Utena torna alla ribalta
Shoujo Kakumei Utena è uno degli anime più importanti dello scorso millennio e, probabilmente, di sempre. I discorsi che fa sulla figura femminile all’interno della narrativa action e più generalmente nelle percezioni sociali sono ancora oggi tremendamente attuali, se non addirittura all’avanguardia.
Oggi, almeno in Italia, è un titolo famoso solo per una certa nicchia, ma tra un’edizione in home video esaurita ormai da tempo ed una trasmissione televisiva in ritardo di 15 anni su una rete privata, sarebbe stato difficile arrivare a molti già in partenza.
Fortunatamente quando un prodotto ha un pubblico molto affezionato gli editori se ne accorgono, e se l’anime è ancora scarsamente reperibile lo stesso non si può dire del manga. Star Comics infatti ha recentemente ristampato il fumetto di Chiho Saito in un’edizione lussuosa, facendogli seguire poco tempo fa il volume “Utena: After The Revolution“.
Oggi ci soffermeremo proprio su quest’ultimo, una raccolta di racconti ambientati diversi anni dopo la fine della storia originale.
Dopo la rivoluzione
Il finale di Utena, nella tradizione della serie, lascia una sensazione di forte ambiguità. La storia è obiettivamente chiusa, ma le vite dei personaggi che compongono l’Accademia Ohtori continuano così come avviene per quelle delle protagoniste Utena ed Anthy. Questo volume parte proprio dall’idea che ognuno sia andato avanti per la propria strada, descrivendo dunque il presente di determinati componenti del cast.
La prima storia si concentra su Kiryu Toga e Kyoichi Saionji, i due membri principali del consiglio studentesco che dopo aver proseguito per strade separate lavorano come consulenti d’arte seguendo però modus operandi piuttosto differenti. Una lettera li riporta all’accademia Ohtori in cerca di un quadro dal valore inestimabile, costringendoli a dialogare e collaborare dopo molti anni dalla fine della loro amicizia.
Proprio come nell’opera originale, la prestigiosa scuola in cui si sono diplomati diventa un luogo al di fuori del tempo e dello spazio, un microcosmo in cui le regole della realtà si piegano sotto il peso delle emozioni e dei sentimenti.
Il rapporto problematico che i due intrattengono nel presente si contrappone dunque ad un passato che riemerge prepotentemente, mettendo in mostra i cambiamenti e i rimorsi.
Andare avanti è una conseguenza naturale della vita, uno degli atti che ogni essere umano è costretto a compiere per poter diventare adulto; per la sua complessità, tuttavia, comporta molto spesso la necessità di lasciarsi alle spalle determinati avvenimenti. E seppur questo sia un peso che chiunque deve sopportare, può anche essere una possibile causa di squilibri emozionali che diventano sempre più grandi col passare del tempo. Toga e Saionji sono riusciti a realizzare le proprie ambizioni, ma l’amicizia che li legava negli anni dell’adolescenza è ormai sfumata poiché il secondo non condivide l’etica lavorativa del primo.
Il ritorno ai luoghi in cui era nata permette quindi ad entrambi di avere un confronto genuino e diretto, cosa che nella realtà di tutti i giorni avevano sempre evitato in favore di una passiva sopportazione. Entrambi sanno che il loro rapporto non potrà mai tornare a quello che era un tempo, ma nonostante tutto sanno che aldilà delle divergenze ideologiche possono ancora riaccendere quel fuoco che animava la loro relazione.
Ognuno di noi nasce nel sangue caldo di qualcun altro e muore nel suo, ma nel lasso di tempo che divide questi due eventi possiamo comunque trovare quella persona che ci permette di appartenere veramente a qualcosa.
Amore vuol dire amare sé stessi
Il secondo racconto del volume narra invece di Juri Arisagawa, la capitana del club di scherma che ha intrapreso una carriera di successo nello sport sopracitato. In un incontro molto importante, la figura della sua avversaria si frappone a quella di Ruka Tsuchiya, rivale del passato da cui non è mai veramente riuscita a staccarsi per l’affezione romantica che prova verso la manager Shiori. Anche qui il passato si insinua nel presente, seppur attraverso altri mezzi; la chiave infatti sono i sentimenti di Juri, che seppur non ricambiati continuano a governare la vita dell’atleta.
Risulta difficile, dopotutto, riuscire ad accettare che una sensazione così forte non possa trovare un reale riscontro per diventare poi qualcosa di più. Juri per esempio continua sul percorso della scherma perché agli occhi di Shiori la fa sembrare un “principe”, ma tale ossessione non le permette minimamente di fare qualcosa per sé stessa. Il fantasma di Ruka, in questo senso, rappresenta un peso che la protagonista di questa storia non riesce a togliersi di dosso, sia perché non riesce a sostituirsi a lui nel cuore di Shiori, sia perché non è capace di accettare sé stessa per quel che è.
Amare qualcuno non è un processo che parte dal semplice riconoscimento di un’emozione; serve prima di tutto una profonda comprensione di sé stessi, fondamentale per riuscire a restituire all’altro quello che si può definire come “vero amore“.
Solo il tempo potrà dircelo
Nell’ultima parte di After The Revolution l’attenzione si sposta su Miki Kaoru, divenuto in età adulta un pianista di fama mondiale. Fermo da tempo su una composizione che non riesce a finire, si divide tra la professione musicale e le cure della sorella Kozue, caduta in un coma profondo diversi anni prima. Ad una riunione degli studenti della Ohtori, il già citato Toga ascolta la suddetta composizione e fa i complimenti al pianista, solo per scoprire che non l’ha ancora completata e che l’esecutore del pezzo è la gemella, affetta da una strana sorta di sonnambulismo.
Da qui veniamo introdotti al passato dei due, connotato da sentimenti incestuosi da parte della ragazza; Miki l’ha sempre rifiutata in vigore del loro legame di sangue, ma in cuor suo prova sensazioni molto simili.
Le relazioni che intrecciamo con le persone a noi care sono sempre viziate dai meccanismi sociali, che il più delle volte ci dicono come viverle e portarle avanti; la verità, però, è che tutte le belle parole che pronunciamo ci portano a nascondere le verità che portiamo con noi.
Se è vero dunque che un rapporto sentimentale tra fratello e sorella non è realmente possibile, è altrettanto vero che tutto in questo mondo è in continua evoluzione. Anche se Miki non può stare al fianco di Kozue in qualità di suo marito, può comunque continuare a supportarla e a starle vicino facendole sentire lo stesso la profonda affezione che prova verso di lei. Perché per quanto il presente e il passato possono sembrarci ostici, solo il tempo potrà dirci cosa diventeremo.
Desideri davvero la rivoluzione?
Per quanto raccontino storie separate, tutti i capitoli sono legati da una figura ricorrente che in un modo o nell’altro dà vita alle varie vicende. Utena, rappresentata prima da bambina e poi nel suo aspetto più classico, fa fondamentalmente da filo conduttore comportandosi come una sorta di divinità che spinge tutti gli altri personaggi a ricordarsi della “rivoluzione” avvenuta anni prima nell’Accademia Ohtori.
L’ambiguità del finale di serie tv e manga viene ribadita evitando di dare alla storica protagonista delle vesti adulte, collocandola così in una posizione eterea che consente di vederla al di fuori delle meccaniche a cui invece il resto del cast è soggetto.
Lungo tutto il volume, la ragazza ormai divenuta principe continua ad attraversare le stanze dell’Accademia per giungere all’obbiettivo finale, quell’Anthy che anche a distanza di anni non ha mai abbandonato. La rivoluzione è davvero avvenuta e, aldilà di ogni sofferenza, nessuno di noi sarà più solo.
“Coloro che desiderano la rivoluzione… raggiungano subito l’Accademia.“
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