Yakuza: Like a Dragon sconvolge i canoni della saga e decide di intraprende la strada del JRPG
Yakuza: Like a Dragon è il nuovo capitolo della saga nata nel lontano 2005 nel paese del sol levante. La saga di Yakuza ha avuto un successo internazionale raccogliendo milioni di fan. Attualmente conta 7 giochi principali, 6 spin-off, 2 remake e una remaster che comprende i giochi dal 3 al 5. Un traguardo impressionante che dimostra quanto la serie sia amata.
I titoli hanno sempre saputo coniugare la serietà dei gangster-movie giapponesi ad una follia di sottofondo e scontri sopra le righe, tenendo questi due mondi divisi, ma senza creare mai un contrasto marcato. Questo è sempre stato il punto di forte della saga, quello, e il poter pestare criminali con l’utilizzo di panchine, biciclette e altre armi improprie. Dopo 15 anni, però, gli sviluppatori hanno sentito il bisogno di un apportare dei cambiamenti.
Il tutto è iniziato il 1 aprile 2019, giorno in cui tutti gli sviluppatori si scoprono buontemponi, con il rilascio del trailer del fantomatico Yakuza 7, che si vociferava essere già in sviluppo. Il video-gameplay mostrava un nuovo protagonista e un nuovo sistema di combattimento a turni. In quel momento, i fan della saga si fecero una grassa risata, pensando che fosse uno scherzo degli sviluppatori. Ma il team dei Ryu Ga Gotoku Studios non stava scherzando, quello era il prototipo del nuovo capitolo della saga.
Un cambiamento inaspettato
Yakuza: Like a Dragon abbandona il gameplay action dei suoi predecessori per approcciare una struttura da gioco di ruolo. Questo cambiamento, che ha fatto storcere il naso a parecchi fan, non stona per niente. Gli sviluppatori si sono impegnati per portare qualcosa di nuovo e fresco senza, però, snaturare quella che è l’anima del gioco. Il cambio di registro è una ventata di aria fresca per la saga, che pur sfornando titolo divertenti e godibili, stava diventando stagnante. La volontà di aprire un nuovo capitolo della saga si vede anche nella scelta di cambiare protagonista e ambientazione. Addio Kamurocho, bevenuta Ichijo.
Il Drago-carpa della famiglia Arakawa
Ed ecco che il taciturno e serioso Kazuma Kiryu viene sostituito dal chiassoso e gioviale Ichiban “Ichi” Kasuga, membro della famiglia Arakawa. Ichi è stato 18 anni in galera, per un omicidio di cui si è preso la colpa (ricorda niente?) e dopo essere uscito è stato abbandonato dalla Famiglia. Ora, si ritrova a dover sventare un complotto che risale alle più alte cariche delle istituzioni giapponesi.
Le differenze con il vecchio protagonista sono sostanziali. Ichiban è chiacchierone, dice sempre quello che pensa e, a volte, sa essere molto testardo. Tutto, dal suo look alla sua personalità, è in antitesi con Kiryu. Persino il tatuaggio, che contraddistingue tutti i protagonisti della saga, è una specie di parodia di quello del Drago di Dojima. Ichiban, infatti, ha una gigantesca carpa col volto di drago.
Ichiban è accompagnato da un cast di strampalati compagni di viaggio, Tutti ben caratterizzati e tutti con i propri obbiettivi. C’è Nanba senza-tetto con un oscuro passato, Adachi ex-poliziotto in cerca di redenzione e Saeko barista dal pessimo carattere.
La trama di Yakuza: Like a Dragon sa di già visto: un intrigo pieno di colpi di scena dove i vari cospiratori verranno man mano scoperti (e pestati) al proseguire della storia. Detto questo, storia e dialoghi sono ben scritti e, se si riesce a scrollare la sensazione di ripetizione, è perfettamente godibile.
Un JRPG che rende omaggio al genere
Fin dai primi momenti di gioco di Yakuza: Like a Dragon, si può notare come gli sviluppatori abbiano completamente abbracciato l’anima del gioco di ruolo. I personaggi, infatti, avranno una schermata delle statistiche base: punti vita, punti tecnica, attacco, difesa ecc. ecc.
Nel caso di Ichiban, però, ci saranno una serie punteggi addizionali. Qui, entra in gioco il sistema della Personalità. Questi numeri, che rappresentano vari aspetti della personalità del protagonista, potranno essere incrementati in vari modi, uno tra questi, è la scelta di particolari risposte durante i dialoghi. Questi punteggi influenzeranno alcune abilità in combattimento, sbloccheranno l’accesso a nuove classi e permetteranno di portare avanti determinate missioni secondarie.
Ogni personaggio avrà accesso ad una serie di classi chiamate Lavori. Ogni lavoro apporterà delle modifiche alle statistiche base del personaggio, oltre a cambiare il modo di giocare e rendendo accessibili nuove abilità ed equipaggiamento. Il gioco fa la distinzione tra personaggio e lavoro, entrambi aumenteranno di livello separatamente. L’aumento di livello personaggio sbloccherà tecniche che potranno essere usate sempre, mentre quelle sbloccate con l’aumento di un lavoro saranno legate a quella classe. Il tutto permette una grande varietà di approccio ai combattimenti. Unica pecca di questo sistema è la necessità di andare in un luogo specifico per cambiare classe, cosa che non permette di adattare la propria squadra ad uno scontro in anticipo.
Ogni gioco di ruolo che si rispetti ha il suo sistema di crafting, Yakuza: Like a Dragon non è da meno. Andando dall’apposito venditore, si potranno creare armi e armatura e migliore quelle esistenti, a patto di avere i materiali necessari. Ogni personaggio avrà 1 slot arma, 3 slot armatura e 2 slot per “amuleti”.
Like a Dragon… Quest
Subito dopo il primo combattimento, verrà data la giustificazione per il nuovo stile di gioco: Ichiban è un grandissimo fan di Dragon Quest e ogni volta che combatte si sente come il protagonista di uno dei giochi.
Il sistema di combattimento è, di base, simile a quello di un classico JRPG, ma gli sviluppatori hanno deciso di renderlo più dinamico e coinvolgente. Benché, per attaccare bisognerà aspettare il proprio turno, alleati e avversari, non resteranno inchiodati sul posto, ma si muoveranno liberamente nell’ambiente. I nemici non si affronteranno in un’arena generica, ma nelle strade senza nessuna transizione, aumentando l’immediatezza degli scontri, ma creando una serie di piccoli inconvenienti. Capiterà, a volte, che i personaggi rimangano bloccati in spigoli o in ostacoli non distruttibili. Non sarà però un problema, dato che, se dopo un qualche istante il personaggio non riuscirà ad arrivare al suo obbiettivo, si teletrasporterà direttamente.
Il menù di combattimento è simile a quello visto in altri giochi come Persona 5, i quattro tasti del pad saranno adibiti a quattro differenti comandi. Premendo il comando di attacco il personaggio si scaglierà contro il nemico selezionato con la possibilità di buttarlo a terra, in questo caso uno degli alleati approfitterà per infierire sull’avversario in modo autonomo. I nemici atterrati saranno più suscettibili ai colpi critici. Bisognerà, però scegliere con attenzione il bersaglio. Se per caso si passerà vicino ad un nemico, questo attaccherà e interromperà l’attacco, informazione che si scoprirà, purtroppo, a proprie spese.
Ci saranno poi le tecniche, mosse speciali o magie che consumeranno Punti Tecnica, l’equivalente del mana. Queste mosse, che saranno sempre più folli e sopra le righe, potranno avere come bersaglio uno o più nemici e richiederanno l’esecuzione di un breve quick time event, che se portato a termine, ne aumenterà danno ed efficacia. Il problema con le tecniche è che non sarà sempre chiara l’area d’effetto e spesso ci si troverà a mancare diversi nemici.
Altra meccanica molto importante durante i combattimenti è la parata perfetta. Durante un attacco nemico, premere il tasto di parata prima di venir colpiti permetterà di mitigare il danno ed eviterà di essere buttati a terra e diventare facili prede di un colpo critico di un nemico.
Durante i combattimenti si potranno anche far uso dei Pestamici, una parodia delle invocazioni che, per una discreta somma, sguinzaglieranno potenti attacchi contro gli avversari.
Non solo combattimenti
Tra un pestaggio e l’altro ci si potrà distrarre con una spropositata quantità di attività secondarie che Yakuza: Like a Dragon ha da offrire. Tra i grandi classici quali: Karaoke, Mahjong e le sale Arcade targate SEGA, si potrà partecipare alle corse di go-kart, raccogliere lattine per guadagnare qualche spicciolo ed entrare nel mondo della finanza gestendo un azienda di dolciumi.
Da non trascurare la grande abbondanza di quest secondarie che permetteranno di ottenere esperienza, equipaggiamento e nuovi Pestamici. Oltre a questo, in pieno stile gioco di ruolo, sarà possibile cimentarsi nel classico dungeon crawling, in cerca di nemici sempre più forti per testare il proprio party.
Importante, anche, stringere rapporti con i membri della propria squadra. Sarà possibile, infatti, aumentare il proprio legame con i compagni che sbloccherà nuove classi e mosse, nonché, una buona distrazione dal pulire le strade con i gangster di turno.
Sayonara Kamurocho
Come detto in precedenza, con il cambio di protagonista c’è stato anche un cambio di ambientazione. Dalla colorata e luminosa Kamurocho, Yakuza: Like a dragon ci porta nel quartiere di Ichijo nella città di Yokohama. Questa volta il cambio è in peggio. Ichijo è poco ispirata e non riesce a imprimersi come la sua controparte benché sia comunque enorme e completamente esplorabile. La città sarà divisa in distretti, ognuno dei quali avrà il suo livello di manaccia, con nemici più forti o più deboli.
Qualche problemino tecnico
Se da un lato i modelli dei personaggi principali sono realizzati con cura, non si può dire per gli ambienti. Le texture sono in bassa risoluzione e capiterà più di una volta di trovare strade e muri di infima qualità grafica. Occasionalmente ci saranno problemi di caricamento degli ambienti sopratutto nei vari ristoranti e bar. Si notano alcuni cali di framerate durante alcune cutscene con parecchi personaggi e a schermo e durante l’utilizzo di alcune tecniche. Questi problemi non vanno, però, ad intaccare l’esperienza di gioco.
Tirando le somme
Yakuza: Like a Dragon si rivela essere una piacevole sorpresa, che porta nuova linfa vitale nella serie. Oltre ad essere uno dei migliori titoli del franchise è un ottimo JRPG che fa il verso al genere, ma che allo stesso tempo gli rende anche omaggio. Il sistema di combattimento è divertente e da soddisfazioni, benché, le bossbattle ne risentano della minore dinamicità. Il gioco dispone anche di una discreta rigiocabilità. Dopo aver finito la storia principale verranno sbloccati nuovi dungeon con boss opzionali. Sia che siate amanti della saga o del genere non resterete delusi.
Voto: 8
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