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Le 10 morti più dolorose nella storia degli anime

Ripercorriamo insieme le 10 morti più dolorose nella storia degli anime giapponesi. Siete pronti con le lacrime?

La morte ci spaventa. Oggi più di ieri, in cui per molte culture rappresentava e rappresenta ancora un vero e proprio “nuovo inizio”, essa ci terrorizza, poiché raffigura sostanzialmente la fine di ogni cosa.

Al di là del credo religioso, morire segna inconfutabilmente l’interruzione di una vita. Le passioni, le abitudini, il modo di fare di un individuo cessano di esistere, lasciando a coloro che gli sono intorno l’arduo compito di portarne avanti, in qualche modo, l’eredità. Perdere qualcuno è un dolore atroce, ma in generale la morte è un qualcosa di profondamente sconosciuto ma che alla stesso tempo sa unire. L’essere umano si dimostra estremamente empatico, solidale, unito in un cordoglio che spesse volte non lo tocca direttamente.

Su tale concetto si basano anche molte opere del settore dell’intrattenimento, che nel corso degli anni hanno “regalato” al grande pubblico un numero sempre più corposo di morti illustri da cui è stato difficile riprendersi. Chiaramente, anche il mondo degli anime giapponesi, di cui siamo dei grandi estimatori e cultori, non si è mai sottratto da questa realtà e, anzi, ha saputo donare a tutti gli appassionati (come il sottoscritto) momenti emozionanti e indimenticabili.

Con le lacrime agli occhi e il cuore pieno di dolore, abbiamo deciso di stilare una “classifica” di quelle che sono stati le morti più dolorose che abbiamo visto nel corso degli anni negli anime, condividendo così con voi quelli che sono stati dei momenti incredibilmente difficili ma allo stesso tempo toccanti.

Attenzione! Il seguente articolo potrebbe contenere spoiler sulle opere citate. 

10 – Son Goku (la prima volta), Dragon Ball Z

D’accordo, dobbiamo ammetterlo: in Dragon Ball il concetto di morte appare sempre molto relativo e la morte stessa non sembra affatto una brutta cosa. La primissima parte di Dragon Ball Z ha però straziato i cuori degli appassionati dell’opera di Toriyama con l’inaspettata morte del tanto amato protagonista, Son Goku, che quasi in lacrime ha abbandonato il mondo dei “viventi”, stringendo con forza la mano dell’amico fraterno Crilin, a cui con un ultimo respiro ha chiesto aiuto. Certo, sappiamo tutti com’è andata a finire, ma quella scena ci ha strappato il cuore come poche.

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9 – Ichimaru Gin, Bleach

Anche nell’universo di Bleach vige un rapporto particolare con la morte, di cui i “protagonisti” (gli Shinigami) sono in qualche modo i guardiani. Di morti, nell’opera di Tite Kubo, non ce ne sono state poi tante (almeno non fino agli episodi trasmessi), ma una in particolare ha saputo generare grande frustrazione e tristezza. Parliamo chiaramente della dipartita di Ichimaru Gin per mano di Sosuke Aizen, durante le battute finali di quello che è l’arco narrativo più apprezzato dai fan. La morte di Gin ci ha colpito, poiché incredibilmente “solitaria” e se vogliamo ingiusta, arrivata nel momento in cui da villain (per tutta la serie, praticamente) il capitano della terza divisione del Gotei 13 ha mostrato il suo vero volto, il volto di una persona disposta a sacrificare ogni cosa per coloro che ama.

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8 – Mayuri Shiina, Steins;Gate

Anche in Steins;Gate, opera appartenente al genere delle visual novel e successivamente approdata nel mondo degli anime, la morte è un tema incredibilmente ricorrente. La storia del protagonista Okabe Rintaro (per gli amici Okarin) del resto ruota proprio intorno alla salvezza del mondo, minacciato da una sanguinosa guerra mondiale apparentemente inevitabile. I viaggi temporali diventano dunque l’arma principale del sedicente “scienziato pazzo”, ma “scherzando” col tempo, si sa, non si ottiene esattamente il risultato sperato. Tra i momenti più tristi e difficili della storia troviamo infatti il loop temporale legato alla co-protagonista Mayuri Shiina, destinata a morire in continuazione davanti agli occhi del suo grande amico, in tanti modi diversi e soprattutto in modi in cui lo stesso Okarin (nome con cui viene chiamato da Mayuri) non può intervenire.

Le sequenze mostrate sono tutte estremamente dolorose, poiché giocano molto sul grande rapporto tra i due giovani, un rapporto incredibilmente longevo e soprattutto più forte di quel che possa sembrare, anche allo stesso Okabe. Vederla morire ogni volta ha fatto capire al buon protagonista della storia che, in fin dei conti, sarebbe pronto a tutto pur di salvare la vita di una delle persone più importanti della sua vita, una spalla su cui poter contare. Sempre e comunque.

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7 – Portuguese D. Ace, One Piece

Anche nell’opera del sensei Oda, avviatasi ormai alla conclusione dopo una quantità smisurata di capitoli pubblicati, episodi trasmessi e tantissime storie vissute, la morte dei vari personaggi tirati in ballo è un tema particolarmente caldo. Con un character design tanto ricco quanto qualitativamente imponente, è facile affezionarsi ad uno o un altro personaggio, e se questo poi finisce tra quelli destinati a morire allora, beh, la tragedia è dietro l’angolo. Ci riferiamo, nel caso specifico, a Portuguese D.Ace, uno dei personaggi più amati dell’opera di Oda, la cui morte ha inevitabilmente gettato nello sconforto i tantissimi fan. Figlia di un salvataggio impossibile ma incredibilmente centrato, ma poi sfumato in modo doloroso, la dipartita del fiammeggiante guerriero è uno dei momenti più tristi a cui abbiamo assistito nella storia degli anime.

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6 – Alma Karma (D.Gray-Man)

La Top Five di questa particolare classifica si apre con uno dei racconti più toccanti dell’intera storia del settore degli anime e dei manga giapponesi, una storia incredibilmente triste, ingiusta e spaventosa. Ci riferiamo nello specifico a D.Gray-Man, un’opera già di per sé molto “pessimistica” che nella sua ultima iterazione animata (Hallow) ha portato su schermo uno dei momenti più toccanti e drammatici della storia, legati ad un personaggio molto particolare: Alma Karma.

Membro del progetto “Second Exorcist Program”, una vera e propria sperimentazione umana ordita dalla Dark Religious in persona a cui diversi bambini sono stati sottoposti, tra cui uno dei protagonisti Yu Kanda, il giovane appare sin da subito come una figura buona e gentile, che ha subito nella sua vita tanta sofferenza e tanto dolore. La morte stessa di Alma Karma è un atto di sacrificio, che sottolinea ancora una volta la natura nefasta e ingiusta che ha accompagnato il giovane sin dalla tenera età.

Ci ha distrutto il triste epilogo riservato ad Alma Karma perché ha ancora una volta evidenziato la crudeltà di un mondo, quello di D.Gray-Man, spietato, crudele, che non si cura mai del bene dei singoli in favore di un bene superiore opinabile e mai veramente chiaro. La crudeltà del progetto ha di fatto “regalato” un’esistenza di dolore continuo non soltanto ad Alma Karma, certo, ma, complice anche il becero fato, ha fatto di lui un vero e proprio martire, la cui esistenza si è spenta in un mare di dolore, nello stesso modo in cui egli ha trascorso tutta la sua vita, il cui unico barlume di speranza è stato rappresentato dal rapporto fraterno con Kanda.

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5 – Shu (Hokuto no Ken)

Se c’è un anime (e manga) dannatamente pessimista, in cui la morte è un passaggio praticamente obbligatorio e ricorrente, quello è senza dubbio Hokuto no Ken. L’opera di Tetsuo Hara e Buronson ci ha abituati infatti ad una sequela impressionante di morti illustri, spesse volte riguardanti gli stessi protagonisti, senza quasi mai curarsi del dolore inflitto a tutti gli appassionati. Se ce n’è una però che ricordiamo ancora oggi con profondo dolore e sbigottimento è senza dubbio quella di Shu, il generale di Nanto appartenente, manco a dirlo, alla Stella della Benevolenza.

Shu ha trascorso buona parte della sua esistenza al servizio del bene comune, sacrificando ogni cosa (compresa la vista) per salvare i bambini del villaggio di cui è in qualche modo il protettore, scontrandosi più volte con Sauzer (o Souther) per i suoi modi tirannici e spietati. Proprio Sauzer gli infligge una morta dolorosissima e tragica oltre ogni dire: minacciando la vita dei bambini, lo spietato tiranno obbliga Shu a scalare una piramide portando con sé l’ultima pietra del gigantesco mosaico, cosa che lo porta a finire schiacciato da quella stessa pietra, di cui diventa il simbolo involontario.

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4 – Shaka e i Saint d’oro (Saint Seiya)

Al quarto posto della nostra selezione, troviamo una morte particolare, poiché coinvolge non soltanto una singola persona, per quanto più “appariscente” rispetto agli altri (per il modo in cui essa avviene), bensì un gruppo più nutrito di persone. Ci riferiamo nel caso specifico a Shaka (in Italia conosciuto come Virgo), e agli altri Gold Saint al servizio della Dea Atena, tra i volti più noti e amati del manga e anime Saint Seiya.

L’opera di Kurumada ha in realtà un rapporto molto continuo con la morte stessa, ma il doloroso e a tratti sconcertante sacrificio dell’intero (o quasi) ordine dei Cavalieri d’Oro è tra le scene più drammatiche e sconcertanti dell’intero settore. Durante lo scontro contro Hades e le sue terribili truppe, l’élite dei Cavalieri di Atena, capeggiati appunto da Virgo, pronto ad offrire se stesso per aiutare i giovani protagonisti a vincere la Guerra Sacra, compiono il loro destino, offrendo la loro vita in cambio della tanto sofferta pace.

3 – Elle e Watari (Death Note)

Sul gradino più basso del podio non poteva che esserci lui: Elle o Ryuzaki, o L.Lawliett che dir si voglia, tra i volti più amati ed apprezzati dell’universo di Death Note. Il personaggio creato dalla penna e dalla matita del duo Ohba-Obata è senza dubbio tra le figure più importanti dell’intero manga (e anime), nonostante ricopra il ruolo di “antagonista” in una prospettiva diversa delle cose. Elle, infatti, è il giovane detective sulle tracce del misterioso serial Killer conosciuto come Kira, il protagonista della storia, e proprio lui, grazie al suo talento innato, è il primo a scoprire la vera identità del misterioso omicida.

Proprio tale scoperta, dopo una serie di peripezie incredibili e soprattutto una sorta di amicizia nata proprio tra i due, segretamente entrambi l’uno sulle tracce dell’altro, rappresenta la ragione della sua morte, stroncato dalla furbizia e soprattutto dalla cattiveria del suo rivale, disposto a sacrificare chiunque in onore della sua causa. Insieme a lui perde la vita anche il fedele Watari, anch’egli reo di aver scoperto l’identità di Kira e per tal motivo divenuto una minaccia da debellare quanto prima. Ricordiamo ancora oggi con sincera emozione l’attimo in cui gli occhi di Ryuzaki si sono spenti, stretto tra le braccia beffarde del suo carnefice.

2 – Yuki (Tokyo Magnitude 8.0)

Lo ammettiamo, la posizione numero due ci ha veramente ferito nell’animo.  Del resto, anche nella vita reale, quando la morte colpisce i più giovani ha un sapore diverso, più amaro, e la versione animata di tale angosciante realtà non fa eccezioni. Parlando di una delle morti più dolorose nella storia degli anime non potevamo non pensare subito a Yuki, lo sfortunatissimo e tenerissimo protagonista di Tokyo Magnitude 8.0. Il bambino ha un grande sogno: quello di rivedere tutta la sua famiglia felice e unita come un tempo.

Per tal motivo, ha in mente un viaggio in un posto particolare, ma proprio il viaggio in questione gli si rivelerà fatale: durante la gita in compagnia della sorella maggiore Mirai, infatti, il Paese viene colpito da una violenta scossa di terremoto che miete un numero di vittime incredibilmente corposo.

Tra questi, inutile dirvelo, c’è anche Yuki, seppur l’anime faccia si che lo spettatore scopra del tragico evento soltanto verso gli ultimissimi episodi, poiché la piccola Mirai continua a vedere il fratello per tutto il tempo, nonostante questi sia ormai defunto. Straziante.

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1 – Jiraya (Naruto Shippuden)

Saremo onesti: non abbiamo mai avuto il minimo dubbio sulla primissima posizione, anzi. In realtà, tutto l’articolo ci è venuto in mente proprio ripensando a quante volte abbiamo pianto e sofferto nel vedere e rivedere la scena in questione, senza ombra di dubbio una delle più strazianti e dolorose della storia degli anime. Ci riferiamo alla morte del maestro Jiraya (per gli amici Ero-sennin), mentore di Naruto e uno dei ninja più forti e apprezzati dell’universo di Masashi Kishimoto. La morte di Jiraya la riteniamo incredibilmente dolorosa non soltanto per una questione affettiva personale col personaggio in questione, ma anche per come avviene.

Jiraya infatti perde la vita per mano di uno dei suoi allievi più preziosi, Nagato, divenuto col passare degli anni uno dei villain principali della storia, ossia il capo di Akatsuki e il principale responsabile di buona parte degli eventi più oscuri occorsi ai vari Naruto, Gaara e in generale agli altri jinchuuriki. La morte del maestro Jiraya, comunque, ha il “merito” di smuovere molte acque e tra le altre cose risulta uno degli elementi fondamentali del cambio di personalità di Orochimaru (su amico/rivale storico) ma anche un punto di svolta decisivo per Naruto, desideroso come mai prima d’ora di diventare ancor più forte per vendicare e onorare il suo amato mentore.

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Ci mancherai per sempre, Ero-Sennin!

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Salvatore Cardone

Salvatore Cardone

Scrivo, cucino, mangio. Spesso contemporaneamente. Necessito di più mani.

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