Dopo le spericolate avventure acquatiche nel Mekong, l’intrepido trio si ritrova su quattro ruote per la sua ultima avventura nelle esotiche isole di Reunion e Madagascar. A bordo di tre auto sportive Richard, James e Jeremy sono convinti di affrontare un viaggio tranquillo e divertente quando arrivano a Reunion e si lanciano a gran velocità sul tratto di asfalto più costoso del mondo: una sbalorditiva strada costruita sul mare. Ma una bizzarra sfida, lanciata da Mr Wilman, li spinge ad attraversare l’oceano per giungere fino in Madagascar, dove dovranno affrontare la strada più ardua del mondo a bordo di alcune tra le auto più modificate che abbiano mai costruito, per completare una delle loro missioni più difficili fino a oggi. L’estenuante avventura si concluderà con un finale esplosivo.
Questa la sinossi del nuovo speciale di The Grand Tour, intitolato A Massive Hunt, finalmente in arrivo su Prime Video il 18 dicembre 2020.
https://www.youtube.com/watch?v=3ZmoFfYCzKw
Un episodio tanto atteso, anche a causa dei ritardi nella produzione dovuti alla pandemia da Covid-19, e che segna il ritorno delle auto dopo la parentesi marina del precedente special Seamens.
Le tematiche legate all’acqua non saranno però assenti anche in questo nuovo speciale di circa 90 minuti: strade costruite sul mare, traghetti improbabili e un filo conduttore piratesco accompagnano questa nuova avventura che parte sull’isola di Reunion per poi prendere il largo verso le dissestate arterie stradali del Madagascar.
The Grand Tour all’ennesima potenza
Il nuovo speciale di The Grand Tour incarna alla perfezione lo spirito dello show: se vi erano mancate le avventure del trio più british di Prime Video, gioirete nel rivederli alle prese con le loro disastrose avventure. In A Massive Hunt c’è di tutto: auto modificate, paesaggi mozzafiato, sfide impossibili e la giusta dose di ironia e goliardia.
Nel corso degli anni abbiamo imparato a conoscere i tre protagonisti con i loro diversi modi di fare e con le varie dinamiche che intercorrono tra di loro. Che si tratti di realtà o finzione poco importa. Si sa che i tre seguono un copione, per lo meno per quanto riguarda gli atteggiamenti da tenere a schermo. La produzione sa quello che piace al pubblico e scrive i personaggi sulla base di quei comportamenti, creando delle vere e proprie gimmick, per prendere un termine in prestito dal wrestling. Sappiamo tutti che è così e sarebbe da sciocchi credere il contrario. Questa consapevolezza, però, non rende meno epiche le scene che si susseguono con il passare dei minuti come Jeremy che reagisce a modo suo al risultato di una gara di accelerazione, Richard che fa delle scelte discutibili riguardo le modifiche da apportare alle auto, James che si perde in lunghissimi e soporiferi spiegoni su argomenti di dubbio interesse ecc ecc. Tutte cose che vedrete in questo episodio speciale e che vi faranno dire “Questo è The Grand Tour“.
Il format inizia a sentire il peso degli anni
Proprio questa profonda conoscenza del programma, dei suoi protagonisti e delle dinamiche che intercorrono tra di loro è al tempo stesso croce e delizia di The Grand Tour.
Dopo decenni di onorato servizio tra BBC e Prime Video, il trio composto da Clarkson, Hammond e May ha praticamente fatto qualsiasi cosa era possibile fare a questo mondo. Gli anni di Top Gear ci hanno regalato decine di perle tra episodi normali e speciali in giro per il mondo (qui la nostra classifica dei migliori momenti) e con il passaggio a Prime Video l’asticella si è alzata di molto garantendo, di fatto, una qualità da “speciale” a quasi tutti gli episodi ambientati nella tenda di The Grand Tour.
A questo punto, dopo aver girato il globo e fatto l’impossibile, diventa molto difficile andare avanti evitando di ripetersi e scadere nel banale. La produzione deve aver intuito la cosa, accantonando il format della tenda e decidendo di concentrarsi solo su episodi speciali in giro per il mondo. Hanno anche voluto testare la fanbase proponendo un episodio non incentrato sulle auto, per vedere se lo spirito dello show fosse ancora legato ai mezzi a quattro ruote o se il fulcro si fosse spostato sulle dinamiche tra i tre conduttori.
A conti fatti, però, a fronte di una qualità realizzativa ben oltre la media non solo per The Grand Tour in se, ma per buona parte delle produzioni televisive in generale, A Massive Hunt inizia a mostrare i limiti del format: la serie rischia di diventare un more of the same, in cui le sfide proposte da Mr. Wilman in giro per il mondo finiscono per essere solo un pretesto per mostrare le bellezze paesaggistiche e le tradizioni culturali del paese di turno.
La cosa non è necessariamente negativa, ma non si può fare a meno di pensare che almeno due conduttori su tre stanno raggiungendo una soglia critica di età, superata la quale sarà sempre più impossibile fare acrobazie sul mezzo di locomozione di turno. E allo stesso tempo arriverà un momento in cui la chimica tra i tre non basterà a sopperire la mancanza di originalità delle situazioni proposte. Non perché alla produzione mancherà improvvisamente inventiva, ma perché semplicemente tutto quello che si poteva fare sarà già stato fatto. E che ne sarà dopo di The Grand Tour? A Massive Hunt mostra proprio come questo rischio è più imminente di quanto si può pensare.
In conclusione
Non è però il momento di pensare al futuro (più o meno prossimo che sia). Il nuovo speciale è, come già detto, un episodio da manuale di The Grand Tour che farà felici gli appassionati che lo aspettavano con ansia e continuerà a non dure nulla a tutti coloro che non si sono fatti ammaliare dallo show e dalle sue dinamiche, alle quali non aggiunge nulla di nuovo, ma si limita a perfezionare quanto di buono è stato fatto negli anni.
Non è quindi un episodio che consiglieremmo a un neofita che si vuole avvicinare al format (prima si dovrebbe passare da Top Gear e da altri episodi di The Grand Tour) ma è decisamente uno speciale che un appassionato non si può perdere.
VOTO: 7 e ½
The Grand Tour Presents: A Massive Hunt sarà disponibile in esclusiva su Prime Video a partire dal 18 dicembre.
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