Dopo i rinvii causa COVID-19, My Hero Academia: Heroes Rising è approdato di recente su Netflix grazie a Babbo Natale. Quindi… promosso o bocciato? Scopriamolo insieme.
My Hero Academia continua sulla scia del successo
Sono già passati due anni dal rilascio di My Hero Academia – Two Heroes, e se già allora era possibile intuire la volontà da parte di Shueisha di sfruttare il successo dell’opera originale di Kohei Horikoshi, con il rilascio di Heroes Rising e con l’annuncio del terzo film i pochi dubbi a riguardo sono decisamente svaniti nel nulla.
Tra serie TV e pellicole cinematografiche, infatti, la presenza su schermo degli eroi della 1-A negli ultimi anni è stata molto forte. Spiccare quanto più possibile nel bel mezzo della marea di prodotti sfornati dall’industria si è trasformata in una necessità, e per far sì che si realizzasse non ci si è certo risparmiati sui sacrifici.
La serie televisiva ha infatti dovuto cambiare regista per permettere a Kenji Nagasaki di concentrarsi esclusivamente sui lungometraggi, e allo stesso modo alcuni membri fondamentali dello staff come Yoshihiko Umakoshi si sono dovuti dividere ulteriormente tra i vari progetti legati all’opera, senza contare quelli esterni.
Le probabilità affinché My Hero Academia: Heroes Rising riuscisse a portare sul grande schermo esattamente quello che gli appassionati volevano erano comunque molto alte, ed in effetti da questo punto di vista, è inutile negarlo, ci sono decisamente riusciti.
Tuttavia, per quanto puntare tutto sui motivi per cui l’opera ha saputo risuonare con la sua fanbase abbia i suoi lati positivi, va anche detto che, in questo caso più che mai, questa scelta lascia a determinate problematiche lo spazio di emergere con prepotenza.
Una nuova avventura sull’isola di Nabu!
Seppur My Hero Academia: Heroes Rising tenti, attraverso dei riassunti degli avvenimenti passati, di strizzare l’occhio a potenziali nuovi fan, la visione delle prime 4 stagioni dell’anime è altamente consigliata prima di tuffarcisi dentro. Le vicende che si svilupperanno durante la sua ora e quarantacinque minuti di durata, infatti, avvengono dopo determinati momenti chiave verificatisi durante la serie televisiva e si collocano nello specifico durante un arco del manga non ancora trasposto in animazione.
Di fatto la pellicola contiene nell’effettivo degli spoiler su del materiale che non è stato ancora adattato in versione anime, ma si tratta per la maggior parte di elementi non particolarmente importanti (come determinate mosse utilizzate dai personaggi) o comunque molto difficili da cogliere se non li si nota con gli occhi di chi è al passo con il fumetto. Da questo punto di vista, va lodata l’attenzione riposta in fase di sceneggiatura nel creare una narrazione che sappia parlare sia a chi segue il fumetto che a chi invece aspetta la versione animata.
La narrazione inizia sull’isola di Nabu, un luogo abbastanza isolato con un tasso di criminalità particolarmente basso. I nostri membri della 1-A sono stati mandati lì per fare esperienza sul campo in qualità di eroi veri e propri. Chiaramente ben presto l’isola diventerà oggetto delle attenzioni di un gruppo di Villain ben specifico, che nell’invaderla finirà per scontrarsi con i nostri protagonisti.
La sceneggiatura nel complesso ripropone la classica tematica dell’eroismo e del passaggio generazionale attraverso elementi che hanno già fatto il loro esordio nella storia in passato, conferendo alle pellicola un leggero ma palpabile retrogusto di già visto che però comunque non mina alla base un racconto che, almeno nelle sue premesse, pianta i piedi su delle solide fondamenta creative.
Le problematiche si manifestano però in fase di esecuzione. La solida, ma comunque limitata, caratterizzazione dei personaggi secondari appartenenti alla pellicola non riesce comunque a sopperire alla piattezza e alla mancanza di carisma che invece descrive perfettamente il gruppo di cattivoni che faranno il loro ingresso in scena. E questa volta, ancora più del primo film, le interessanti novità in termini narrativi introdotte dalla pellicola vengono completamente oscurate da un tentativo sin troppo maldestro di nascondere la necessità di non alterare in alcun modo la storia originale.
Lato tecnico
Dal punto di vista tecnico, My Hero Academia: Heroes Rising si dimostra essere uno di quei prodotti che sfrutta a pieno le tempistiche meno stringenti tipiche del format cinematografico, per dar vita ad un costante spettacolo visivo che non può che farci rimpiangere la mancata occasione di averlo visto sul grande schermo.
Ai nomi di animatori più classici ed iconici per il franchise, quali quelli di Yutaka Nakamura, Yuki Hayashi e Kouki Fujimoto, si affiancano quelli di comparse di altissimo spessore come Yoshimichi Kameda, Hideki Kakita e Norifumi Suzuki, molti dei quali entrano in scena con alcune delle migliori performance della loro carriera.
Oltre all’incredibile livello di dedizione nella costruzione di scene ambiziose e complesse da realizzare, lo staff della pellicola è riuscito a creare esplosioni, detriti, liquidi, fuoco e fulmini di altissima fattura. La supervisione delle animazioni è anche di eccellente livello, e garantisce un look sempre rifinito e affascinante a tutti i personaggi durante l’intero corso della pellicola.
In termini registici continuiamo sul classico filone di fondo che ci si potrebbe aspettare da un action movie, mescolato però ai toni un po’ romantici caratteristici della serie: molta attenzione alla chiarezza durante la frenesia degli scontri e un occhio di riguardo nel dare il giusto peso a determinati momenti di sviluppo dei personaggi.
Promossi anche gli sfondi, che sono decisamente più curati rispetto a quanto mostratoci finora dalla serie TV.
Una nota a parte va fatta per quanto riguarda la gestione dei suoni e delle OST, tutto sommato abbastanza anonima, ma che durante il climax narrativo si concretizza in una scelta molto particolare il cui gradimento va però lasciato ai gusti dello spettatore.
In conclusione
Tutto sommato My Hero Academia: Heroes Rising è esattamente un concentrato di quello che i fan vorrebbero vedere: una storia che punta, forse in maniera sin troppo evidente, al fanservice. Non siamo certamente davanti ad un capolavoro né men che meno ad una pellicola capace di far rivalutare l’opera ad eventuali detrattori, però se siete amanti dell’universo ideato da Kohei Horikoshi e volete divertirvi per poco meno di due ore, vedere questo film è una delle migliori scelte che possiate fare al momento.