Tutti gli abusi subiti dagli sviluppatori di Aeon Must Die pubblicati su un Dropbox
Durante lo State of Play di Sony è stato mostrato il picchiaduro RPG Aeon Must Die della Limestone Studio. Fatto vedere in anteprima mondiale, ha subito catturato l’attenzione di molti utenti.
Ma, quasi immediatamente, è comparso su YouTube un video con un Dropbox dove venivano denunciate varie scorrettezze. Il video è sostanzialmente il trailer del videogioco, ma è nella descrizione.
Questo trailer è stato creato con abusi, manipolazione e furto.
Scopri la verità sullo sviluppo di questo gioco qui:[Link Dropbox]
Le persone che hanno lavorato su ogni inquadratura di questo non sono più con la società che detiene i diritti di proprietà intellettuale.
Alcuni non sono stati nemmeno pagati per il loro lavoro.Questo trailer ha un conflitto di proprietà intellettuale in sospeso.
La vera proprietà intellettuale per il gioco è stata sottratta ai creatori giocando sporco.
Resta da vedere la reazione finale dell’editore a queste informazioni.
Dentro il Dropbox, che non linkeremo per correttezza, si trovano parecchie dichiarazioni firmate da vari sviluppatori di Aeon Must Die coinvolti nella vicenda che hanno denunciato le condizioni dove lavoravano, tra cui l’utilizzo di software acquisito in modo illegale.
Come si è arrivati a questo?
A quanto viene scritto nel documento d’introduzione, pare che il team abbia lavorato sotto “crunch time” (periodo breve per tentare di finire il più possibile il videogioco prima della data d’uscita) senza però venire pagato, ma anche sotto abusi, molestie e corruzione.
Durante un’inchiesta da parte di un avvocato del team, la compagnia e la proprietà intellettuale sono state rilevate dal fondatore/direttore creativo. I tentativi di rimedio e di dialogo sono stati, però, silenziati dalla dirigenza e dagli azionisti di maggioranza.
In seguito molteplici impiegati hanno firmato un documento confidenziale diretto all’editore, chiedendo di finire il gioco in termini più umani e con la migliore qualità possibile. Nello stesso giorno, il 22 giugno, molti impiegati hanno presentato una lettera di dimissioni.
Mentre dall’editore non ricevevano altro che silenzio, l’amministratore delegato è passato alle minacce, accuse legali e licenziando ingiustamente gli impiegati prima di accordarsi sulla data di dimissioni, effettivamente macchiando il curriculum.
Dopo un mese di silenzio, l’editore chiede di mandare prove delle loro accuse. Mandando varie registrazioni audio e quant’altro al team legale dell’editore, aspettando risposte. Nei primi d’agosto il team sollecita l’editore per risposte, ricevendo solo silenzio, informandolo anche che il trailer infrangeva la proprietà intellettuale di chi lavorava.
Trascorso un po’ di tempo riescono a chiamare brevemente il capo del team legale, scoprendo che l’editore non aveva problemi con gli avvenimenti, che non c’era nulla da cambiare nel trailer, che sarebbe stata “una grande spinta pubblicitaria”, usando le loro parole, e di collaborare pienamente pensando al futuro del progetto.
Quindi hanno deciso di rendere pubblica una versione redatta del Dropbox mandato all’editore togliendo alcuni file poiché potrebbero compromettere alcuni impiegati senza più protezione. Ma anche senza alcuni file, la situazione rimane molto cupa ed esplicativa.
Cosa si trova nel Dropbox?
Il Dropbox mostra vari screen, documenti e registrazioni riguardanti la vicenda. Pare che alcuni elementi siano stati rimossi a tutela delle parti lese, secondo le dichiarazioni presenti nel documento all’interno.
Nella cartella mostrata nell’immagine in figura, ad esempio, si palesano vari screen di cartelle contenenti software di progettazione 3D e similari tutti rigorosamente presi in modo illecito.
Aeon Must Die doveva uscire per il 2021, ma con queste dichiarazioni il destino del videogioco rimane ignoto.
Commodoriani, cosa ne pensate di questa spiacevole vicenda? Fatecelo sapere con un commento.
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