L’app “Immuni” negli ultimi giorni non ha avuto tutto questo successo, anzi è stata al centro di molte polemiche a livello nazionale.
Dubbi sulla tutela della privacy, la possibile obbligatorietà e il fatto che non sia open source sono solo alcuni dei problemi portati alla luce dalle proteste sui social. Nel dubbio, allora, i cittadini sono passati alla “concorrenza”: Sm-Covid-19. L’app “rivale” negli ultimi giorni ha raggiunto quote di download sorprendenti e, attualmente, continuano ad aumentare.
Cos’è Sm-Covid-19, l’alternativa a Immuni?
Sm-Covid-19 è un’applicazione per iOS e Android gratuita, made in Italy e già disponibile negli store degli smartphone. È sviluppata dalla software house SoftMining, esperta nell’utilizzo dell’AI nelle scienze biologiche, e funziona proprio come Immuni: raccoglie e gestisce i dati degli utenti relativi alla loro condizione di salute, assicurando già il rispetto della loro privacy.
Come spiegato nel video sottostante, al contatto ravvicinato con un altro individuo l’applicazione genererà un codice identificativo unico a entrambi e lo invierà all’altro dispositivo. In questo registrerà anche la durata dell’incontro e la distanza fra gli utenti. Come? Tramite Bluetooth Low Energy, Wi-Fi e GPS (solo se abilitato dall’utente). L’app resterà attiva monitorando tutti i codici registrati per avvertire il cittadino in caso di presunto contagio. Le scansioni verranno effettuate ogni 60 secondi, anche con l’app in background, e ogni ora la banca dati verrà inviata alle autorità sanitarie tramite server completamente sicuri. Questi dati rimarranno nel server per 21 giorni, per poi essere cancellati.
Sm-Covid-19 non permetterà all’utente di essere riconosciuto in qualche modo, proteggendo la sua identità. Ricordiamo però che l’app non è uno strumento diagnostico, avverte soltanto il cittadino in caso di possibile contagio. A quel punto sarà compito dell’individuo contattare le autorità sanitarie e seguire la procedura di sicurezza necessaria.
Perché allora si vuole usare Immuni?
Il progetto di SoftMining, come detto dal CEO Stefano Piotto, è stato realizzato in poche settimane di lavoro e reso disponibile a tutti immediatamente. L’obiettivo era quello di mettere a disposizione gratuitamente uno strumento essenziale data l’emergenza. Quando è giunta la chiamata dal ministero dell’Innovazione, SoftMining ha partecipato con Sm-Covid-19, precisando che avrebbero lavorato gratuitamente e donato il codice al Governo.
“Quando abbiamo compilato il modulo on line, è comparsa sul monitor la scritta ‘Grazie’. Da allora non abbiamo più avuto notizie sino a quando non hanno annunciato che aveva vinto il progetto di Bending Spoons. […] Non è importante chi produca l’app. L’importante è che funzioni bene, che venga scaricata dagli italiani, ovviamente sotto forma volontaria e, soprattutto, che sia interoperativa.“
Solo buoni propositi da parte della software house campana che comunque, ora come ora, sta riscuotendo molto più successo della futura app ufficiale.
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