Il live action di Mulan è da poco disponibile sulla piattaforma di Disney+ ma dopo le pesanti critiche da parte degli spettatori, ecco che spuntano ringraziamenti da parte della Disney al governo genocida, quello di Xinjiang
Mulan ha fatto certamente parlare di sé dopo il suo debutto, ma in maniera del tutto negativa. Parte tutto dal boicottaggio che i fan avevano in programma prima della sua uscita, quando l’attrice protagonista Liu Yifei si è schierata dalla parte delle autorità di Hong Kong, che i manifestanti anti-governativi accusano di usare la forza eccessiva per sedare i disordini. Gli attivisti pro-democrazia hanno lanciato una campagna per boicottare nuovamente il film di Niki Caro.
Jeanette Ng è una scrittrice britannica, nata a Hong Kong, che si è schierata dalla parte dei manifestanti. In un tweet ha denunciato che nei titoli di coda del film venivano ringraziate le autorità dello Xinjang, dove la pellicola è stata girata, e dove la minoranza musulmana viene mandata nei campi di rieducazione.
“Questo film è pubblicato oggi. Ma poiché la Disney ha girato a Pechino, e perché Liu Yifei apertamente e con orgoglio approva la brutalità della polizia di Hong Kong, esorto tutti coloro che credono nei diritti umani a #BoycottMulan,” ha detto l’attivista Joshua Wong in un suo tweet.
Adesso, dopo i nuovi appelli che rimandano al boicottaggio di Mulan si sono diffusi anche agli attivisti in Thailandia e Taiwan, spinti in gran parte dalla #MilkTeaAlliance, un movimento online che unisce manifestanti pro-democrazia di Hong Kong, Thailandia e Taiwan con preoccupazioni per l’influenza della Cina.
Mulan 2020 – La nostra recensione
La scrittrice ha scritto sul suo account Twitter: “Stavo guardando il film Mulan per fare una recensione ed ero quasi sicura che lo avessero girato nello Xinjiang, ho notato qualcosa che non andava nei titoli di coda del film e ho subito pubblicato uno screenshot dei credits. Normalmente i produttori dei film ringraziano le autorità degli Stati che hanno permesso loro di girare le scene in determinati luoghi. Quindi ho pensato che lo avrebbero fatto anche loro. Sono davvero arrabbiata.”
Nei titoli di coda del film, infatti, compare un “ringraziamento speciale” al Publicity Department of CPC Xinjiang Uyghur Autonomous Region Committee (dove si troverebbero i campi di rieducazione) e l’Ufficio di Pubblica Sicurezza di Turpan, municipalità nello Xinjiang, responsabile della produzione di propaganda di stato nella regione.
Jeanette continua agguerrita: “L’obiettivo di questa iniziativa è quello di danneggiare economicamente la Disney, racconta la scrittrice, e rendere chiaro che il pubblico non sopporterà più questo tipo di complicità con il governo di Pechino”.
A prendere parte alla questione del film, anche un senatore americano, che ha proposto di rimuovere Mulan da Disney+, e l’attore di Shang-Chi Simu Liu, infastidito dalla rappresentazione stereotipata della cultura orientale offerta da Mulan.
Mulan è uscito sul territorio cinese proprio oggi, l’11 settembre 2020.
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