Ecco un’analisi dettagliata per capire le differenze tra l’anime e il manga de L’Attacco dei Giganti
Con l’arrivo della stagione finale e con l’imminente conclusione del manga de L’Attacco dei Giganti è bene capire se tra il fumetto originale, edito in Italia da Planet Manga., e la sua versione animata incorrono differenze e, se sì, di che genere.
Partiamo da un presupposto: non è vero che l’anime è la versione definitiva del fumetto e il manga rimane infatti l’unico progetto a tema totalmente canon. La mano e l’approvazione di Hajime Isayama – autore e ideatore de L’Attacco dei Giganti – per alcuni cambiamenti ci sono, come la risata di Annie prima della sua trasformazione nel distretto di Stohess o una velocizzazione dell’azione nella prima parte della stagione 3. Per altri elementi invece, come vedremo più avanti, capiremo che sono più scelte fatte per un migliore adattamento più che per “correggere” il manga, dato che alcuni di essi hanno portato poi ad alcuni errori di sceneggiatura.
Ovviamente per differenze si intenderanno quelle degli eventi e di livello narrativo, o aggiunte e tagli che potrebbero portare ad una visione dell’opera diversa o portare a conclusioni e ragionamenti sbagliati sulla base di modifiche. Accorgimenti come il cambio di colore della sciarpa di Mikasa, che nel fumetto è nera e nel cartone rossa, o il cambio di colore dei capelli di Zeke e Floch, non verranno prese in considerazione (anche perché sono poche cose).
Per comodità l’analisi sarà divisa in quattro paragrafi, trattando separatamente la stagione 3 parte 1 e parte 2. Nell’analisi si parlerà anche di archi narrativi, ma è giusto un modo per chiarire meglio a quali parte dell’opera ci si riferisce perché non ci sono definizioni e divisioni ufficiali dell’opera.
Stagione 1: episodi 1-25 (capitoli 1-33)
Per la stagione 1 voglio fare un piccolo accenno all’adattamento italiano, che è alquanto discutibile. Ci sono diverse scelte che fanno storcere il naso e diversi errori, nonché di dialoghi tradotti un po’ all’acqua di rosa. Ad esempio dire “gigante dalle fattezze femminili” anziché “gigante femmina” è una scelta un po’ opinabile, tant’è che poi è stata corretta.
Ancora, ci sono diversi errori come nell’episodio in cui Annie viene messa alle strette: viene più volte detto che Annie fa parte del corpo di guarnigione, ma lei è nel corpo di gendarmeria; così come è importante dire che non dice “ho fallito nel diventare un soldato” ma “ho fallito nel diventare un guerriero”, differenza che sappiamo essere importantissima. In generale, tutto l’adattamento italiano lascia un po’ a desiderare per questa prima stagione.
Un’altra differenza importante è che nel manga Eren non dice mai “sterminerò tutti i giganti” ma solo “li sterminerò tutti”. Nell’anime si sente chiaramente la parola kyojin (巨人) – gigante per l’appunto -, mentre nel fumetto usa una parola che significa “insettucoli, cose di poco conto”.
Per il resto, la stagione 1 de l’Attacco dei giganti ripercorre, in 25 episodi, ben 33 capitoli e due archi narrativi, quello de L’Attacco a Trost e quello del Gigante Femmina. Il primo arco narrativo è racchiuso nei primi 16 episodi, ed è abbastanza fedele al manga.
La prima differenza riguarda la prima scena in cui compaiono Eren e Mikasa. Nell’anime Eren, prima di svegliarsi, vede alcune cose – come i giocattoli – che nel manga invece non compaiono; inoltre nel fumetto nota anche che i capelli di Mikasa sono ricresciuti, cosa che nel cartone non fa. L’altra differenza sostanziale è il posizionamento dell’addestramento a livello narrativo: mentre nell’anime è tutto molto lineare, ovvero abbiamo l’attacco a Shiganshina, l’addestramento e poi l’attacco a Trost, nel manga c’è un flashforward di 5 anni tra l’attacco a Shiganshina e l’attacco a Trost.
L’addestramento è raccontato come flashback subito dopo la chiusura della breccia di Trost; dopo averci fatto conoscere così i personaggi, con un abile passaggio registico, Isayama ci riporta a Trost con la scena in cui Jean ritrova il corpo di Marco proprio mentre, ancora nel flashback, pensa all’amico che gli dice quanto sia portato ad essere comandante.
Per quanto riguarda invece gli ultimi episodi e il secondo arco narrativo, le differenze sono diverse e abbastanza grosse. Ci sono innanzitutto alcuni filler, come la scena in cui i soldati, dopo la spedizione contro il gigante femmina, non vogliono gettare i cadaveri dai carri per distrarre i giganti e andare più veloci, nonché anche alcuni dialoghi.
Oltre queste piccole cose, ci sono delle differenze che portano ad errori più gravi. Nel fumetto, dopo aver messo alle strette Annie, l’indecisione di Eren di trasformarsi in gigante svanisce non appena Armin e Mikasa decidono di combattere: tutta la scena di Eren trafitto dal paletto di legno, nonché metà del combattimento con Annie, sono filler. Jean inoltre non lascia mai il posto da Eren travestito nella carrozza e non va in aiuto degli amici.
La scena di Eren gigante versione berserk e infuocato è anch’essa filler e buttata a caso. Annie “vince” il combattimento contro Eren e decide di scappare perché è ormai stata scoperta: qualsiasi cosa dica e faccia Eren in quello status nell’anime non ha nulla a che fare con presunti indizi o flashforawrd di ciò che accadrà dopo. Ancora, Levi non interviene nel combattimento finale dato che, nella battaglia contro il gigante femmina nella foresta, è rimasto ferito ad una gamba (cosa di cui Mikasa si scuserà ancora qualche episodio più tardi).
Ultima importante differenza è la scena dopo i titoli di coda: mentre i giganti nelle mura nell’anime vengono mostrati in separata sede dopo i titoli di coda, quasi come un “finale segreto”, nel manga è Mikasa che, subito dopo aver sconfitto una Annie in fuga, si accorge di loro quando rimane appesa alle mura, scioccata da ciò che c’è al loro interno. Sicuramente una scena di maggior impatto per concludere un arco narrativo e un capitolo.
Stagione 2: episodi 26-37 (capitoli 34-50)
La seconda stagione de l’Attacco dei Giganti ripercorre uno degli archi narrativi più belli e intensi del manga, e lo fa in maniera quasi impeccabile. La scena della rivelazione di Reiner e Berthold è diventata uno dei momenti più iconici non solo dell’intero anime de L’Attacco dei Giganti, ma dell’animazione giapponese in generale; la sua trasposizione riesce a rendere giustizia alla sua controparte manga, in cui il momento è relegato ad una piccola tavola inserita tra i tanti discorsi degli altri membri del corpo di ricerca.
L’unica differenza, al netto di qualche piccolo filler a dir poco irrilevante, è il flashback riguardante Ymir. Innanzitutto, il flashback di Ymir e Historia sulla montagna è messo poco prima del momento in cui Ymir si getta dalla torre trasformandosi nel gigante ganascia, mentre nell’anime è messo all’inizio dell’episodio successivo (questa precisazione è giusto per far notare che nel manga la narrazione ha dei ritmi molto più particolari che nell’anime, che tende a semplificare).
Oltre a questo, la parte più fastidiosa è sicuramente quella appunto del flashback che fa vedere il passato di Ymir. Nell’anime è inserito nell’episodio 10 della stagione 2, totalmente a caso: uno spettatore poco attento non capirà nulla, mentre uno più perspicace potrebbe collegare fin troppe cose. Nel fumetto, la storia di Ymir è raccontata nel capitolo 89, quindi dopo la scoperta del mondo al di fuori delle mura e la vediamo tramite gli occhi di Historia che legge la lettera che Reiner le fa arrivare. Per il resto, la stagione è molto fedele al fumetto.
Stagione 3 parte 1: episodi 38-49 (capitoli 51-72)
Innanzitutto, la terza stagione dell’anime inizia con una scena di Eren in riva all’oceano, cosa che ovviamente nel fumetto non c’è; anche il discorso che fa Eren non è preso da nessuna parte del manga, ma è un po’ estrapolato da quello che succede e dice nel capitolo 90.
I capitoli dal 51 al 72 sono quelli che coprono l’arco narrativo del Colpo di Stato, che è un po’ da tutti considerato come quello più debole (ma non brutto!). Soprattutto all’inizio, ci sono pochi combattimenti e tanti dialoghi, nuovi personaggi, i giganti non si vedono più e il ritmo è più lento; il fatto poi che arrivi dopo una parte piena di azione e rilevazioni, non ha per nulla aiutato. Per ovviare a questo, nell’anime la prima metà dell’arco narrativo è stata resa in maniera frettolosa, cambiando scenari, eliminando intere scene (come il dialogo tra Levi e Flegel Reeves sulle mura, o la parte in cui si vede Historia da bambina maltrattata anche dagli altri bambini e poco considerata anche dai nonni) e dialoghi, modificando anche la timeline degli eventi.
Il risultato è una prima parte di stagione a volte caotica e poco chiara. Giusto per rendere l’idea, la scena in cui Kenny assalta Levi e la sua sottoposta alla fine del primo episodio accade solo nel capitolo 57. Sembra comunque che sia stato anche Isayama a chiedere ed approvare questi cambiamenti per inserire più azione nella Season 3 fin da subito.
L’unica differenza che è da sottolineare è la scena tagliata dal manga in cui Levi strattona e minaccia Historia per farle accettare il ruolo di nuova regina; alla scena assiste anche Dimo Reeves e sarà lui a suggerire a Historia di colpire Levi una volta diventata regina. Nell’anime questa frase la dice Mikasa a Historia prima di affrontare un Rod Reiss gigante, probabilmente messa giusto per lasciare, nel finale della prima parte, la scena in cui Levi ringrazia e sorride ad Eren e amici.
Dall’episodio 43 “Peccato” il tutto riprende ad essere abbastanza lineare. O meglio, inizia a seguire fedelmente il manga, probabilmente perché le informazioni date che riguardano la lore del mondo di Shingeki No Kyojin sono importanti e non possono essere tralasciate, e anche perché l’azione inizia a farsi più preponderante. Tutto sommato purtroppo, la confusione dei primi 5 episodi inficia molto sulla qualità totale di questa prima parte della stagione.
Stagione 3 parte 2: episodi 50-59 (capitoli 73-90)
L’ultima stagione – o meglio la seconda parte dell’ultima stagione – riguarda il cosiddetto Ritorno a Shiganshina. I nostri eroi sconfiggeranno definitivamente il Gigante Colossale e riusciranno a raggiungere la tanto agognata cantina, non senza subire pesanti perdite quali il comandante Erwin.
In questa parte dell’anime e il manga le differenze sono poche, per non dire inesistenti. A parte un ritmo un po’ allungato in qualche episodio (un difetto presente anche nell’arco del Gigante Femmina), sono davvero poche le cose da far notare. Innanzitutto c’è la scena di Historia che legge la lettera di Ymir: come già detto, nel manga la storia di Ymir la si apprende in questo modo, mentre nell’anime viene raccontata prima. Nella terza stagione vediamo Historia che, prendendo la lettera di Ymir, attiva il potere dei giganti, cosa che non ha assolutamente alcun senso, ma serviva per non far rivedere il flashback probabilmente.
Un’altra modifica, questa volta ragionata, è quella nel concept e nell’aspetto del gigante cargo. Per chi ha visto solo l’anime sarebbe uno spoiler, quindi vi lascio qui un’immagine di comparazione tra il gigante nel manga e quello nell’anime. I motivi del cambiamento, sono comunque giustificati.
La parte in cui viene raccontata poi la storia di Grisha e del mondo oltre le mura è resa bene, nonostante la mancanza di qualche momento. Anche a livello narrativo, l’alternanza tra i ricordi di Eren e il “racconto di Grisha” è ben rispettata.
Nell’ultimo episodio, mentre Eren e il corpo di ricerca si dirigono verso il mare, incontrano un gigante che non riesce nemmeno a camminare. Nell’anime Eren addirittura scende da cavallo e lo compatisce… cosa che fa anche nel manga, ma rimanendo a cavallo e lasciandoselo alle spalle (ed effettivamente, perché rischiare di essere mangiati solo per dire due parole?).
Conclusioni
L’anime de L’Attacco dei Giganti è un ottimo anime e un buon adattamento. Purtroppo alcune scelte, che possono sembrare inezie, influiscono molto invece anche sul senso generale dell’opera e sulla caratterizzazione dei personaggi. L’anime può essere considerato un prodotto da affiancare al manga ma che non lo sostituisce; anche quelle poche scelte diverse che ci sono tra i due dimostrano questa cosa.
Speriamo che nella quarta e ultima stagione, che sta andando in onda proprio in questo periodo, lo studio MAPPA faccia un ottimo lavoro di adattamento. Ci saranno tanti dialoghi importanti e una trama fantapolitica non troppo semplice da capire e una narrazione sempre piena di flashback e tecniche simili. Cosa vi aspettate da quest’ultima stagione?