Una piccola disamina sul mercato all-digital. Siamo davvero pronti?
Anni ed anni fa acquistare un nuovo videogioco era un rito mistico intriso di romanticità; tornare a casa, togliere la pellicola ed immergersi nella lettura dei corposi manuali contenuti all’interno della confezione significava vivere un piccolo grande momento di felicità. Eravamo tutti più giovani, certo, sicuramente più spensierati, ma quei momenti, almeno per chi vi scrive, erano momenti fantastici; momenti che hanno contribuito ad alimentare una passione, quella per i videogiochi, che è la ragione per cui sono qui a tediarvi con questo piccolo editoriale.
Tuttavia, come è ovvio che sia, i tempi cambiano. I titoli retail si presentano in confezioni scarne, riempite non più da quei fantastici manuali illustrati ma, quando va bene, da una serie di brochure pubblicitarie, da qualche evitabile contenuto aggiuntivo e da un foglio su cui sono stampati i controlli di gioco. Sarà colpa dei costi di produzione più elevati, sarà colpa dell’avvento del mercato digitale, non lo so; sicuramente, da svariati anni ad oggi, la magia dell’acquisto di un nuovo videogioco è andata un po’ scemando.
Nonostante ciò però, il mercato retail su console tiene botta, ed il digitale non riesce in alcun modo a sopraffare il caro vecchio negozietto di fiducia; la compravendita dell’usato, i titoli al day one a prezzo leggermente inferiore rispetto a quello imposto ed una serie di offerte di vario tipo riescono ancora ad attirare il giocatore che continua imperterrito ad ingegnarsi per trovare un modo per risparmiare quei 10-15 € ad acquisto.
Dopo l’annuncio di Xbox Series S e di PlayStation 5 All-Digital però, le cose almeno secondo alcuni potrebbero ribaltarsi. Noi non ne siamo particolarmente convinti. Passi la nuova piccola Xbox, che con il GamePass non ha bisogno effettivamente di un lettore fisico, data la vastità del catalogo del servizio in abbonamento targato Microsoft ed il prezzo irrisorio a cui viene venduto; ma, allo stato attuale, ha senso acquistare una PlayStation 5 All-Digital? Tentiamo di rispondere a questa domanda.
Risparmio da non sottovalutare..
Partiamo da quello che preme più agli utenti: il risparmio. È vero, la versione senza lettore ottico di PS5 costa 100 euro in meno rispetto alla controparte, e ciò comporta un risparmio da non sottovalutare. Risparmio che tuttavia non si traduce in alcun guadagno, almeno per il momento. Sony ha infatti imposto un prezzo di 80€ per le sue esclusive di punta, forse per dare un feeling di prodotto “premium” ai titoli come Horizon: Forbidden West, che arriveranno anche su PS4 in versione “castrata”. Dando un’occhiata su eBay, o banalmente facendo una capatina sulle pagine dei piccoli retailer presenti in quasi tutte le città italiane, abbiamo notato come sarà possibile accaparrarsi una copia fisica di Demon’s Souls ad un prezzo che oscilla tra i 69,90 € ed i 74,90 €. Prezzo destinato a scendere ancor di più per tutti quelli che decidono di effettuare permute, che potrebbero addirittura portare a casa il remake targato BluePoint ad una cifra praticamente irrisoria.
Quanto detto sino ad ora non sarà invece possibile con la versione All-Digital di PlayStation 5. Il meccanismo in questo caso è molto semplice: si collega la console ad internet, si va sul PlayStation Store, e si accetta senza alcuna protesta il prezzo imposto da Sony o dal publisher di turno. Per chi pretende di giocare determinati titoli al day one, vuoi per evitare spoiler, vuoi per l’hype smodato che attanaglia da sempre ognuno di noi videogiocatori, restare ancorati al digitale non è sicuramente una scelta particolarmente vantaggiosa dal punto di vista economico; i preorder della console senza lettore in questo senso sono particolarmente emblematici.
Per spingere le vendite di una console totalmente improntata al mercato digitale, sarebbe dunque necessario prevedere o una scontistica maggiore, o la possibilità di condividere LEGALMENTE un account, o ancora, la possibilità di acquistare tali titoli su store diversi da quello proprietario; non citiamo la possibilità di creare un abbonamento simile al GamePass poiché è stato affermato più volte che la major giapponese non può sostenere economicamente un mercato simile. Ovviamente, quanto detto fino ad ora è valido solo per coloro i quali pretendono di giocare un titolo al day one; gli store digitali di Xbox e PlayStation, qualche mese dopo l’uscita di un gioco, prevedono sconti enormi, capaci di distruggere quelli operati da qualsiasi retailer. Ma in un mondo tempestato da live su Twitch, da walkthrough su Youtube e da un marketing parecchio aggressivo, risulta quantomai complicato per il giocatore attendere in maniera spensierata l’arrivo di uno sconto di qualche tipo.
Il dannato Digital Divide
Il secondo motivo per cui, almeno per il momento, il mercato digitale in Italia non riesce e non riuscirà a dire la sua è il celeberrimo Digital Divide. La pandemia di Covid-19 ha mostrato tutta l’inadeguatezza delle infrastrutture italiane, incapaci di offrire una connessione internet decente a tutta la popolazione; la situazione sembra stia per cambiare, ma alle tante parole dovranno corrispondere, prima o poi, dei fatti. Scaricare dai 60 ai 100 gigabyte, dimensioni di quasi tutti i titoli tripla A attualmente in commercio, per molti videogiocatori italiani è praticamente un supplizio. Vero, acquistando un titolo retail sarà comunque necessario scaricare un aggiornamento dalle dimensioni piuttosto generose, ma sicuramente più piccolo di un intero gioco. Senza un intervento delle istituzioni in merito a questo annoso problema, una gran fetta di utenti continuerà ad essere automaticamente tagliata fuori dal mercato digitale; certo, l’Italia è in assoluto un mercato a cui le major non prestano particolarissima attenzione, ma questo articolo non intende analizzare il mercato globale, quanto piuttosto quello nostrano.
So long, partners..
Il mercato digitale tuttavia è il futuro, è inutile negarlo. La distribuzione in retail di un titolo costa, e tanto, ai publisher; inoltre, la produzione di una copia di un videogioco ha un impatto ambientale da non sottovalutare. Vedere la next-next gen totalmente improntata al digitale è un qualcosa che non ci sorprenderebbe vedere; un qualcosa che, romanticamente, non ci auguriamo, ma che non ci sorprenderebbe. La rivoluzione digitale è necessaria, così come sono necessari dei correttivi ad un mercato che prima o poi soppianterà definitivamente quello retail: correttivi che vadano incontro all’utenza, e che permettano alla stragrande maggioranza dei videogiocatori di fruire di un’opera nelle migliori condizioni possibili.
Se dunque l’avvento del digitale porterà ad una riduzione del prezzo dei videogiochi e ad una maggiore accessibilità degli stessi, ben venga. E pazienza per tutti quei boomer che, come me, reputano ancora l’acquisto di un videogioco un qualcosa di romantico e sacro; un rituale unico, fatto di emozioni e di rievocazione di memorie felici. Un momento di gioia, che, forse, diverrà nulla più che un lontano e sbiadito ricordo, custodito in un angolo della nostra mente e del nostro cuore. Un ricordo che tuttavia continuerà ad alimentare una passione che farà parte della nostra vita per ancora tanti, tantissimi anni.
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