La perdita di segnale durante le fasi cruciali del recupero del Falcon 9 hanno subito fatto gridare al complotto. Ma perché succede?
La piattaforma drone Of Course I Still Love You, (destinata al recupero del primo stadio riutilizzabile del Falcon) ha perso la connessione con la sala di controllo proprio mentre il razzo stava atterrando, per poi riprendere a trasmettere, pochi secondi dopo, con il primo stadio perfettamente parcheggiato.
Le polemiche e i dubbi non sono tardati ad arrivare, con tante persone che hanno sollevato dubbi sulla veridicità del recupero. Secondo le tesi più “accreditate”, il Falcon sarebbe caduto nell’oceano e in pochi secondi avrebbero sostituito il live feed della piattaforma con un video creato ad hoc per simulare la riuscita.
La cosa potrebbe anche avere senso, se non fosse che negli ultimi anni SpaceX non ha mai nascosto non solo i successi più eclatanti ma anche i fallimenti più spettacolari, tra razzi che esplodono al decollo (l’ultimo solo pochi giorni fa, con un prototipo di Starship in fiamme) e stadi non recuperati e finiti in mare.
C’è da dire inoltre che la piattaforma ha solo perso il collegamento video in diretta (a causa delle forti vibrazioni del Falcon in avvicinamento) ma, appena andranno a recuperare il razzo, potranno accedere alla registrazione completa del recupero.
Conviene quindi spendere qualche minuto per capire come funziona un atterraggio di un primo stadio e come il segnale viene trasmesso alla sala di controllo.
Un Falcon 9 può atterrare sia nello stesso sito di lancio sia, come già detto, su apposite piattaforme drone nel mezzo dell’oceano.
Già di per se, centrare una piattaforma delle dimensioni di un francobollo è un’impresa titanica non esente da rischi (e i numerosi fallimenti in questo senso ce lo hanno ampiamente dimostrato). Se poi a questo aggiungiamo anche il problema del trasmettere il video in diretta, partendo da una piattaforma senza essermi umani a bordo, sperduta nel bel mezzo dell’oceano, allora capiamo bene come la faccenda si complica ulteriormente.
Essendo la piattaforma praticamente lontana da tutto e tutti, il segnale deve essere trasmesso via satellite. La piattaforma è quindi dotata di una possente antenna direzionale invia il segnale a un satellite che poi reirradierà i dati alla sala di comando.
C’è da sottolineare il fatto che l‘antenna deve essere diretta verso il satellite per avere la massima potenza in trasmissione possibile. Il problema quindi sorge nel momento in cui il razzo si sta avvicinando alla piattaforma.
Il razzo può infatti utilizzare da uno fino a tre dei suoi motori Merlin per scendere verso la piattaforma e la spinta generata inizia a far vibrare tutta la piattaforma, di fatto facendo perdere la connessione tra l’antenna e il satellite. Una volta che il razzo è atterrato in sicurezza, la spinta cessa e le vibrazioni terminano, permettendo di ristabilire il collegamento.
Questo è il motivo per cui la connessione viene puntualmente persa nei momenti cruciali dell’atterraggio.
Il video non è comunque perso, viene ugualmente registrato e una volta recuperato il razzo, viene caricato sul web a disposizione di tutti.
Come ovviare al problema
Ci sono varie possibilità per risolvere il problema.
Una possibile soluzione può essere pensata montando l’antenna su un’altra nave, posta ad alcune centinaia di metri dalla piattaforma di recupero, in modo da non risentire delle vibrazioni dovute alla spinta dei motori.
Bisognerebbe tuttavia trovare un modo per collegare la piattaforma drone a questa nave predisposta alla trasmissione dati.
Questo può essere fatto in vari modi: o attraverso un cavo abbastanza lungo che colleghi fisicamente le due navi oppure attraverso un’antenna omnidirezionale che dalla piattaforma drone possa irradiare in tutte le direzioni le immagini, in modo da essere intercettate dall’antenna posta sull’altra nave e ritrasmesse al satellite.
Il problema quindi può sembrare facilmente risolvibile, ma ci sono delle evidenti criticità.
In particolare l’aggiungere un’ulteriore nave alla flotta di recupero per poter trasmettere in diretta pochi secondi di video è considerato uno sforzo esagerato e non sembra valerne la pena. A maggior ragione se si pensa che il video completo dell’atterraggio non è perso ma viene recuperato assieme al razzo e reso pubblico a distanza di pochi giorni.
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