Dr Commodore
LIVE

Arcade Story, la nostra intervista: un ritorno in sala giochi

La nostra intervista ad Arcade Story!

Non tutti avranno vissuto la meravigliosa epoca in cui le sale giochi fiorivano per tutta Italia, in cui l’insert coin era un vero e proprio stile di vita, in cui un cabinato poteva nascondere un gioco che avrebbe fatto poi la storia. Un periodo molto lontano da quello che oggi è il videogioco, ma che è stato fondamentale per la diffusione del medium nel nostro Paese ed in generale nel mondo. Senza i cabinati, probabilmente, i videogiochi non avrebbero infatti compiuto il percorso che li ha portati ad essere ciò che sono oggi. Nonostante ormai sembra che i cabinati arcade siano un vecchio ricordo, così non è. Arcade Story, un gruppo formato da appassionati dei tempi che furono, portano avanti da tempo un’opera di divulgazione riguardante proprio i vecchi arcade, essendo loro dotati di un gran numero di cabinati acquistati per pura e semplice passione.  Siamo riusciti ad intervistare il socio del fondatore di Arcade Story, Antonio Nati che da tempo porta avanti un vero e proprio emporio di cabinati di tutti i tipi. Ecco l’intervista!

Arcade Story

Quando è nata la passione per i Cabinati?

Questa passione non è mai sopita. Nel momento che mi sono accorto dell’esistenza di un mercato per i privati di vecchi arcade ho ripreso la passione che si era fermata quando uscirono le prime console che emulavano perfettamente i giochi da sala e quindi diventava superfluo recarsi in sala giochi.

 

Il tuo Cabinato preferito?

Quello che non ho. Purtroppo quando ci si ammala di questa passione si va sempre alla ricerca del gioco più raro, come fanno tutti i collezionisti degni di questo nome!

 

In quanti siete ad occuparvi di questo progetto?

Ad oggi a parte me ci sono, Michele che si occupa dei social, Andrea V. si occupa delle elettroniche e Andrea G. che si occupa del restauro dei mobili.

 

Se dovreste presentarvi a chi non vi conosce, cosa direste? Quali sono i vostri obiettivi?

La prima cosa in assoluto è la cultura arcade. Far emozionare le persone che come me hanno amato la sala giochi raccontando in più la storia che c’era dietro, gli aneddoti legati al periodo storico e qualche trucco.

Far tornare la voglia di giocare per passione e non per avere un ritorno economico come sta succedendo oggi. Poi le fiere, la vendita, le riparazioni che servono per finanziare i nuovi acquisti.

 

Quando avete iniziato il passo “divulgazione”?

Nel maggio del 2017, dopo aver letto il libro Codice Montemagno, dove incentivava le persone a prendere in mano la propria vita e fare ciò che rende davvero felici, ho preso la telecamera e ho fatto il mio primo video per YouTube su un gioco di olimpiadi famosissimo di cui avevo trovato il mobile originale in Inghilterra. Dopo averlo pubblicato ho ricevuto un sacco di complimenti che mi hanno dato il coraggio di buttarmi a capofitto in questa nuova esperienza.

 

Nella società odierna, come vengono visti i Cabinati?

Alcuni dicono che sono spazzatura inutile, altri invece hanno la lacrima nel rivedere il proprio gioco preferito. Quest’ultimi hanno cresciuto dei figli che hanno coltivato la passione dei retrogames e conoscono molto bene molti giochi del passato e vengono appositamente alle fiere per provarli dal vivo. Quelli che ci danno maggior soddisfazione sono i bambini perché sono sempre in prima fila per giocare a tutti i cabinati. Dovete pensare che dal 96, cioè quando crearono il MAME, il primo emulatore di videogiochi Arcade, questo mondo è sempre stato molto attivo in tutto il mondo.

Esistono centinaia di forum a tema e negozi on-line dove si trovano tutti i pezzi di ricambio dei modelli più importanti. Addirittura su E-Bay si trovano tutti i tipi di integrati da sostituire che oggi sono fuori commercio.

 

Come mai, secondo te, sono andati a “morire”?

Non incassavano più come le Slot Machines.

Alla fine degli anni 90 crearono dei giochi tipo slot che non dovevano dare vincite in denaro. I noleggiatori, per guadagnare di più, modificarono i giochi affinché diventassero d’azzardo. Pensate che un gioco poteva incassare mediamente 30 milioni di lire al mese e solo una piccola percentuale veniva usata per le vincite.

Nel duemila lo stato Italiano capì il problema e creò l’AAMS con lo scopo di tutelare i giocatori. Purtroppo molte società di slot oggi sono in mano a persone legate alla politica per quello non esiste un contrasto a questo cancro che oltre che distruggere la passione per il gioco annienta le persone.

Conoscevate Arcade Story? Cosa pensate dei cabinati? Fatecelo sapere con un commento! Eccovi inoltre il link alla pagina Facebook di Arcade Story, che potrete trovare cliccando qui!

Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su FacebookInstagramTelegramYouTubeDiscordSteam e Twitch.

Articoli correlati

Dr Commodore

Dr Commodore

Sono Dr Commodore, servono altre presentazioni?

Condividi