Shady Part of Me, Una favola che esorta a far pace con il proprio io
Raccontare un’esperienza videoludica come Shady Part of Me non è un lavoro semplice. Il rischio più grave è quello di tralasciare l’impegno della piccola Software House Francese Douze Dixièmes nel mettere in scena nel modo più dolce e artisticamente valido una storia che si basa su un percorso di analisi psicologica e sviluppo interiore. Pubblicato da Focus Home Interactive, Shady Part of Me è un Puzzle Platform che si fa carico di portare alla luce l’importanza di accettare se stessi e di fare pace con il proprio lato più fragile.
“Mi ricordi me stessa”
Annunciato il 10 Dicembre ai The Game Awards di quest’anno e reso disponibile il giorno stesso per PC, PS4, XBOX One e Nintendo Switch, Shady Part of Me racconta di un’ombra dalle fattezze femminili che, nel suo viaggio verso la comprensione del proprio Io, incontra una bambina senza nome, vestita di bianco e che ha una forte paura della luce. Da questo incontro scaturisce una solida amicizia che dà inizio ad un racconto struggente e malinconico, sempre più intriso dell’intimità che i due personaggi andranno a sviluppare durante il loro percorso insieme. Lo scopo delle nostre protagoniste è cooperare per riuscire a superare tutti gli ostacoli ed enigmi che le separano dal loro ancora incompreso traguardo.
L’importanza di chiedere aiuto
Il Gameplay, diviso in due parti diverse ma complementari tra loro, fonda le proprie basi sulle caratteristiche dei due personaggi appena descritti. Utilizzando l’ombra si agisce esclusivamente in 2D, attraverso tre semplici comandi: Il movimento, il salto e il tasto azione, utile per attivare determinati meccanismi presenti in game. Con la bambina invece il Gameplay è completamente in 3D e consiste principalmente nello spostamento di oggetti e attivazione di congegni a pedane. Tuttavia quest’ultima protagonista è priva dell’azione del salto e può muoversi liberamente solo in superfici non illuminate. Con un tasto dedicato si ha la possibilità di cambiare personaggio in tempo reale permettendo quindi di passare da un tipo di Gameplay all’altro in modo rapido. Infine una delle meccaniche più importanti è il riavvolgimento del tempo a proprio piacimento, permettendo di ritornare ad un punto preciso rimediando ad un possibile errore commesso durante la risoluzione di un enigma.
“Fallire va bene”
Le meccaniche di Gameplay sono perfettamente coerenti con la trama raccontataci da Douze Dixièmes. I Puzzle presenti, composti da giochi di ombre e luci magnifici e ben congegnati, sono una riuscita rappresentazione onirica degli ostacoli mentali con cui le due protagoniste si trovano a fare i conti durante il loro percorso di comprensione psicologica. L’assenza di Game Over inoltre, e la possibilità di riprovare infinite volte una sezione di gioco senza la paura di incappare in alcun tipo di Malus, sono un monito da parte del Team di sviluppo a prendersi il proprio tempo, riflettere sui propri errori e continuare a perseverare davanti ad un ostacolo apparentemente insormontabile. Nelle varie aree di gioco è possibile raccogliere degli Origami di carta a forma di uccellino. Per ottenere questi collezionabili bisognerà scervellarsi non poco all’interno dei puzzle donando così un livello di sfida opzionale sensibilmente più alto.
“Segui la mia voce…”
Durante lo scorrere della storia le nostre protagoniste parlano spesso tra loro, dandoci indizi e informazioni aggiuntive sulla loro vita. I dialoghi (presenti anche in italiano) sono scritti magistralmente donando credibilità e profondità ai personaggi. Menzione d’onore al doppiaggio inglese, di ottima fattura, contenente anche una Guest Star. Infatti la voce dell’ombra è dell’attrice inglese Hannah Murray, che ha partecipato a produzioni televisive di un certo calibro come Game Of Thrones e Skins.
Una favola per i propri sensi
E’ nell’Art Direction che si può notare il virtuosismo del piccolo Team di sviluppo Francese. Al giocatore viene presentato un mondo completamente disegnato a mano e colorato in stile acquerello. Le geometrie semplici abbinate ad una palette cromatica leggera e soffusa rendono il World Building una riuscita proiezione dell’innocenza e della spensieratezza tipica di un bambino, ma anche delle sue paure più recondite, timori scaturiti da un’ancora impossibile comprensione del mondo che lo circonda.
La Soundtrack rende perfettamente giustizia all’immaginario di gioco, deliziando il giocatore con tracce volutamente minimali ma pregne di emotività. La grande attenzione al Sound Design è riconosciuta anche da un particolare ed apprezzato cambio di arrangiamento musicale udibile tra il Gameplay di un personaggio e l’altro. Stesse melodie quindi ma strumenti musicali diversi. Una feature congruente con le personalità dei due personaggi, simbolo di un attenzione ai dettagli e amore per la propria opera.
Un’esperienza forse troppo essenziale
La longevità del gioco è piuttosto azzeccata per il tipo di esperienza proposta, difatti in 7/9 ore di gioco si arriva tranquillamente ai titoli di coda. Tuttavia si nota una certa mancanza di contenuti extra che avrebbero potuto completare la formula quasi perfetta di Shady Part of Me. All’avvio del gioco, infatti, si è catapultati immediatamente all’interno della storia, senza neanche un menù iniziale a darci il benvenuto. Le uniche opzioni di gioco sono richiamabili in game alla pressione del tasto di pausa e consistono in semplici accorgimenti di tipo ludico, modifiche dedicate alla lingua di dialoghi e sottotitoli e la possibilità di rigiocare aree di gioco già visitate, feature utile per poter raccogliere tutti gli Origami rimasti.
Conclusioni
Si può affermare dunque che Shady Part of Me riesca a pieni voti nel suo intento di trasporre in chiave ludica una tematica spinosa come la salute mentale. Non è di certo il primo Puzzle Platform che utilizza questo archetipo narrativo, tuttavia grazie all’Art design e alla profondità dei personaggi, il gioco riesce a distinguersi, ricavandosi un posto più che meritato tra i grandi del genere. Il Gameplay, anche se a tratti derivativo e semplicistico, risulta piacevole e ben pensato, merito soprattutto dell’ottima vena creativa nei Puzzle proposti al giocatore. Al netto di una percepita mancanza di contenuti post game volti ad arricchirne formula e longevità, Shady Part of Me è un titolo che va giocato ma soprattutto elaborato ed interiorizzato. Essere spettatori ma anche “aiutanti” del percorso formativo delle due protagoniste ha il potere di smuovere nel giocatore un’empatia tale da poter definire l’esperienza di gioco una vera e propria terapia di gruppo.
Voto: 8.5