Dagli autori di Life is Strange, Remember Me e Vampyr, ecco Tell Me Why, esclusiva Xbox targata Dontnod. A voi la nostra recensione sul titolo
Non è mai facile raccontare una storia. Una storia che, a causa delle avversità, colpisce ogni istante delle esistenze dei gemelli Alyson e Tyler Ronan. Non è una vita facile, quella legata alla morale bigotta che coinvolge Delos Crossing, in Alaska, e rovina gran parte di ciò che è stato costruito prima che le loro vite venissero stravolte a causa di un evento che è spalmato nei tre episodi che compongono questa disperata e toccante ricerca del perché.
Definire l’esperienza di Tell Me Why è ovviamente riconducibile e identificabile nei passati lavori di Dontnod, pur essendo un titolo che espone se stesso attraverso le tematiche delicate che racconta. Incentra la propria visione sull’accettazione, spinge il videogiocatore ad aprire le mente e a prospettarsi alla normalità anche là dove ci sono situazioni che non conosce.
Una storia, se ben raccontata, è spesso indice di una decisa scelta autoriale. Dontnod, rispetto al passato, non ha perso quell’originalità che la contraddistingue. Ha però evoluto quel che desidera raccontare, scegliendo una narrazione più matura e attuale predisponendo ogni scelta come in Life is Strange, seppure in una misura intima e personale, capace comunque di portare a una riflessione importante su quel che abbiamo attorno. Tell Me Why è un’avventura grafica e la parte più importante è l’interazione fra gameplay e narrazione. Entrambe si scindono e legano. Creano, in Tell Me Why, la disamina dei ricordi.
Il legame dei ricordi…
Alyson e Tyler, un tempo legati tra loro, sono stati divisi a causa di un evento che vivrete nei tre capitoli di Tell Me Why. Alyson, cresciuta con lo zio Eddie Brown, è in cerca di se stessa e immagina il futuro e le sue nuove esperienze lontano da Delos Crossing, una fittizia cittadina in Alaska. Tyler, costretto a vivere a Fireweed in un riformatorio per ragazzi problematici, sfugge ai suoi pensieri legati al passato riflettendo, come Alyson, su un nuovo futuro. Insieme, si troveranno a rivivere i ricordi di un passato che, in un modo o nell’altro, hanno cercato di dimenticare. Nel primo episodio, infatti, si riabbracceranno dopo dieci anni e ritorneranno nella loro casa d’infanzia, che conserva sia ricordi belli che brutti. Decidono, in comune accordo, di rivendere la casa che si affaccia su un lago ghiacciato, un’immagine estremamente appagante ed esaustiva.
Nella cornice del primo episodio viene narrata marginalmente la vicenda dei due gemelli. Viene però approfondita Delos Crossing, oltre ai suoi personaggi cardine che, nel corso dell’esperienza, risulteranno importanti per motivi differenti nel racconto. A sorprenderci, nel primo episodio, è stata la scrittura dei dialoghi. Non sono banali né approssimativi. Inoltre, l’esperienza permette di alternare i due protagonisti per immergersi ulteriormente nelle loro avvincenti e profonde caratterizzazioni, definendo i loro caratteri.
Entrando nella loro casa d’infanzia, ripercorrono una vita che si sono lasciati alle spalle a causa della morte di Mary-Ann, loro madre.
Abbiamo apprezzato l’inizio per la sua capacità di rendere l’empatia appagante e definita, in grado di reggere il peso della storia e dei personaggi. Alyson è una ragazza espansiva e fortunata, abituata a vivere in un’ampolla di vetro per essere protetta da Eddie, che è il commissario della polizia di Delos Crossing. Al contrario, Tyler è un ragazzo che è cresciuto lontano dalla sorella, dai pochi affetti che potevano tenerlo effettivamente al sicuro.
Tyler è un ragazzo trans che ha sofferto la diffidenza altrui, ma è riuscito comunque a vivere la sua vita e a migliorare come individuo, pur rischiando di allontanare le persone per il suo carattere. Quando entrambi parlano, scambiandosi pareri e raccontandosi esperienze personali, si avverte la profondità narrativa del primo episodio di Tell Me Why. Infatti, è grazie alle discussioni che arrivano, poi, a un dono che manifestano assieme e si amalgama accuratamente in tutta la narrazione: il ricordo.
Sebbene sia una meccanica che ricorda quella presente in Life is Strange, in cui Max riavvolgeva il tempo per cambiarne gli eventi, in Tell Me Why il ricordo è sostenuto sia da Tyler che da Alyson. Quando durante l’intera narrazione dei tre episodi saranno costretti a farne uso, potranno ricordare eventi passati, parlarsi fra di loro, scegliere a quali fare affidamento o seguire un ricordo per agganciarne un altro; come se il filamento delle proprie sinapsi si mostrasse sullo schermo e definisse in maniera complementare l’intera complessità del sistema ludico, dando un’effettiva potenza emozionale che impreziosisce il messaggio finale presente in ogni istante proposto. Come aggiunta all’esperienza sono stati inseriti anche differenti enigmi che porteranno a scoprire il passato dei protagonisti e ai collezionabili che si potranno trovare esplorando le aree di gioco.
I problemi, però, arrivano nel capitolo due e nel capitolo tre. Andiamo per ordine. Il capitolo due apre alla ricerca del “Perché” della morte di Mary-Ann.
A un certo punto la storia rallenta, spesso anche in maniera improvvisa; poi riprende e migliora, andando però a diluirsi con troppa frettolosità, soprattutto nel capitolo tre. Si tratta comunque di episodi godibili, apprezzabili e ben contestualizzati.
Al tempo stesso, però, hanno un problema di fondo che è nella struttura del titolo: sono troppo pochi, viste le premesse che si evincono durante l’esperienza. Il fuoco andrebbe ravvivato e ben alimentato, se si vuole raccontare una storia complessa che conserva una maturità e cerca di osare nel modo migliore.
Abbiamo apprezzato ogni episodio e siamo rimasti sorpresi e sbigottiti in varie occasioni, ma ci sono stati pochi momenti in cui ci siamo emozionati. Il peso dell’importanza di Life is Strange nel medium, per Dontnod, può solo portare a evoluzioni narrative.
Pensiamo dunque che Tell Me Why, alla fine, possa raggiungere quel traguardo e migliorarsi ulteriormente arrivando a essere, nella sua interezza, un nuovo modello per comprendere il lavoro di narrazione e scrittura in un’opera videoludica di tale portata, atta ad approfondire le tematiche più delicate e discusse nella quotidianità. Ci siamo trovati di fronte un titolo che, seppure diviso a episodi, riesce a mostrare la sensibilità più evocativa e toccante di due ragazzi che si ritrovano a vivere il dramma della perdita e dell’isolamento.
Uno stralcio di Alaska…
Non è presente un’evoluzione grafica all’interno di Tell Me Why. L’Unreal Engine, già visto nei precedenti lavori di Dontnod, viene comunque sfruttato adeguatamente. I dettagli particellari si notano nel cromatismo e nei colori sgargianti che ci ritroveremo a vivere. L’illuminazione ambientale, ottimamente utilizzata da Dontnod, crea scenari iconici che riescono a incantare. Tuttavia, ci sono ancora alcuni problemi legati a bug e a problemi di compenetrazioni, oltre a vari cali di frame.
Quando si ritrova nei luoghi chiusi, la telecamera non è ben implementata e spesso gli oggetti vengono completamente oscurati dal modello poligonale, impedendo poi di notare i dettagli meglio realizzati all’interno di un’area.
Non nascondiamo affatto lo stupore per la qualità e il dettaglio grafico utilizzato, nonostante i difetti di cui sopra. L’Alaska è uno Stato che riesce a meravigliare per i suoi spaccati onirici e coinvolgenti.
Complice una direzione artistica ben rappresentata e una qualità visiva che cattura, notiamo che l’asticella qualitativa si sia alzata da Life is Strange 2, che conservava un’ottima rappresentazione grafica capace realmente di lasciarci visivamente appagati. Non nascondiamo affatto di aver realizzato differenti diapositive per catturare alcuni istanti e a mostrarveli in sede di recensione, dandovi occasione di prepararvi anche al lancio su Xbox GamePass per alimentare le vostre aspettative.
Sebbene sia una cittadina fittizia, Delos Crossing è un luogo che non vedremo nella sua interezza come in Life is Strange con Arcadia Bay. Anzi, alcuni dei luoghi che circondano la contea e questo paesaggio rurale sono solo menzionati negli articoli di giornale, nelle lettere o da Alyson e Tyler.
Visiteremo spesso luoghi iconici e importanti per loro, come la casa in cui hanno passato l’infanzia e che vogliono vendere, utile a spremere completamente le potenzialità narrative. Non pensiamo che sia un difetto, quanto più una necessità che per convogliare ogni aspetto del titolo.
L’impianto sonoro è sfruttato ottimamente. Lo abbiamo trovato realistico e ben rappresentato come le voci dei doppiatori. Se riflettiamo sull’ultimo punto, ancora è possibile per noi sentire le profondità vocali di ogni personaggio, il respiro che compiono. Una scelta che non può essere sottovalutata, vista la sua importanza e al lavoro di Dontnod per permettere che il videogiocatore si immerga ulteriormente nell’esperienza.
La dolcezza del ricordo…
Tell Me Why è una storia che narra il ricordo come una soluzione per capire il passato e legarlo al presente, dando una certezza universale sul senso della vita e dell’esistenzialismo. Oltre a essere una prova inconfutabile di maturità, è probabilmente l’opera più densa dal punto di vista delle tematiche.
L’isolamento sociale, che colpisce Tyler, descrive la tristezza di un animo in realtà gentile che ha la colpa di essere semplicemente se stesso. Al contrario, Alyson non riesce a superare il passato e necessita di risposte. Insieme le cercano. Le pretendono.
Quando si alternano i personaggi, durante i vari momenti dell’esperienza, si comprende quale sia effettivamente la morale di questa storia: l’amore per l’accettazione, l’amore per l’esistenza, l’amore per il ricordo e l’amore per la verità.
L’amore, che si lega in due per un fattore ludico e di espressione, di naturale bellezza iconica per descrivere il dramma di chi non riesce a vivere una vita senza risposte. Una vita senza verità per comprendere un’altra verità. Una verità che, nel bene o nel male, farà sempre male e che non migliorerà il dolore. Affievolirà, in misura minore, i propri conflitti. Poi, aprirà un futuro ignoto.
Tell Me Why è una produzione che racconta di Alyson e Tyler Ronan, due ragazzi che hanno bisogno di risposte per la morte della madre e per comprendere l’imprevedibilità di un futuro che non conoscono ancora.
Una narrazione altalenante che si riprende nel finale e coi vari epiloghi, dando però la prova della maturità di Dontnod nei confronti dei suoi sostenitori più accaniti. Ci siamo abituati a Vampyr, che raccontava la brutalità; a Life is Strange e alle sue tematiche più potenti, capaci di straziarci e lasciarsi senza fiato.
Tell Me Why, rispetto alle due produzioni, è la crescita narrativa di una casa sviluppatrice che sta innovando se stessa e quel che vuole raccontare. Tell Me Why è una storia fatta di consapevolezza. Una storia che, quando giungerete alla fine, comprenderete totalmente.
Pro
- Narrazione matura e intrigante…
- Personaggi ben caratterizzati e approfonditi
- Direzione artistica godibile
Contro
- … Ma tre episodi non bastano per raccontare una storia così interessante
- A volte il racconto perde di mordente
- Problemi tecnici come compenetrazioni, bug e cali di frame
Voto: 8.5
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