A partire da oggi, i video dei content creator più piccoli saranno monetizzati da YouTube senza che il creatore riceva un guadagno.
La pubblicità, si sa, è un business impressionante per YouTube e di conseguenza Google, con il sito che da solo nell’ultimo quadrimestre ha generato 5 miliardi di dollari. La pubblicità però è anche il mezzo di sostentamento principale per molti content creator, che si affidano ai guadagni che arrivano dalla piattaforma per supportare i propri contenuti. D’ora in poi YouTube però farà in modo di poter far vedere agli utenti pubblicità in più senza pagare i creatori dei video.
I content creator colpiti dalla nuova decisione di YouTube saranno quelli non abbastanza grandi da entrare a far parte del Partner Program, ma che comunque non trattano di argomenti sensibili come politica, alcol, religione e scommesse.
Per far parte del Partner Program un content creator ha bisogno di aver raggiunto almeno 4000 ore totali di visualizzazioni negli ultimi 12 mesi e 1000 iscritti. Prima dell’aggiornamento dei Termini di Servizio, questi video venivano monetizzati solo in particolari circostanze, cioè nel caso di un copyright claim, cioè quando nel video venivano utilizzate canzoni o video coperti da copyright.
La notizia ovviamente non è stata presa bene dalla community di YouTube, con la quale l’azienda ha già un passato burrascoso. Infatti tra il 2016 e il 2017 i content creator hanno visto ridotti i loro guadagni dopo che la piattaforma stessa aveva fatto fatica a controllare dei video disturbanti che erano spacciati come video per bambini. Nel 2018 le cose poi sono peggiorate ulteriormente dopo lo scandalo di Logan Paul, con YouTube che ancora una volta aveva reso più difficile entrare a far parte del Partner Program.
YouTube non ha comunicato quanti canali saranno effettivamente colpiti dalla novità, ma ha detto che monitorerà la risposta della community e l’impatto sui creator.
Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su Facebook, Instagram, Telegram, YouTube, Discord, Steam e Twitch.