Il Nasuverse, lo sappiamo, è un brand con più di vent’anni alle spalle. Fino ad ora, con le eccezioni delle recensioni delle trasposizioni animate uscite in questi anni, abbiamo parlato spesso di personaggi o titoli già conclusi da qualche anno, ma ci sono prodotti altrettanto meritevoli più recenti in questo franchise.
Uno tra questi è Fate/Type Redline, manga mensile iniziato a dicembre 2019 sulla rivista online Type-Moon COMIC ACE e ancora in corso.
La trama è molto semplice: il protagonista, Kanata Akagi, è un ragazzo appartenente ad una famiglia di maghi in declino che conduce una vita perfettamente normale. Un giorno un suo compagno di scuola gli presta una light novel che racconta della grande esplosione che devastò la Capitale Imperiale di Tokyo 75 anni prima. È un romanzo fantasy, ovviamente, che attribuisce allo scontro tra degli eroi del passato il disastro a Tokyo. Al suo interno, in particolare, il protagonista legge dello scontro tra il samurai Okita Souji e Oda Nobunaga.
Un giorno, mentre si recava a casa della nonna deceduta col padre, a causa di un incidente con un’arma magica viene mandato… Proprio nella Tokyo di 75 anni prima. E, come se le coincidenze non fossero fin troppo sospette già a questo punto, verrà coinvolto in una Guerra per il Graal e si metterà in mezzo all’evocazione di un servant, finendo per sbaglio per diventare lui un Master, invece della ragazza che incontra. Con la light novel a fare da catalizzatore evocherà Okita Souji come servant.
Okita e la ragazza, che scoprirà essere sua nonna da giovane, combatteranno assieme a lui la Guerra nella Capitale Imperiale al centro delle vicende.
I problemi non finiscono qui, infatti a complicare lo scontro per il Graal ci saranno anche le tensioni politiche del Giappone del 1945, alla vigilia della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Una serie con radici molto particolari
Ho detto che questa storia è recente: è una mezza bugia. In realtà ha delle radici molto particolari e curiose.
Nasce ufficialmente nel 2012 come manga parodico di Keikenchi serializzato su Comptip.
L’autore si appassiona infatti al Nasuverse grazie a Tsukihime, che definisce una delle sue opere preferite e “la ragione che lo ha spinto a diventare un artista”.
Il suo primo prodotto amatoriale legato a Type-Moon risale al 2002 ed è una doujinshi con protagonista Kohaku di Tsukihime e Akiha in versione uomo.
Nasu lesse i suoi lavori e, trovandoli interessanti, nel 2009 decise di chiamarlo a lavorare in Type-Moon. Lo definisce “il più fedele fan di Kohaku”.
Il suo primo manga targato Type-Moon esce tra nel 2012 col titolo “Koha ACE”, che deriva da TYPE MOON ACE mischiato al nome di Kohaku. È un manga parodico, come abbiamo già detto, ma che ha ispirato diversi spin-off e sequel altrettanto ironici e parodici come Koha Ace Plus, Koha Ace EX e altri.
Già con queste opere inizia a creare il proprio universo introducendo tutti i servant che saranno ricorrenti fino a Fate/Type Redline: Okita, Nobu etc.
Nel 2015 esce poi Koha Ace GO, serie dove l’autore decide di introdurre nel proprio universo parodistico una Guerra per il Santo Graal. Rende Kohaku la Master di Okita e crea altri personaggi a fare da Master.
Purtroppo nessuna di queste opere possiede una traduzione completa in italiano o in inglese.
Ultimo, ma non per importanza, il Koha Ace ha dato inizio a quella lunga serie di eventi che su Fate/Grand Order prendono il nome di Guda Guda.
I viaggi nel tempo
L’elemento più originale che questa opera introduce all’interno dell’universo di Fate sono i viaggi nel tempo.
Fino a questo momento l’unica cosa vagamente vicina ad un viaggio nel tempo e nello spazio era il sistema di Rayshift in Fate/Grand Order, oltre ovviamente al sistema stesso dell’evocazione dei servant, che consiste nel convocare degli Spiriti Eroici di altre epoche nella nostra.
Fate/Type Redline è la prima opera del franchise che affronta esplicitamente il tema.
Inizialmente la cosa può lasciare spaesati, può sembrare campata in aria giusto per rendere particolare la storia. Introdurre un protagonista dei nostri giorni in un’epoca precedente o futura è sicuramente un’espediente narrativo molto utilizzato e che ancora funziona per attirare l’interesse dei fruitori, ma nulla di più.
Proseguendo nei capitoli però l’elemento diventerà sempre più interessante. Se nei primi capitoli il “fattore temporale” si limitava a produrre un divertente effetto di straniamento, ad esempio per i tentativi del protagonista far funzionare la linea del cellulare o scattare fotografie, andando avanti si evolve in qualcosa di molto più interessante e curioso da leggere.
Il problema non è solo adattarsi a un tempo che non è il suo: è questione di vita o di morte. E non solo perché nella Guerra per il Graal ogni partecipante rischia di venire ucciso in ogni minuto, ma perché effettivamente qualsiasi modifica nella linea temporale potrebbe creare un futuro totalmente diverso da quello dal quale Kanata proviene. Un futuro nel quale lui non esiste più.
Il destino del nostro protagonista si troverà quindi legato indissolubilmente a quello della nonna. È il famoso effetto farfalla: anche una piccola onda nel passato può avere conseguenze disastrose per il futuro. Nel caso di questa guerra, quindi, qualcosa andato storto potrebbe portare a far sparire per sempre l’esistenza di Kanata.
Le conseguenze delle nostre azioni
Poco fa menzionavamo il Rayshift di Fate/Grand Order come esempio di viaggi nel tempo e nello spazio presenti nel brand di Fate, tuttavia la differenza tra i due titoli sta proprio in questo: Fate/Type Redline riesce molto bene a farci capire quanto pericoloso può essere pasticciare col tempo.
Fate/Grand Order non affronta mai esplicitamente la questione, anzi, tutto viene come cancellato una volta sistemata la Singolarità. Ogni morte e goccia di sangue versata, qualsiasi cataclisma o catastrofe, tutto una volta recuperato il Graal verrà eliminato come se non fosse mai esistito. Ed effettivamente le Singolarità sono proprio variazioni, errori che nella nostra linea temporale nessuno ricorderà.
In Fate/Type Redline invece ad ogni azione corrisponde una conseguenza. La morte di qualcuno nel passato cancellerà inevitabilmente una o più esistenze nel futuro e, come abbiamo detto, anche Kanata è direttamente influenzato da questo.
In un paio di scene in cui a rischiare la vita era la sua futura nonna abbiamo visto parti del corpo di Kanata iniziare a scomparire, fino a perdere ricordi interi del proprio passato, guardandoli scivolare via e venire cancellati. È questa la punizione per chi interferisce col passato e sembra che andando avanti col manga il nostro protagonista si scontrerà ancora con le conseguenze della propria anomalia.
Due estranei nel 1945
L’estraneità del protagonista rispetto al tempo in cui si è di colpo ritrovato lo porterà anche ad interrogarsi sulle differenze tra questa epoca e la sua.
Per lui è completamente normale trascorrere una vita in cui non succede niente, andare a scuola, vedere gli amici, guardare la televisione o stare al telefono. Adesso si ritrova invece catapultato in una guerra dentro una guerra. La Guerra del Santo Graal e la Seconda Guerra Mondiale stravolgono completamente il suo modo di vivere e di vedere la realtà.
Come è possibile vivere in un mondo scosso da conflitti e tragedie? Come è possibile sopportare la continua vista di morti e atrocità?
Sono tutte domande che il protagonista si pone durante la narrazione. Il personaggio di Okita, anche lei esterna rispetto al 1945, serve in questo senso anche per proporre un elemento di confronto.
Lei è abituata a vedere la gente combattere e morire sul campo di battaglia, perciò né la Guerra per il Graal né la Guerra Mondiale la stupiscono più di tanto, anzi, è persino sollevata nello scoprire che il campo di battaglia non cambia mai, che l’odore di disperazione e morte che si respira è sempre lo stesso.
È proprio questa la differenza tra Okita e Kanata. Lei si è abituata a questo mondo tinto di morte e sangue, Kanata invece lo rifiuta e dichiara con tutto se stesso che non si abituerà mai a quelle atrocità, perché farlo significherebbe perdere l’umanità e diventare un guscio vuoto, privo di emozioni.
Staremo a vedere come si evolverà la situazione tra i due personaggi col proseguire della storia e se i due, come è facile aspettarsi, impareranno qualcosa l’uno dall’altra.
Il protagonista di Fate/Type Redline
Kanata rifiuta di abituarsi ai morti e fa intendere che combatterà con tutto se stesso per evitare che massacri simili continuino ad accadere. Questa dichiarazione potrebbe far pensare che si tratta del solito protagonista carico di ideali e buone intenzioni ma che, nella pratica, non riesce a riconoscere i propri limiti.
Confesso che neppure io all’inizio avrei scommesso un centesimo su questo protagonista. Quanto mi sbagliavo.
Kanata è il primo a riconoscere ogni suo limite, paura e debolezza senza bisogno che nessuno gli dica nulla. Comprende quanto sia debole e inutile, quanto poco possa fare in una Guerra della quale non sa nulla. Per fare un confronto sempre con Fate/Grand Order, laddove Fujimaru si fermava al riconoscimento della propria debolezza e continuava comunque a camminare a testa alta, in Fate/Type Redline Kanata pianta i piedi per terra. Ed è proprio questo che lo rende un protagonista migliore in appena una dozzina di capitoli.
È un protagonista debole, pieno di dubbi e incertezze. Non è idealizzato, non è senza macchia e senza paura, al contrario, proprio per questo è lo specchio di come qualsiasi ragazzo normale potrebbe reagire ritrovandosi di colpo in mezzo ad una Guerra molto più grande di lui.
Considerazioni finali
Fate/Type Redline è una serie che in appena un anno è riuscita a dimostrare tutto il suo grande potenziale. I personaggi sono interessanti, l’ambientazione è ben delineata. A proposito di questa, il fatto che le vicende della Guerra del Graal e quelle della Seconda Guerra Mondiale finiscano per intrecciarsi è un aspetto che non posso non apprezzare perché ci consente di vedere non solo il lato “magico”, ma anche quello relativo ai giochi di potere dei gerarchi giapponesi.
Personaggi e contesto si mischiano a tanti misteri ancora da svelare e scontri che in soli 15 capitoli sono stati in grado di entusiasmare. E dire che siamo solo al secondo giorno di guerra!
Un ulteriore pregio sono poi i disegni, dinamici nelle scene d’azione e dettagliati al punto giusto. Se siete indecisi e non sapete se leggerlo o meno vi consiglio di dare un’occhiata ai disegni. Quelli da soli basteranno a convincervi a iniziare questa serie.
In conclusione, Fate/Type Redline è uno dei titoli recenti più interessanti firmati Type-Moon e che non può mancare tra le letture mensili di qualsiasi appassionato del brand.
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