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Guida galattica per gli anticomplottisti

Hai una mamma antivaccinista o uno zio terrapiattista? Per ogni persona che non crede nella scienza, nel riscaldamento globale e spara tante baggianate senza prove concrete, abbiamo la guida che fa al caso vostro!

Il tema delle teorie cospirazioniste è particolarmente delicato da affrontare data l’espansione graduale della rete di persone che le sostiene e le loro reazioni quando qualcuno prova a confutare le loro tesi. No-vax, anti-5G, terrapiattisti, fervidi oppositori delle élite e dei miliardari filantropi come Bill Gates e Soros, tutti questi cittadini spesso si rivelano noiosi e vengono definiti, soprattutto dai giovani e da chi ha passato anni a studiare temi altamente complessi per il proprio futuro, come persone ignoranti.

A colpi di fatti e logica, però, è difficile scalfire la loro protezione granitica che tanto difende ciò che sostengono ogni giorno su Facebook, WhatsApp e tanti altri social network. Come si può, allora, affrontare con successo queste persone?

Guida galattica per anticomplottisti, la risposta “bastarda geneticamente”

Innanzitutto, va detta una cosa: riteniamoci fortunati perché quest’anno il lockdown forzato tra Natale e Capodanno, salvo sotterfugi familiari, farà sì che non dovremo parlare al parente che solitamente mangia tutto ciò che trova in tavola, inveisce contro politici, negozianti del paese, commercialisti, personale medico e chiunque gli salti in mente e poi si accomoda sul primo divano che trova per il pisolino tattico.

Questa guida però non intende aiutare tutti coloro che si trovano in questa situazione solo a Natale, ma in ogni momento dell’anno. Il metodo più efficace è dire loro di mostrare esperimenti o studi riusciti che verifichino le loro tesi: ai terrapiattisti potreste chiedere se qualche suo “collega” abbia mai osato navigare fino ai confini della realtà, o se magari loro stessi sarebbero disposti a farlo per la scienza; ai no-vax e a chi sostiene che il Coronavirus sia fuffa, invece, potreste proporre di firmare una dichiarazione che li obbliga a non ricevere cure in caso di contagio. Agli anti-5G e oppositori delle tecnologie moderne, invece, basterebbe regalare a Natale una gabbia di Faraday per i router e far sì che rimanga fissa in tale posizione per sempre.

Quando capiranno di non avere più “prove” per controbattere, basterà dire “ho vinto” e flexare la Mastery 7 mentre continuano a urlare senza concludere niente di concreto per ribadire la loro posizione.

Cervicale 5G

Guida galattica per anticomplottisti, la risposta seria

Scherzi a parte, fa sempre bene affrontare anche temi di questo tipo con serietà. Le teorie del complotto sono un problema molto grave e pericoloso che potrebbe veramente cambiare il nostro futuro, di adolescenti, giovani adulti, persone di mezz’età e anziani. Ogni generazione è potenzialmente a rischio di “contagio” da parte dei complottisti e l’unica soluzione è una corretta informazione…o forse no.

A fornirci delle linee guida basilari è addirittura l’Unione Europea nella pagina dedicata “Individuare le teorie del complotto”, parte della sezione “Risposta al Coronavirus”. La pandemia ha infatti registrato un aumento spropositato dei consensi a movimenti come QAnon, o anche a pagine Facebook che sostengono il legame tra il COVID-19 e il 5G spesso supportate da politici populisti o di destra che approfittano del caos e della disinformazione generale per seminare zizzania e giungere ai vertici delle istituzioni con il sostegno del popolo, seppur in una delle maniere meno piacevoli possibili.

Innanzitutto, le teorie del complotto hanno in comune 6 caratteristiche:

  1. Un presupposto complotto segreto;
  2. Un gruppo di cospiratori;
  3. “Prove” che sembrano confermare la teoria del complotto;
  4. Viene ingannevolmente suggerito che nulla accade per incidente e che non esistono coincidenze, nulla è come sembra e tutte le cose sono collegate tra loro;
  5. Si divide il mondo in buoni e cattivi, popolo ed élite;
  6. Si individua un capro espiatorio in persone e gruppi.

Il loro successo dipende oltretutto dal boom della comunicazione online, con blog dai nomi dubbiosi che pubblicano post e presunti scoop e approfondimenti che cambiano il corso degli eventi a favore delle loro tesi, ma anche con profili falsi di utenti e molti altri metodi particolarmente efficaci nei confronti di chi non conosce sufficientemente bene Internet.

5gcervicale

I supporti scientifici

Non è dunque una sorpresa sapere che molti ricercatori dei dipartimenti di psicologia, sociologia e comunicazione si stanno occupando di questo tema.

Per esempio, uno studio di Roland Imhoff e Pia Lamberty pubblicato sull’European Journal of Psychology mostra che le teorie dei complottisti trovano la loro origine in fattori sociali: il cospirazionista, infatti, come detto prima si sente a suo agio in un gruppo che condivide le sue idee avverse al mondo di politica, medicina, tecnologia e quant’altro e, di conseguenza, individua il colpevole dei mali suoi e della società in quale membro di élite misteriose.

Non mancano poi casi specifici come QAnon, che negli Stati Uniti ha costretto alcune cliniche ad aprire veri e propri centri di riabilitazione per la “dipendenza da teorie del complotto”. Studi al riguardo confermano ciò che abbiamo scritto appena sopra. Il successo del movimento QAnon dipenderebbe da tre fattori:

  • Spiegazioni molto semplici a gravi problemi della società, anche se piuttosto complessi;
  • Persuasione con connessione emotiva;

  • Senso di comunità tra i complottisti.

QAnon

La (possibile) triste realtà dei complottisti

Dunque, incrociando tutti questi studi, la realtà dei movimenti complottisti potrebbe essere particolarmente triste: in mancanza di un senso di sicurezza sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista economico, chi decide di “convertirsi” al complottismo lo fa per trovare una sorta di nuova “casa” in una comunità unita nell’odio. Un’opposizione piuttosto fervida nei confronti dei classici nemici: i medici, gli scienziati, i politici, l’Europa, le élite, i multimiliardari, le multinazionali, il turbocapitalismo.

La soluzione allora diventa solamente discutere con pazienza, rispetto, in maniera pacifica, insegnando ai complottisti parte della nostra famiglia o nostri amici quali sono i modi per riconoscere la disinformazione così da riuscire, in futuro, a esprimere una propria opinione mostrando pro e contro sulla base di ricerche verificate pubblicate da fonti autorevoli. Insomma, una sorta di “debunking” fatto in casa per incoraggiare le persone a pensare in modo analitico e smontare definitivamente le teorie del complotto.

Perché opporsi a qualcosa o a qualcuno è lecito, è un diritto che appartiene a tutti e, in alcuni casi, pure un dovere da esercitare per il bene nostro e di chi ci sta accanto. Per farlo, però, bisogna essere sicuri di ciò che si sa e si dice, anche se va contro ciò che crediamo.

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Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

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