, la possibilità di afferrare nemici e oggetti e il tasto per la mossa speciale. Ogni Mecha ha diversi attacchi e specialità definite in base a un determinato stile di combattimento: ci sono Robot che prediligono l’attacco a distanza, quelli più inclini ai colpi ravvicinati, robot più veloci ma con meno potenza di attacco e così via.
Il Roster dei Mecha disponibili, venti più quelli acquistabili separatamente, assieme alle loro caratteristiche di combattimento sono forse tra le feature più riuscite nel titolo, ogni Mecha infatti vanta un design piuttosto originale e si differenzia in modo coerente sul campo di battaglia, rendendo appagante la scelta del proprio Main.
Purtroppo la mancanza di profondità nel Combat System causata dalle poche mosse disponibili e l’assurda assenza di Combo e Cancel rende il titolo privo di anche solo una parvenza di curva di apprendimento.
Arene, Armi e Mosse speciali
Le arene dove si svolgono i combattimenti risultano di dimensioni troppo strette e caotiche a causa di un level design pigro e poco ispirato, rendendo il movimento del proprio Mecha all’interno di queste particolarmente tedioso e frustrante. La telecamera automatica non aiuta affatto visto che, come se avesse coscienza propria, aggancia l’avversario solo in determinate circostanze facendo perdere attimi cruciali al giocatore durante le fasi più concitate.
I campi di battaglia sono distruttibili e interattivi dando la possibilità ai Mecha di raccogliere macerie da terra e scagliarle contro i nemici, feature utile per causare ingenti danni a distanza.
Inoltre sono disponibili in ogni arena diverse armi come spade, lance e bazooka, una caratteristica ormai standard nei Brawler Game che diversifica, anche se di poco, il gameplay.
Ogni personaggio ha la sua mossa speciale dedicata, eseguibile dopo aver riempito una barra gialla posta sotto all’indicatore della vita. Per fare ciò bisognerà posizionare il proprio personaggio in determinati fasci di luce che appaiono casualmente in vari punti dell’arena.
Una modalità carriera poco appagante
Le varie modalità di gioco disponibili sono piuttosto classiche e richiamano, senza troppi virtuosismi, gli standard del genere: abbiamo Partita veloce, Allenamento, Partita in locale e Carriera. Quest’ultima è il perno intorno a cui si muove l’intera produzione dello studio brasiliano, o almeno così avrebbe dovuto essere.
Quando si inizia una modalità carriera (o campagna) ci si aspetta di solito un incipit di trama che dà al giocatore un minimo di contesto sul mondo di gioco a sulla sua storia. In Override 2 invece la trama è considerata superflua visto che, saltati i semplici convenevoli iniziali con il nostro agente Zoe, si viene semplicemente catapultati nell’azione. Finito il tutorial di gioco la cara Zoe spiega senza troppi fronzoli che, per poter competere nelle varie leghe di gioco a livello professionistico bisogna prima acquistare il proprio Mecha. Per fare ciò si hanno a disposizione delle gare da completare con dei robot a noleggio scelti dal gioco. Queste Gare iniziali vengono chiamate Leghe Locali.
Una volta superate queste competizioni di basso livello e guadagnato abbastanza denaro si potrà acquistare il proprio Mecha, scegliendo tra tutti quelli disponibili nel Roster. Fatto ciò inizierà la vera e propria carriera nelle leghe professionistiche rendendo disponibili al giocatore diversi tornei con differenti regole e obiettivi: semplici duelli, due contro due, mischia (una sorta di tutti contro tutti in quattro) e sopravvivenza. Lo scopo del giocatore è scalare le classifiche di ogni tipo di torneo, partendo dal grado F, arrivando alla vetta che equivale al grado S.
Tutte le competizioni della modalità carriera sono giocabili anche online, tuttavia è da segnalare che non è stato possibile testare il Multiplayer a causa dei server di gioco perennemente privi di giocatori, nonostante il gioco sia uscito da pochi giorni.
Sponsor e attività secondarie
Completato un certo numero di partite il giocatore acquisirà il suo primo sponsor. Avere un contratto con uno sponsor significa semplicemente che il giocatore deve completare una specifica missione secondaria e parallela ai normali incontri dei tornei. Un esempio può essere “Lancia 50 volte un nemico”. Questi obiettivi hanno un limite di tempo reale per essere completati e una volta soddisfatti i termini dello Sponsor si potrà guadagnare denaro extra. Purtroppo il poco tempo dato a disposizione, che scorre pure fuori dalle battaglie, e i tediosi e ripetitivi obiettivi che per essere completati in tempo portano il giocatore a ripetere assiduamente l’azione richiesta rovinando gli incontri, rendono la meccanica degli sponsor fastidiosa e insoddisfacente, incitando il fruitore ad ignorarla e passare oltre.
Personalizzazione dei Mecha
Oltre all’acquisto di nuovi Mecha, il denaro guadagnato può essere speso per la personalizzazione del proprio profilo con Tag e Stemmi e per diverse modifiche dedicate ai propri Robot. Anche nella personalizzazione il team di sviluppo ha preso decisioni piuttosto discutibili, negando innanzitutto modifiche ai Mecha di tipo funzionale come l’aggiunta di equipaggiamento extra per permettere diverse mosse in game, lasciando al giocatore la possibilità di cambiare solo l’aspetto estetico. In aggiunta è da segnalare il cattivo gusto di queste ultime, visto che a parte alcune Skin colorate e altri pochi cambiamenti dedicati al corpo dei robot il resto degli oggetti cosmetici spaziano da Cilindri da mago a cappelli da Cowboy che, oltre ad essere fuori luogo in un gioco di Mecha, risultano piuttosto grossolani una volta indossati.
Uno sguardo al lato tecnico
Il comparto tecnico è di buona fattura, donando scontri veloci e belli da vedere grazie anche a pregevoli effetti particellari e una paletta cromatica vivida e satura. Il frame rate è grosso modo stabile e nella versione da noi provata, quella PC, rimane ancorato a 60 FPS, salvo sporadici momenti più caotici dove si registrano brevi ma visibili cali.
La controparte audio è riuscita solo a metà. Mentre le poche e dimenticabili tracce che fungono da accompagnamento in game sembrano state composte senza gusto e coerenza, il sound design dedicato agli effetti di gioco e ai suoni meccanici dei Robot risulta piuttosto credibile e ben pensato.
Conclusioni
Tirando le somme Override 2: Super Mech League è un titolo concepito con buone intenzioni ma che all’atto pratico evidenzia una qualità discontinua e una certa pigrizia da parte degli sviluppatori di Modus Studios Brazil. I Mecha sono belli da vedere ma non da utilizzare visto che il Combat System monodimensionale e per nulla soddisfacente lascia l’amaro in bocca al giocatore, annoiandolo dopo solo una decina di incontri. Per quanto il comparto tecnico sia sufficiente non lo sono né la quantità di contenuti in game, né la qualità delle modalità di gioco proposte che, tra una carriera concepita male e una personalizzazione dei Mecha al limite dell’imbarazzante, potrebbero far ricredere il giocatore sull’acquisto del titolo in questione. In più il Multiplayer, tanto spronato dal gioco, quanto impossibile da giocare, vista l’assenza di utenza nei server, aggiunge un’ennesima nota negativa al giudizio finale da noi deciso, che non può che essere insufficiente. Consigliamo dunque l’acquisto di Override: 2 Super Mech League solamente agli amanti del genere Kaiju e Mecha, gli unici, forse, in grado di guardare oltre i numerosi difetti e concentrarsi esclusivamente sulle poche qualità offerte dal titolo.