One Piece 995: Il percorso di ognuno
Ben ritrovati a tutti al consueto commento settimanale ai capitoli in uscita di One Piece.
Il capitolo 995 oltre ad offrire diversi spunti e portare avanti svariate situazioni, è stato anche piuttosto discusso nella community, diviso tra chi ha apprezzato alcune scelte fatte da Oda verso i propri personaggi, e chi invece avrebbe preferito vedere qualcosa di diverso.
Sostanzialmente, possiamo suddividere il capitolo e questo relativo commento in due parti, una riguardante Big Mom, l’altra incentrata sui Mugiwara.
Big Mom e Marco
Spesso nel corso dei mesi siamo tornati sulla questione Big Mom, sui motivi reali della sua presenza a Wano e all’alleanza con Kaido ad Onigashima, e nel corso del tempo alle nostre ipotesi si sono susseguiti una serie di indizi che, in linea teorica, hanno condotto il personaggio a collocarsi in una certa maniera.
Partita con l’idea di riprendersi Zeus e vendicarsi di Rufy per quanto accaduto a Whole Cake Island, nel corso della saga il personaggio è più volte mutato, regredendo inizialmente a O-Lin, passando poi in un secondo momento con l’allearsi a Kaido per il progetto “Nuova Onigashima”.
Nel commento al capitolo 992 abbiamo parlato di quel momento ambiguo in cui Big Mom ha chiesto al figlio Perospero di fidarsi di lei circa l’alleanza pirata, e la ritroviamo a qualche capitolo di distanza intenta a difendere quella stessa idea da Marco.
Nonostante non conosciamo a fondo i piani reali di Big Mom, ammesso che ne esistano, possiamo però notare una coerenza di fondo tra ciò che dice di sé e ciò che fa, supportata ora anche da Perospero, che per un istante sembrava aver vacillato la propria fiducia nei suoi confronti.
Ora questi affronta Marco come se non fosse mai esistita una quasi-alleanza, come se i dialoghi tra di loro fossero stati spazzati via da una fiducia cieca e inscalfibile.
Ciò che emerge da questi brevi scambi di battute, è il fatto che Marco abbia le idee molto più confuse della mammona.
Difatti la Fenice afferma di non conoscere ancora il proprio ruolo in questa battaglia, nonostante sia partito per supportare Rufy, e che la sua unica certezza risiede nella pericolosità di chi gli sta davanti.
È chiaro che il ruolo di Marco dipenda in larga parte da ciò che faranno Big Mom e figli nel prossimo futuro. Questo personaggio cerca un proprio scopo nel mondo, sta ridefinendo la sua stessa esistenza a distanza di 2 anni dalla morte di Barbabianca, e l’unica cosa che al momento può fare è correr dietro a ciò che per lui resta un caposaldo: aiutare Cappello di Paglia.
Teniamo a mente che la storia di Marco si intreccia enormemente con molti altri personaggi della macrotrama di One Piece: Edward Weeble, Barbanera, Sakazuki.
Ognuno di essi è un valido motivo per portare avanti la sua crociata, e sembrava fino a poco fa che la sua presenza dovesse condurre ad una distensione proprio verso l’Imperatrice, sfavorendo l’alleanza venutasi a creare con Kaido.
Marco ha già spiegato di come lui e tutti gli altri ex comandanti di Barbabianca si definiscano liberi, per cui potremmo semplicemente ipotizzare che ognuno di loro andrà dove vorrà per fare ciò che sentirà di voler fare.
Un senso di vendetta contro la marina ed il Governo potrebbe condurli per esempio sulla strada dei Rivoluzionari, e nulla vieterebbe un giorno di ritrovare Marco al fianco di Dragon.
Oppure, sarebbe interessante un risvolto a favore di un accordo con Aokiji, scoprendo di condividere alcune antipatie in comune (Sakazuki), ma cozzerebbe con l’idea che Oda vuole farci credere dell’ex ammiraglio al fianco di Teach.
Secondo voi Commodoriani quale sarà il futuro di Marco la Fenice? Incontrerà mai Sabo o Dragon sul suo cammino? Fateci sapere la vostra.
Per adesso comunque dovremo accontentarci di un intervento di un medico per salvare un altro medico.
Come ricorderete, abbiamo lasciato col capitolo scorso Chopper a congelare e trasformarsi lentamente in demone, e guarda caso in questo capitolo Marco ode proprio qualcuno lamentare la medesima condizione.
Anche non trattandosi di Chopper, è piuttosto palese che presto la Fenice potrà intervenire contro i proiettili Excite e chissà, magari contro Queen stesso.
Carrot e Perospero
Finalmente nel capitolo 995 Carrot riesce ad imbattersi in Perospero e vi si lancia a capofitto con l’intento di vendicare Pedro.
La coniglietta ha sofferto moltissimo per la perdita dell’amico, e questa è la sua prima vera occasione di poter rimediare a ciò che accadde a Whole Cake Island.
Ancora una volta ci troviamo davanti ad uno scontro senza che si capisca dove esso potrà condurre.
La possibilità di una resa dei conti nei confronti di Perospero è una realtà concreta, ma il fatto che Big Mom sia ancora in gioco, che i suoi figli siano ancora in giro dispersi da qualche parte, e che sia in corso un progetto ad ampia visione legato alle armi ancestrali e al One Piece, porta a pensare che questo possa non trattarsi dello scontro definitivo.
Fino a quando infatti il ruolo di Perospero all’interno della saga non sarà ben delineato, sarà difficile indovinare la piega degli eventi relativi a tutti i personaggi che gli ruotano intorno.
Proprio come Marco, la cui storia è intrecciata con il futuro destinato a Big Mom, così Carrot è indissolubilmente legata al destino di Perospero.
Come già abbiamo detto, questi è tendenzialmente cieco di fronte alla fiducia nutrita nei confronti di Big Mom, e questo lo pone come un nemico in tutto e per tutto.
Allo stesso tempo però non dimentichiamo che quelle scene di dubbi e perplessità ci sono effettivamente state, e per un attimo Perospero ha davvero meditato di portare la madre a sciogliere l’alleanza con Kaido.
C’è una strada che andrebbe comunque considerata, anche se la più improbabile, ovvero il fatto che presto o tardi i figli di Big Mom (o alcuni di essi) potrebbero distaccarsi dall’Imperatrice.
Potrebbe non essere stato un caso l’aver assistito a scene dove i suddetti figli conversavano sul chi avrebbe sostituito la madre in caso di una sua prematura scomparsa, e semmai Oda decidesse di percorrere un sentiero simile, potremmo aspettarci una separazione totale.
Ciò che è accaduto tra Pedro e Perospero riguarderebbe essenzialmente soltanto loro, e la stessa Big Mom potrebbe continuare a perseguire quella ricerca interiore di cui abbiamo già parlato nei capitoli precedenti.
Se Oda dovesse decidere di far cadere un solo Imperatore in questa saga, allora Big Mom potrebbe ancora trovare spazio in una fase successiva, magari a Erbaf, scoprendo ciò che accadde con Madre Carmel e conoscendo così anche il proprio lato più oscuro.
Nel momento in cui i suoi obiettivi dovessero separarsi così tanto da Totland, allora potrebbe avere senso una sostituzione, ed i figli di Big Mom sarebbero pronti a coglierne l’eredità.
In questo momento Carrot sta facendo i conti con una versione di Perospero che potrebbe non essere quella definitiva, e semmai una separazione tra madre e figlio dovesse avvenire, ciò che sarebbe accaduto prima perderebbe d’importanza.
Chiaramente queste sono solo illazioni, resta in ogni caso da capire in che modo Oda intenderebbe far avvicinare gli Imperatori al progetto “Nuova Onigashima”, e come tutto questo possa intrecciarsi con i personaggi attorno.
Nami e Usopp
Come dicevamo all’inizio di questo articolo, il capitolo 995 ha finito col dividere in maniera netta la community su una tematica molto importante: la coerenza caratteriale dei protagonisti.
Sopratutto il personaggio di Usopp nel corso del tempo è stato più volte criticato per il suo operato dai lettori, perché tra chi attende che egli diventi un giorno un coraggioso guerriero del mari, esiste anche chi invece spera che questo processo possa essere più graduale e tangibile nel corso del tempo.
Il caso di Nami è un po’ diverso poiché, non dovendo lei realmente mutare da un punto di vista caratteriale, spesso è stata percepita come una spalla per Rufy, specialmente a Whole Cake Island, come l’amica su cui fare affidamento, un po’ come accadde a parti inverse ad Arlong Park.
Ciò che accade tra questi due Mugiwara e Ulti e Page One è un po’ la summa di una lettura ed un’interpretazione di una determinata cosa con modi e sfumature notevolmente diversi.
Analizziamo quanto accaduto in queste pagine.
Ulti e Page One risultano particolarmente più potenti degli avversari Nami e Usopp, cosa però che ha messo d’accordo più o meno tutti.
Ciò che invece in parte non è stato accettato da alcuni lettori è il modo in cui questi ultimi si sono rapportati alla propria sconfitta.
La reazione di Usopp ricorda un po’ quella avuta a Dressrosa, quando, certo della propria sconfitta contro Trèbol e Sugar, scappò via abbandonando i Tontatta, prima di ripensarci e tornare sui propri passi.
Una reazione che nel corso del tempo Usopp ha spesso tenuto, sin dagli albori del personaggio, salvo alcuni rari casi, come quando trovò il coraggio di affrontare il capitano Rufy a Water Seven, o quando, nascosto dietro alla maschera di Sogeking, riuscì a dimostrare il proprio valore nel corso della battaglia di Enies Lobby.
Noi tutti conosciamo il desiderio di Usopp, ciò che muove il suo cuore ed i modelli a cui si ispira, da un lato i giganti di Erbaf, dall’altro il padre Yasopp.
Quello su cui potremmo trovarci a dibattere è il come raccontare il raggiungimento del proprio obiettivo.
Il modo più semplice per arrivare alla meta è uno soltanto: dimostrare il proprio valore in una determinata situazione di pericolo, trovando il coraggio di mettere a repentaglio la propria incolumità.
Questo potrebbe accadere o a più riprese in forma graduale, oppure in un preciso momento di particolare intensità.
È chiaro che Oda prediliga la seconda opzione, preferendo che il personaggio continui a comportarsi come ha sempre fatto, in attesa di qualcosa di ben più grande e più intenso che potrà accadergli nel futuro del manga.
A discapito di questo abbiamo però un Usopp che spesso ricade nei propri errori, a volte sembrando addirittura fare dei passi indietro, giustificato però da ciò che rappresenta: l’essere umano.
La paura incontrollata porta al desiderio di mentire, o di abbandonare e rinnegare sogni e compagni.
Usopp conosce la differenza tra giusto e sbagliato, e non farebbe mai davvero fino in fondo qualcosa che non si sposerebbe con la propria etica: l’unica volta in vita sua in cui gli veniva chiesto di accettare qualcosa ai suoi occhi inaccettabile, ha combattuto addirittura Rufy, vergognandosene subito dopo e cercando la redenzione attraverso Sogeking.
L’essere umano sbaglia, persevera nello sbagliare, e così Usopp, che costantemente sembra tornare al punto di partenza e che sembra non imparare nulla.
Ma sarà davvero così?
Il caso di Nami ha fatto ancora più clamore, poiché raramente abbiamo scoperto il personaggio così vulnerabile.
Nami si abbandona ad un pianto disperato, sa di non poter fare nulla contro i propri avversari, ma rifiuta di rinnegare Rufy, rifiuta di rinnegare il futuro Re dei Pirati.
In questo caso, Nami viene criticata da molti lettori per il senso di abbandono dalla battaglia, per il fatto che abbia implorato la vita piuttosto che guardare la morte in faccia.
Ma nonostante questo, la forza del personaggio le impedisce di mentire e quindi salvarsi: non è forse anche questa una forma di accettazione della morte?
Certo, resta strana questa reazione, conoscendo i trascorsi del personaggio in battaglia: la sicurezza di sé l’ha accompagnata spesso negli scontri, da Miss Double Finger a Califa, per citarne un paio.
Potremmo dunque forse ammettere un’eccessiva emotività nel momento sbagliato o contro gli avversari sbagliati, ma a volte il panico gioca brutti scherzi e diremmo cose che non pensiamo davvero.
In questo caso Nami riesce a conservare quel barlume di lucidità che le impedisce di compiere un errore di cui si sarebbe pentita sul serio, rinnegare Rufy.
La convinzione del fatto che Cappello di Paglia diverrà il prossimo Re dei Pirati è tale da risultare totalmente normale per lei: in altre parole è la verità più pura, in contrapposizione alle bugie che contraddistinguono Usopp.
Difficile affermare con certezza che i due potranno avere una seconda chance contro Ulti e Page One, forse le coppie in battaglia potrebbero col tempo rimescolarsi e ridefinirsi.
Comunque, meglio avere salva la vita oggi per combattere domani.
Venire uccisi sul campo di battaglia di Onigashima significa non supportare mai più il proprio capitano nel momento del bisogno, non vederlo diventare Re dei Pirati e non portare a termine il proprio cammino ed obiettivo.
In questo caso la paura e la razionalità hanno avuto la meglio, ma nulla vieta a entrambi di rifarsi sotto una volta che si saranno leccati le ferite.
Dobbiamo solo attendere per scoprire in che modo per davvero il duo si rinnoverà e troverà la forza, il coraggio, la determinazione per affrontare un ostacolo così grande.
E voi Commodoriani da che parte state? I comportamenti di Nami e Usopp vi hanno fatto storcere il naso oppure li avete trovati coerenti con i caratteri di entrambi?
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