Nel fandom del Nasuverse c’è uno spettro che si aggira e porta con sé una leggenda: l’anime di Tsukihime.
L’anime di Tsukihime non esiste, direte voi. È proprio questa la leggenda che accompagna lo spettro che si aggira per il fandom e per il web. La serie è stata spesso comparata alla trasposizione dello studio DEEN di Fate/Stay Night, ma diciamoci la verità: persino questo impallidisce di fronte al tremendo adattamento che lo studio J.C.Staff ha realizzato della prima visual novel del Nasuverse.
Dire che è un pessimo adattamento e fermarsi qui è facile, però. Oggi cercheremo di fare di più e condurremo un’analisi quanto più onesta possibile di questa serie, cercando di chiarire cosa funziona e cose invece non funziona per niente.
Gli spoiler, inutile dirlo, ci saranno anche se nella maniera più contenuta possibile. L’anime fa già abbastanza spoiler di per sé, ma cercheremo di soffermarci solo su questi per non rovinare ancora di più la lettura a chi vorrebbe approcciarsi alla visual novel di Tsukihime ma non lo fa per paura che sia pessima come l’adattamento.
State tranquilli, la visual novel è totalmente su un altro livello.
La peggior trasposizione di una serie Nasuverse?
L’adattamento dello studio Deen di Fate/Stay Night ha sicuramente tanti difetti. Non rende giustizia alla visual novel originale, mischia elementi provenienti dalle tre route ad altri completamente inventati, disegni e animazioni pessime, ma tutto sommato qualche pregio lo ha.
Il comparto OST è meritevole e ricalca molto bene quello originale, alcuni scontri meritano effettivamente di essere visti, uno tra tutti quelli tra Archer e Berserker e alcuni episodi, tutto sommato, non sono completamente da buttare.
Perché questa premessa? Perché se, appunto, Stay Night della Deen ha qualche pregio a fronte di innumerevoli difetti… L’anime di Tsukihime non ha neppure questi.
Non è un’esagerazione: siamo di fronte alla peggiore trasposizione in assoluto di un’opera Nasuverse.
Animazioni pessime
Iniziamo dal difetto più evidente, le animazioni. È vero che si tratta di un anime del 2003 e che le tecniche di animazione non erano quelle che conosciamo oggi, ma Tsukihime anime sfigura persino se paragonato alle animazioni degli anni ’80. E, senza andare tropo lontani, Excel Saga (prodotto dallo stesso studio) è un prodotto animato meglio nonostante sia uscito qualche anno prima di questa serie.
I personaggi sono… statici. Sembra siano semplicemente incollati sopra uno schermo, statico anch’esso, nel quale raramente la prospettiva si riesce a notare.
Va bene che il budget degli anime non era così alto come pensiamo, ma qui si esagera.
Sin dal primo episodio la prospettiva è inesistente. Gli oggetti e i personaggi non hanno ombre e i frame mancano di profondità. Ecco un frame dal primo episodio, ma potrei proporne diversi altri: ogni fermo immagine ha lo stesso identico difetto.
Non ci sono ombre, non c’è profondità.
Il problema, purtroppo, non è solo nella realizzazione degli sfondi. I personaggi sono completamente inespressivi, difetto inaccettabile se consideriamo la varietà espressiva che i personaggi possedevano nella visual novel originale.
Arrabbiati, felici, preoccupati… I personaggi hanno sempre la stessa faccia, qualsiasi cosa stia succedendo loro. E purtroppo il difetto viene esasperato dal doppiaggio, anch’esso povero di qualsiasi tipo di espressività vocale. I doppiatori sembrano non mettere la minima emozione in quello che dicono; l’unica a salvarsi è la doppiatrice di Arcueid, che riesce a fare un buon lavoro nonostante la sceneggiatura.
Ma del resto… Come biasimarli vista la serie che si sono ritrovati a doppiare?
La caratterizzazione dei personaggi
Diciamocelo chiaramente: l’unica cosa fedele all’originale di questa serie è il fatto che Ciel trascorra le sue giornate a mangiare curry.
Da una serie di soli 12 episodi non potevamo aspettarci miracoli, ma Tsukihime tocca davvero il fondo anche da questo punto di vista. I personaggi sembrano tutti fare le cose “perché sì” e nessuno di loro è approfondito bene, né tantomeno lo spettatore ha la possibilità di intuire i motivi che portano i protagonisti ad agire in un determinato modo.
Shiki Tohno, il protagonista, è un personaggio completamente anonimo. Inaccettabile, se pensiamo invece gli ottimi livelli di caratterizzazione che raggiunge alla fine della visual novel grazie anche alla narrazione in prima persona.
Qui, invece, lo vediamo squartare una ragazza senza un motivo plausibile nel primo episodio e sembra che non abbia il minimo trauma né senso di colpa. Nella visual novel Shiki cerca di negare a tutti i costi ciò che ha fatto, dicendo che potrebbe non essere reale… nell’anime invece non c’è il minimo approfondimento psicologico o tormento. E se pensate che le cose migliorino andando avanti con le puntate… vi sbagliate di grosso.
Persino Arcueid, che dovrebbe essere la protagonista dell’adattamento, è un personaggio completamente piatto del quale, fino alla fine, non sappiamo realmente nulla e che non viene caratterizzato. Inutile dire che, a causa della mancanza di approfondimento dei personaggi, le scene più tragiche degli ultimi episodi siano paragonabili per drammaticità alla scena sulle montagne russe.
E capirete bene che, se l’eroina principale è gestita in questo modo, ai comprimari sarà riservato un trattamento addirittura peggiore. Ciel ed Akiha sono personaggi enigmatici e sconosciuti allo spettatore dal primo all’ultimo episodio, Hisui e Kohaku poi non sono pervenute. Eccetto, ovviamente, per fare spoiler. Ed è questo il difetto più grave dell’adattamento anime di Tsukihime.
Spoiler, spoiler ovunque
Passino i disegni, passi la trama, la caratterizzazione inesistente dei personaggi… Il difetto più grave, come infondo lo era stato anche per Fate/Stay Night della Deen, sono gli spoiler.
Tsukihime riesce, in soli dodici episodi, a spoilerare senza pietà molti dei punti più importanti della visual novel e che il lettore dovrebbe venire a sapere solamente dopo diverse route.
L’anime, che almeno apparentemente dovrebbe adattare la route di Arcueid, spoilera elementi provenienti dalle route di Akiha, Hisui e Kohaku. Elementi che, per intenderci, potevano tranquillamente non venire minimamente menzionati dal momento che si tratta di spoiler delle route del Far Side di Tsukihime e che quindi poco hanno a che vedere con ciò che accade nella route di Arcueid.
Avrei capito se avessero inserito qualche spoiler dalla route di Ciel, essendo le due route che compongono il Near Side, ma paradossalmente Ciel è l’unico personaggio che più o meno si salva.
Gli altri sono completamente rovinati, la suspense e i colpi di scena della novel totalmente distrutti.
E la cosa peggiore è che gli spoiler sono fatti con leggerezza, come se gli sceneggiatori non si rendessero conto dell’importanza di quello che stanno dicendo.
Vogliamo parlare di come, nei primi episodi, venga detto come se niente fosse che la bambina triste alla finestra di tanti anni prima non era Hisui, bensì Kohaku?
Si tratta di uno dettaglio fondamentale che il lettore viene a sapere solo alla fine della penultima route. O, ancora, l’anime rovina completamente il colpo di scena sul sangue demoniaco dei Tohno, costruito ad arte con un crescendo di tensione e rivelazioni nella visual novel.
Sono solo due dei numerosi esempi che potrei fare. Due esempi, però, che ci fanno capire l’atteggiamento degli scrittori di questa serie: totale superficialità.
L’anime che non esiste
Insomma, numerosi problemi di gestione della narrazione e della storia, personaggi totalmente piatti e per nulla caratterizzati ai quali si accompagna un lavoro di doppiaggio non proprio fantastico, spoiler ovunque… Sono ragioni sufficienti per stare lontani dall’anime di Tsukihime come se fosse la peste direi, no?
Di fatto, l’anime tratta alcuni dei colpi di scena più importanti di tutto Tsukihime come se fossero irrilevanti, fatti da niente che possono venire sparsi qua e là senza il minimo contesto. E questo denota una mancanza di attenzione gigantesca da parte degli sceneggiatori oltre che una mancanza di rispetto nei confronti di chi nel 2003 si approcciò all’anime di Tsukihime pensando di guardare una trasposizione della prima route, e invece ricevette spoiler riguardo tutta la visual novel.
Tsukihime anime è un prodotto senza né capo né coda che in nessun modo è utile ad introdurre lo spettatore o ad invogliarlo alla lettura della visual novel. Anzi, ci lascia un’immagine falsata, superficiale e insensata di quella che è la serie nella sua interezza.
In dodici episodi vediamo di tutto: vampiri, apostoli della morte, demoni sanguemisto, esecutori della chiesa, spoiler a mai finire… L’unica cosa che in questo anime manca è uno svolgimento sensato e coerente.
L’anime di Tsukihime purtroppo esiste. Ma tutti preferiremo poter dire il contrario.
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