Per chi è anche solo un po’ avvezzo del mondo dei videogiochi, Kingdom Hearts non ha certamente bisogno di presentazioni; per chi invece non ne ha mai sentito parlare, basti sapere che la famosa saga creata da Square Enix nel lontano 2002 si proponeva un compito tanto bello quanto complicato, ovvero quello di essere un cross-over tra i personaggi di Final Fantasy e l’universo Disney. A questo fu aggiunta ovviamente una trama, dei luoghi e soprattutto dei personaggi originali. Il tutto ha portato alla creazione di una delle saghe videoludiche più iconiche di sempre.
Ideato e sviluppato da Tetsuya Nomura, che aveva già creato alcuni dei personaggi più iconici della saga di Final Fantasy, come ad esempio Cloud, Kingdom Hearts è diventato immediatamente un vero e proprio fenomeno di massa in tutto il mondo. E il suo successo continua tutt’oggi: l’attesissimo Kingdom Hearts III, pubblicato solo nel 2019, ha venduto più di cinque milioni di copie solo in una settimana.
Il successo del primo videogioco di Kingdom Hearts spinse subito a creare un manga, pubblicato in Giappone dalla stessa Square Enix nel 2003; dobbiamo aspettare invece ben cinque anni prima di vedere la sua pubblicazione in Italia. Il manga è stato disegnato da Shiro Amano, che aveva già provato la sua abilità nell’adattare videogiochi a manga, con lavori quali Legend of Mana e Subarashi Kono Semai (It’s a Wonderful Life in occidente). Il tratto di Amano si rivelerà un’arma vincente grazie alla sua grande capacità di riportare fedelmente tutti i personaggi Disney e di riuscire a caratterizzare bene quelli di Kingdom Hearts, amalgamandoli sì al contesto ma rendendoli ben riconoscibili.
Il manga di Kingdom Hearts è un prodotto valido?
In Italia l’opera è edita da Disney Planet, una divisione della famigerata Panini. La prima cosa che salta subito all’occhio è uno degli errori più grossolani che si possano fare: i primi quattro volumi, che racchiudono tutto Kingdom Hearts I, si leggono “all’italiana”, da sinistra verso destra. Un difetto imperdonabile. Ancora di più se pensiamo che, dopo la prima pubblicazione del 2008, Panini ha riproposto il manga con una ristampa nel 2017… non correggendo questo errore. Fortunatamente le serie successive Kingdom Hearts Chain Of Memories e Kingdom Hearts II sono salve e possono essere fruite da destra verso sinistra.
Oltre a questo, fanno storcere il naso alcune altre piccolezze a livello di traduzione, come il Keyblade, arma del protagonista, che nel manga diventa “La” keyblade.
Se si riesce a superare questi grossi scogli, che per alcuni potrebbero avere un effetto inibitore per proseguire nella lettura, possiamo rispondere alla domanda di cui sopra. Con una narrazione veloce e serrata, ma anche divertente e completa, la risposta è decisamente sì. Ma vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Per chi si affaccia per la prima volta
Chi si approccia per la prima volta all’opera Nomuriana si ritroverà a relazionarsi, all’inizio almeno, ad una trama praticamente idiliaca. Sora, Riku e Kairi sono tre amici che vivono sulle Isole del Destino, trascorrendo le loro giornate a fantasticare su come sarebbe bello viaggiare ed esplorare altri mondi. Mentre si apprestano a preparare l’occorrente per una zattera, l’oscurità prende il sopravvento sul loro mondo. I tre amici vengono divisi e da qui inizieranno le loro peripezie.
Il protagonista, Sora, si ritroverà nella Città di Mezzo e si accorgerà subito che a lui è stato riservato un ruolo molto importante: è lui il prescelto del Keyblade, l’arma metà spada e metà chiave con la quale dovrà sconfiggere l’oscurità che si è impossessata dei mondi. Sora intraprenderà presto un viaggio alla ricerca di Riku e Kairi, accompagnato da Paperino e Pippo, ai quali è stato affidato il compito di trovare “la chiave”, ovvero Sora, da re Topolino. Il viaggio porterà Sora nei più celebri mondi Disney, quali il Paese delle Meraviglie, il Monte Olimpo, L’isola che non c’è, in compagnia dei personaggi più iconici del brand.
Riku invece dovrà fare i conti con Malefica e l’oscurità che si cela nel suo cuore; oscurità che lo porterà anche a tradire i suoi amici.
La trama rimane molto lineare in questa prima parte della saga, nonostante alcuni plot twist riguardanti sia protagonisti che antagonisti. Semplicità che verrà completamente eliminata già a partire dai due volumi che racchiudono Chain Of Memories e soprattutto Kingdom Hearts II.
Per chi già conosce il videogioco
Per i fan di vecchia data, il manga rimane comunque un prodotto consigliato, rappresentando un’ottima opportunità per riscoprire Kingdom Hearts da un altro punto di vista, più comico e divertente. Shiro Amano si è preso sì qualche libertà e il manga ha qualche differenza, ma nulla di troppo invadente. Ad esempio, Sora porterà il suo Keyblade sulla spalla, anziché farlo materializzare a comando, i combattimenti sono molto ridotti, alcune boss fight iconiche assenti e alcuni mondi Disney quali La Città di Halloween e La Giungla Profonda non compaiono. Salvo queste differenze, la trama rimane comunque molto fedele a quella del videogioco, è ben raccontata, scorre in modo fluido e gli avvenimenti più importanti, quelli che “ah, se non ha messo quella scena non so che combino!”, ci sono tutti.
A conti fatti
Insomma, seppur si tratta di un’uscita commerciale fatta per cavalcare il successo del videogioco, alla fine il risultato è ottimo. Non è da prendere come un sostituto del videogioco, dato che non è canon, poco ma sicuro. Se vi approcciate per la prima volta alla storia potrete avere l’opportunità di scoprire l’inizio di un incredibile viaggio; se siete dei fan più accaniti invece il manga rappresenta senz’altro un modo per rivivere le avventure di Sora & Co in una maniera sicuramente diversa, ma altrettanto gradevole, sicuramente meno impegnativa e più chill.
All’estero la storia nel manga arriva fino al quarto arco narrativo, Kingdom Hearts 358/2 Days. In Italia invece sono stati pubblicati solo i due seguiti, Kingdom Hearts Chain Of Memories e Kingdom Hearts II, del quale la ristampa è stata ultimata proprio agli inizi del 2020. In Giappone e America è uscita anche una versione Final Mix che apporta alcune differenze, edizione che probabilmente non vedremo mai in Italia.
E voi, cosa ne pensate? Siete fan e lo avete già letto oppure non vi siete mai approcciati all’opera?
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