Dr Commodore
LIVE

Fate/Grand Order Ep.18-19 – La battaglia contro Tiamat

Siamo sempre più vicini al gran finale. Questa consapevolezza viene scandita, ricordata prepotentemente allo spettatore dalla frase di Kingu con la quale si apre l’episodio 18.

“Questa sarà sicuramente l’ultima notte.”

Fate/Grand Order: Zettai Majuu Sensen Babylonia si avvia verso la conclusione.

L’episodio scorso ci ha lasciato con un barlume di speranza per la vittoria di Chaldea. In questo episodio questo piccolo fuocherello viene trasformato in un vero e proprio incendio dalle parole che re Gilgamesh rivolge a Mash e Fujimaru.

Sebbene siamo morti molti dei suoi sudditi e ne siano rimasti “solo” cinquecento, infatti, il re non prova rammarico. Non è triste, anzi, è felice perché sono rimasti ben cinquecento sudditi di Uruk e non solo lui. È un gran successo, dal suo punto di vista.

Gilgamesh si mostra ancora una volta un sovrano saggio, empatico e capace di rafforzare gli animi dei sottoposti, come dimostrerà ancora durante questo episodio.

Con un rinnovato ottimismo, Fujimaru e Mash trascorrono la loro ultima notte ad Uruk: l’ultima notte prima della fine.

Mentre i due salutano i servant che li hanno accompagnati durante il loro viaggio, Gilgamesh si confronta con Kingu.

Kingu e Gilgamesh

Gilgamesh e il falso Enkidu sono due poli attorno ai quali ruotano le vicende.

Nell’episodio 18 di Fate/Grand Order assistiamo finalmente ad un confronto diretto fra loro.

Abbiamo lasciato Kingu al culmine della disperazione, confuso e perso di fronte ad una realtà e a un io che non riesce più a comprendere.

Ha perso di vista i propri obiettivi, il significato stesso della sua esistenza e vaga, perduto, chiedendosi che fare ora che Tiamat lo ha rigettato. D’altra parte, col sacrificio di Siduri, Kingu ha compreso che forse il suo posto non è a fianco della Beast. Che non è contro l’umanità che dovrebbe combattere fino alla fine.

Questi dubbi raggiungono il culmine proprio col breve dialogo che hanno i due amici sul tetto della ziggurat.

Ha ormai capito di non essere né Enkidu né il vero figlio di Tiamat, e il fatto che Gilgamesh continui a non respingerlo e anzi cerchi di proteggerlo gli provoca solo altra confusione. Dopotutto, se lui non è l’Enkidu che conosce, perché dovrebbe proteggerlo? Perché dovrebbe privilegiare una semplice bambola?

A quelle parole, il re di Uruk risponde che non importa chi sia: possiede il corpo di Enkidu e ne è il successore, tanto gli basta per considerarlo degno di protezione e di amicizia.

Screenshot 2020 03 31 00.41.10

Percepiamo, in questo dialogo, tutto il rammarico di Gilgamesh nel vedere la sofferenza dell’amico, tuttavia a differenza di Kingu non si scompone e si erge freddamente di fronte a lui. Ormai i dubbi non hanno alcuna importanza, ancora meno senso avrebbe cedere alla disperazione: il mondo sta finendo in ogni caso.

Tormentarsi sulla propria identità sarebbe inutile. Indipendentemente da tutto, il corpo di Kingu è e resta l’unica catena degli dei, plasmata da questi per combattere contro i nemici dell’umanità.

L’unico desiderio del re per il proprio amico è che lui sia libero. Non gli importa di combattere ancora al suo fianco, solo che riesca a vivere almeno un giorno come preferisce e non come gli altri gli dicono di fare.

Mentre Gilgamesh sottolinea l’importanza della libertà, il falso Lancer non riesce ancora a credere alle sue parole, rimanendo incatenato, imprigionato in una gabbia che lui stesso ha eretto.

Lo lasciamo esattamente come l’abbiamo trovato; perso e confuso, sussurra a se stesso che ormai è troppo tardi per essere libero.

Il discorso del Re

Il momento della strategia e dell’azione viene momentaneamente interrotto da un discorso di Re Gilgamesh.

Subito prima della battaglia, infatti, si rivolge ai 500 uomini rimasti in vita ad Uruk. Tutti sapevano che Uruk sarebbe caduta, che la fine sarebbe arrivata senza possibilità di evitarla. Eppure hanno accettato di continuare a combattere.

Gilgamesh, da capo esemplare e saggio, esorta i sumeri rimasti a donare ancora una volta anima e corpo per il loro re e la loro cultura. Se anche un uomo solo potrà vedere l’alba di un nuovo giorno, dice, la loro battaglia non sarà stata vana. E se anche nessuno dovesse rimanere, Uruk vivrà finché qualcuno si ricorderà della loro cultura, della loro arte e dei loro stili di vita.

La morte non è importante. Ciò che importa è che ciascuno di loro lascerà la propria volontà al futuro, dedicando la battaglia ad esso, perché è proprio sulle spalle di esso che giace la sopravvivenza della civiltà sumera.

Screenshot 2020 03 28 23.52.31

Ad ascoltare il discorso del sovrano, nascosto fra la folla, è presente anche Kingu.

Un deludente ritorno?

Basta parlare: ora è il momento di trovare un modo per rallentare l’avanzata di Tiamat.

Quetz propone di fare da esca per guadagnare tempo e permettere ad Ereshkigal di finire di preparare il passaggio per far sprofondare Uruk negli inferi. La sua Arma Nobile, infatti, è in grado di spazzare via il fango nero presente ai piedi di Tiamat, così da rallentarne l’avanzata.

Avvicinarsi alla Bestia tuttavia non è facile come sembra. Il gruppo infatti è ostacolato dai Lahmu, ora tutti in possesso dell’abilità di volare, e da… Ushiwakamaru, che fa la sua seconda apparizione come servant corrotto.

FgoBab 18 3

L’apparizione di Ushiwakamaru è probabilmente l’elemento più debole e deludente delle ultime puntate.

Già nello scorso episodio la sua apparizione era stata breve e quasi insignificante. Anche qui, lo screen-time a lei concesso è veramente poco. Pochi minuti nei quali si scontra con un altro personaggio che ha ricevuto la stessa poca attenzione, ingiustamente.

Benkei, che qui dimostra tutto il suo coraggio e devozione per Ushiwakamaru, riappare sul campo di battaglia dopo essere fuggito nella scorsa battaglia contro Gorgon. Stavolta non ha intenzione di fuggire: si prenderà lui la responsabilità di fermare Ushiwaka.

Nel mobile di Fate/Grand Order queste scene avevano un forte impatto nei confronti del lettore. Vista l’importanza che era stata data nei primi episodi dell’adattamento ad Ushiwakamaru e alla sua amicizia con Fujimaru, pensavo che il suo ritorno come servant corrotto sarebbe stato gestito meglio nel finale.

Contrariamente alle mie aspettative, gli sceneggiatori sembrano avere dimenticato il personaggio di Ushiwaka. Benkei, poi, era stato dimenticato anche prima, relegato ad una semplice comparsa anche nei primi episodi.

È un peccato, considerata l’importanza che invece hanno le vicende di Ushiwakamaru nella controparte mobile della Singolarità.

Le armi segrete di Quetzcoatl

La battaglia continua. Ushiwakamaru viene immobilizzata da Benkei e travolta nell’esplosione causata da Quetzcoatl.

Quetz ha infatti rilasciato la sua arma nobile, Piedra del Sol.

Screenshot 2020 03 31 00.41.17

L’obiettivo della dea maya non era sconfiggere Tiamat, ma rallentare la sua avanzata. Tuttavia, nonostante il piano sembri inizialmente riuscito, la squadra apprende con orrore che la Bestia ha imparato a sollevarsi da terra. Pertanto, la lava creata da Piedra del Sol è praticamente inutile.

A quel punto Quetzcoatl decide di usare la sua arma segreta. L’ultima arma nobile, la sola cosa che ritiene essere in grado di fermare l’avanzata di Tiamat: Xiuhcoatl.

Anche in questo caso, le animazioni e le formule sono identiche a quelle del mobile di Fate/Grand Order. Le animazioni di questa serie continuano a migliorare di episodio in episodio e il 18 in particolare raggiunge un picco sul finale.

La battaglia di Quetz, così come quella ad Uruk che seguirà, sono fra le meglio realizzate dell’adattamento.

Niente sembra avere effetto contro Tiamat, che nonostante il colpo ricevuto da Quetz sembra illesa.

A quel punto in soccorso della squadra arriva… Gorgon!

Un nuovo alleato?

Il ritorno di Gorgon è abbastanza breve, ma sicuramente riesce a colpire gli spettatori meglio di quanto è riuscito a fare l’addio di Ushiwakamaru.

Scopriamo infatti che ad essere tornata in soccorso dei protagonisti non è Gorgon, bensì Ana, con le sembianze della Avenger.

Né Fujimaru né Ana, comunque, dicono nulla, lasciando tutto sospeso, pieno di cose non dette.

Screenshot 2020 03 29 03.33.28

Ana preferisce non dire nulla a Fujimaru per non ferirlo. Il Master, d’altra parte, ha compreso che quella Gorgon non è quella da loro affrontata fino a quel momento, ma non dice nulla per rispettare i suoi desideri.

Ancora una volta, però, la serie è frettolosa e il ritorno, gestito fin troppo velocemente, lascia spiazzati e confusi gli spettatori che non hanno giocato alla versione per telefono di Fate/Grand Order.

La battaglia di Uruk

L’avanzata di Tiamat è impossibile da fermare ed infine la Bestia riesce ad arrivare ad Uruk, già distrutta dall’attacco dei Lahmu.

Re Gilgamesh è l’unico superstite. E non ha intenzione di arrendersi tanto facilmente!

All’arrivo di Tiamat, infatti, Gilgamesh sfodera tutte le sue armi e rivolge alla Bestia un attacco totale con tutto il suo potere magico. Il sovrano non si fa neppure fermare da una ferita mortale che riceve per proteggere Fujimaru: è pronto a dare il tutto per tutto, ogni singola goccia della propria vita per difendere Uruk.

Uruk può ancora combattere, non è ancora detta l’ultima parola.

Con un breve discorso di incoraggiamento che richiama quello fatto nel precedente episodio, Gilgamesh incoraggia Fujimaru e Mash a continuare a combattere: Uruk è ancora in piedi, è ancora forte.

La risoluzione del tormento

Ad aiutare Gilgamesh a difendere Uruk arriva anche Kingu.

Il falso Enkidu ha finalmente capito qual è il suo posto e al fianco di chi dovrebbe combattere. Non gli importa più di essere un falso, perché Gilgamesh stesso ha detto che non ha la minima importanza.

Essere una marionetta è irrilevante, ciò che conta davvero è che Kingu riesca, almeno alla fine della sua vita, a battersi per qualcosa in cui crede veramente, per qualcuno che davvero desidera proteggere.

Kingu decide di cedere completamente al desiderio che sentiva già da tempo. Voleva rivedere Gil, parlargli e combattere ancora una volta al suo fianco. Con un breve dialogo che recupera quello già fatto dal Lancer al termine dell’episodio quattro di Fate/Grand Order, si conclude la storia di Kingu.

Non sta più respingendo ciò che desidera, né sta cercando di vivere per soddisfare gli ordini di qualcuno o per essere il perfetto figlio di Tiamat. Adesso sta inseguendo i suoi desideri, la sua stessa indole e quella di Enkidu, che ha sempre negato di avere ereditato.

Screenshot 2020 03 31 00.51.43

Alla fine, riesce ad ammettere di nato per camminare al fianco degli esseri umani e per tutelare il mondo, non per distruggerlo.

Ora, con la stessa forza con la quale scaglia Enuma Elish contro Tiamat, Kingu corre verso il proprio desiderio, respingendo quella parte di sé che pensava di non poterlo mai raggiungere. Sta finalmente abbracciando il libero arbitrio, inseguendo il quale Gilgamesh ed Enkidu avevano vissuto.

Le Catene di Kingu bloccano Tiamat il tempo necessario affinché il passaggio per l’Aldilà sia pronto. Tiamat precipita, seguita dai superstiti di Uruk, nell’unico campo di battaglia dove sarà possibile sconfiggerla.

L’inizio della battaglia nell’Aldilà

Neanche l’Aldilà stesso sembra essere in grado di fermare Tiamat.

La dea, infatti, non appena precipita inizia a ricoprirsi di fango in modo da schermarsi e mantenere il suo potere anche in quel luogo. Il fango costituisce un pericolo anche per Eresh, Fujimaru e Mash: se verranno colpiti, i servant verranno corrotti e il master sarà annientato. Ogni possibilità di ripristinare il principio antropocentrico svanirà con lui.

Proprio quando tutto sembra finito, la squadra viene salvata da un altro ritorno inaspettato.

Il fango si trasforma in fiori. A soccorrere il gruppo è… Merlino!

Stavolta non si tratta di un’evocazione, come quello apparso nei precedenti episodi di Fate/Grand Order. Questo è il vero Merlino, in carne ed ossa, corso da Avalon fino ad Uruk e lanciatosi nell’Aldilà per aiutare l’umanità nella battaglia finale.

Oltre a Merlino, giunge anche un altro alleato inaspettato. La presenza della Beast II a minacciare il futuro dell’umanità ha infatti reso possibile l’evocazione di un Grand: il Grand Assassin, King Hassan.

Così, questa singolarità di Fate/Grand Order, pone le basi per il gran finale.

x06 Grand Assassin Hassan

 

Potete trovare a questi link i focus sui precedenti episodi di Fate/Grand Order: Zettai Majuu Sensen Babylonia:

  1. Fate/Grand Order – Initium Iter Episodio 0
  2. 1
  3. 2-3
  4. 4-5
  5. 6-7-8
  6. 9-10-11
  7. 12-13-14
  8. 15-16-17

 

Per rimanere informati sul mondo nerd, continuate a seguirci sul nostro sito DrCommodore.it e su FacebookInstagramTelegramYouTubeDiscordSteam e Twitch.

Inoltre seguite Anime e Manga ITA sui loro social e sul canale Youtube!

Articoli correlati

Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

Condividi