Dr Commodore
LIVE

Incendia antenna 5G perché “diffonde il COVID-19”, condannato a tre anni di carcere

Fate attenzione a quando bruciate le antenne 5G perché potreste pagarla cara!

In Inghilterra incendiare antenne 5G e offendere i tecnici della fibra è diventata ormai una prassi dei complottisti. Non sempre però l’esperienza si conclude serenamente per loro. Un cittadino inglese infatti ora dovrà trascorrere i prossimi tre anni in prigione proprio dopo aver dato fuoco a un ripetitore della Vodafone.

5G, il karma colpisce (ancora)

Micheal Whitty, 47enne britannico di Kirkby, dopo aver approfondito le questioni sul legame tra la rete di quinta generazione e il coronavirus si è unito al movimento internazionale anti-5G attaccando i ripetitori dei providers britannici. Spinto dalla teoria complottista e da chi la supporta egli ha dato fuoco a un’antenna Vodafone proprio a Kirkby.

Le indagini hanno ricondotto a lui, un personaggio già noto alla polizia date le sue precedenti 29 condanne per aggressione, possesso di arma da fuoco e altro. La sentenza è dunque di tre anni di carcere per Whitty, sicuramente un esempio per tutti coloro che hanno intrapreso la stessa campagna contro il “demonio del 2020”.

5G Covid-19 Inghilterra

La realtà, ovviamente, è che non c’è alcuna connessione tra 5G e coronavirus, come anche tra 5G e dolori cervicali. Nell’era dei social media però tutto è possibile, anche in questo caso. Basta sfruttare il panico e diffondere teorie non supportate da evidenze scientifiche.

Che sia da monito per i suoi “colleghi” italiani? Chissà. Certo è che a lui non è andata per niente bene.

FONTE

Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su FacebookInstagramTelegramYouTubeDiscordSteam e Twitch.

Articoli correlati

Francesco Santin

Francesco Santin

Studente di Scienze Internazionali e Diplomatiche, ex telecronista di Esports, giocatore semi-professionista e amministratore di diversi siti e community per i quali ho svolto anche l'attività di editor e redattore.

Condividi