Arrivano le batterie nucleari ai nanodiamanti con una durata di migliaia anni. Sogno fantascientifico o realtà?
C’è chi le chiama “Batterie Nucleari“, ma non è propriamente corretto. Le batterie NDB (Nano-Diamond Batteries) sono in teoria batterie “riciclate”, prodotte con delle micro particelle di diamante rilasciate dai residui nucleari. Il progetto non è nuovo, anzi risale al 2016, ma a quanto pare i ricercatori stanno facendo il possibile per far arrivare queste batterie sul mercato entro i prossimi 5 anni.
Come funzionano le batterie al nanodiamante?
I reattori nucleari raffreddati a Grafite utilizzano delle barre di Carbonio-12 e Carbonio-13 per raffreddarsi, ma con il tempo e l’utilizzo, queste assorbono i neutroni dispersi e si convertono in C-14 radioattivo. Per smaltire questi elementi esausti li si fa “sublimare” (ndr. passare direttamente dallo stato solido a quello gassoso) e come per il sale marino, si raccolgono i residui di carbonio, che verranno utilizzati per creare dei micro diamanti artificiali.
Le batterie che derivano dalla radioattività rimasta nelle particelle sono molto piccole (nell’ordine dei micro watt) ma molto durature e con un ciclo di vita che supera di gran lunga quella umana, di oltre qualche migliaio di anni a seconda della capacità.
Teoricamente questo tipo di nuove batterie non avrebbe bisogno di essere ricaricato ma il problema principale oltre a dei costi di produzione immensi, rimane la bassa densità di potenza. una carica da 1 grammo di Nano Diamanti sviluppa a malapena 0,004 Watt-ora di potenza, mentre una normale batteria AA dal peso di 15 grammi sviluppa oltre 1.6 Wh.
C’è anche da esplorare l’argomento radioattività, che tanto farà piacere soprattutto a coloro che già hanno paura di Wi-Fi e reti cellulari.
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