È di questi giorni la notizia, o meglio il leak poi ufficializzato, del lancio di Modern Warfare 2 Remastered su PC e console anche se solo della campagna singleplayer, al modico prezzo di 25 euro. Un fulmine a ciel sereno che ha fatto piacere a una parte dei fan del franchise, mentre ne ha delusa un’altra. Perché? Beh, perché il “popolo” acclama anche il lato multiplayer del secondo titolo di Infinity Ward, considerato uno dei migliori (se non il migliore) tra tutti i Call of Duty.
Pochi però si sono soffermati sull’importanza di questa remastered. Riproporla in una “salsa grafica” aggiornata è la scelta migliore in questo periodo, e forse anche per Activision in generale. La trilogia di Price e Soap infatti non solo è la campagna più giocata tra tutti i COD, ma anche quella oggettivamente migliore di tutte. Andiamo a vedere perché.
Disclaimer: i dettagli relativi alla trama saranno solo quelli essenziali, per evitare eventuali spoiler e permettervi di giocare la campagna integralmente. Alcuni nomi e alcuni dati importanti verranno omessi per permettervi di godervela da cima a fondo, in ogni sua sorpresa.
“Piccole” precisazioni
Call of Duty: Black Ops, il COD migliore di tutti?
Molto probabilmente appena avete letto la frase precedente vi sarete chiesti: “Ma come, ma che diavolo dice?! Non è Call of Duty: Black Ops quello con la campagna migliore di tutte?”. Non posso che essere d’accordo con voi, come la maggior parte della critica e dei giocatori, del resto. Il primo capitolo pubblicato da Treyarch dopo World at War ha ripreso dei dettagli della campagna di quest’ultimo e ha sviluppato una trama estremamente interessante nel successivo titolo del 2010.
Black Ops, per chi non lo sapesse, è ambientato negli anni ’60, dunque in piena Guerra Fredda. La storia narra le vicende di Alex Mason, Woods e Bowman, tre agenti della CIA incaricati dell’assassinio di Fidel Castro durante lo sbarco nella Baia dei Porci, missione fondamentale nel tentativo di minare l’alleanza tra Cuba e URSS. La vicenda si concluderà con la scoperta da parte di Mason, il protagonista, che il Castro ucciso era un sosia.
Egli verrà catturato dal vero Fidel, che lo consegnerà ai russi per poi venire rinchiuso nel gulag di Vorkuta, dal quale riuscirà a evadere assieme a Reznov (uno dei personaggi più importanti di World at War) in una delle missioni più iconiche dell’intero gioco. Da qui Mason cercherà vendetta, dopo essersi riunito con Woods a Bowman, seguendo gli ordini di John F. Kennedy in persona, in un susseguirsi di vicende enigmatiche e operazioni segrete (appunto, black ops) che caratterizzeranno l’intera storia.
Il successo della campagna, ma anche (soprattutto) del multiplayer…
La campagna ebbe un successo impressionante e il 27,9% dei giocatori di COD: Black Ops su Xbox la finì, assieme al 42,1% dei giocatori su Steam. Il primo capitolo della nuova saga marchiata Treyarch riuscì anche nel lato multiplayer mantenendo uno stile pulito, non troppo complesso e comunque competitivo. I fan si legarono molto velocemente al gioco e questo fu un grande punto a favore soprattutto se paragonato a Modern Warfare 3, capitolo di Infinity Ward e Sledgehammer uscito l’anno successivo e tristemente noto per le lobby hackerate, la notevole quantità di VAC ban su Steam e la mancanza di innovazione rispetto a Modern Warfare 2.
Nel comparto multiplayer però figurava una delle modalità al tempo più uniche e ancora oggi giocate: COD Zombies. Nata con World at War nella storica mappa Nacht der Untoten, con Black Ops divenne un classico fin troppo riconosciuto, forse addirittura il vero motivo che portò così tanti utenti ad acquistare il gioco. Inoltre, Zombies portò una storia a sé stante sviluppandola tramite vari easter eggs ed elementi sparsi per le mappe. Insomma, il capitolo non solo portava una campagna principale per giocatori singoli, ma anche una “seconda campagna multiplayer” unica nel suo genere. Per questo Black Ops dal 2010 ancora oggi si pavoneggia del suo meritatissimo “premio” di Miglior Call of Duty, conferitogli dalla critica e dai fan.
…fino a Black Ops 2 e 3
Il problema sta nei seguiti. Black Ops 2 cercò di sviluppare la trama riprendendo i personaggi del capitolo precedente, ma l’ambientazione futuristica del 2025 iniziò a non convincere parte dei fan che, comunque legati a Mason e Woods, finirono la campagna con qualche insoddisfazione. Da un’indagine condotta da Ars Technica nel 2018 risulta un calo del 10% nei giocatori che hanno concluso la storia singleplayer su Steam, mentre su Xbox si segnala un calo dell’1,2%. Ciò che rese il titolo Treyarch famoso fu nuovamente il multiplayer tra il lato “classico”, estremamente competitivo e molto apprezzato, e le iconiche mappe Zombies come TranZit, Die Rise, Buried e Origins che riuscirono nel fornire ulteriori elementi alla grande e complessa storia di Richtofen & Co.
Black Ops 3 fu il vero flop per il singleplayer, concluso solamente dall’8,1% dei giocatori su console e dal 9% di quelli su PC. Un dato che conferma la mancanza di interesse per una campagna ambientata in ambienti futuristici: questa volta infatti ci si trova nel 2065 e la tecnologia bellica si è sviluppata notevolmente. Tra droni, esoscheletri e robot giganti, dei vecchi Black Ops non sono neanche rimasti i personaggi originali e si segue solo il tema delle “operazioni segrete” che ha dato nome alla serie. Dunque, anche in questo caso è il multiplayer a confermarsi il cavallo di battaglia di Treyarch, con un successo notevole nello stile classico e ancora più impressionante per la campagna Zombies che, grazie anche al DLC Zombie Chronicles e alla possibilità di scaricare mappe personalizzate, garantisce una rigiocabilità senza precedenti.
E Black Ops 4? Neanche ha il singleplayer, quindi figuriamoci.
Il verdetto: la serie Black Ops non è la migliore nel singleplayer
Dai dati risulta chiaro: l’unico capitolo della serie che risulta avere una campagna di successo è il primo. Quelli restanti per fortuna non rovineranno la sua bellezza, lasciandolo nuotare nel mare di complimenti decisamente meritato. Nell’insieme però la “trilogia” deluderà i giocatori, permettendo a quella di Modern Warfare di “vincere” il premio di Miglior saga singleplayer del franchise.
Call of Duty 4: Modern Warfare, è ora di conoscere Price e Soap
Rilasciato nel 2007 da Infinity Ward, COD4: Modern Warfare è il primo tentativo di completo distacco dagli ambienti classici della Seconda Guerra Mondiale. Il titolo è infatti estremamente moderno, essendo la campagna ambientata nel 2011.
La storia si basa e focalizza sulla voglia di potere di un leader ultranazionalista, Imran Zakhaev, il quale deciderà di uccidere in diretta televisiva con un’esecuzione pubblica il presidente di un paese del Medio Oriente con l’obiettivo di innescare una guerra civile in Russia. Il conflitto lo vedremo tramite gli occhi di un marine del FORECON, Paul Jackson, e quelli della recluta SAS (British Special Air Service) John “Soap” MacTavish, sotto il comando di Captain Price che, in alcune missioni particolari, impersoneremo. Assieme a Lt. Vasquez, Griggs, Gaz, Nikolai e Kamarov, le due squadre agiranno su due fronti per evitare l’escalation del conflitto, cercando in primis l’alleato di Zakhaev, Khlaed Al-Asad, per interrogarlo, e poi riunendosi alle forze russe guidate da Kamarov per inseguire il villain ultranazionalista.
La campagna vedrà missioni iconiche come il flashback di Price e MacMillan a Pripyat nel 1996, dove il giovane capitano e il suo mentore cercheranno di intercettare Zakhaev in una black operation poi rivelatasi fallimentare. O ancora, le operazioni in bianco e nero a bordo dell’AC-130, inseguimenti estremamente dinamici a bordo di camion militari e catastrofi belliche che sconvolgeranno l’intera vicenda. Fino alla fine il giocatore resterà col fiato sospeso, legandosi ai personaggi principali e soffrendo con loro nei momenti più difficili. Le incognite finali, poi, lasceranno quella fame di sequel che poi porterà al successo dell’intera serie.
L’inizio di un successo unico
L’intensità e l’immersione nella storia di Soap e Price, dalla prima all’ultima missione, saranno gli elementi che sorprenderanno più di tutti la critica che, nel 2007, non si aspettava un gioco simile dal franchise di Call of Duty. Infinity Ward, anche grazie al motore grafico IW 3.0, riuscì nel tentativo di lanciare una nuova esperienza completamente diversa rispetto ai titoli precedenti, soprattutto grazie a uno storytelling mai visto prima nella storia dei titoli bellici Activision. Finora infatti ci si limitava a ripercorrere eventi storici come lo sbarco in Normandia o la caduta di Stalingrado, seguita dalla rinascita sovietica e la sconfitta nazista. Con COD4 l’azzardo sul lato singleplayer, accompagnato da un comparto multiplayer molto competitivo che secondo la critica aveva determinato nuovi standard nel settore, si rivelò vincente.
Purtroppo, lo studio di Ars Technica si limita ai dati relativi a Xbox, dato che non ci sono gli Steam Achievements su COD4, ma già da essi si nota che il 37,7% dei giocatori giocò la campagna da cima a fondo. Una percentuale di dieci punti superiore rispetto al futuro Black Ops, chiaro sintomo di un successo già alla partenza del titolo marchiato Infinity Ward.
Call of Duty: Modern Warfare 2, l’apice della trilogia
Passati due anni dal lancio del primo capitolo, Infinity Ward decise di pubblicare il secondo. Il sequel viene considerato ancora oggi uno dei migliori Call of Duty per il suo multiplayer, comunque non molto differente dal capitolo precedente, e questo contribuì notevolmente al suo successo, ma non siamo qui per parlare di questo. Per la critica, infatti, il singleplayer si confermò “profondo e ricco di colpi di scena, come una corsa sulle montagne russe”. E per chi lo ha giocato sa già di cosa stiamo parlando.
Per chi invece non lo avesse nemmeno provato, ecco un’infarinatura importante in vista anche della nuova edizione Remastered. La storia questa volta permette al giocatore di vivere l’esperienza da ben quattro punti di vista diversi: quello di Gary “Roach” Sanderson, protagonista e membro della Task Force 141, unità élite con i migliori agenti speciali al mondo; Joseph Allen, militare in Afghanistan poi inviato dal Generale Shepherd alla Task Force 141 per un’operazione segreta; James Ramirez, recluta americana del 75th Ranger Regiment; Soap, che già conosciamo e che ora guida la Task Force 141; e un astronauta che ci permetterà una breve parentesi (soltanto visiva) spaziale per assistere alla catastrofe in America.
La vicenda riparte dalla fine di COD4, dove infine non si riuscì nel tentativo di prevenire la guerra nucleare tra gli ultranazionalisti, che prenderanno il controllo della Federazione Russa, e gli Stati Uniti. Guidati dalle direttive del Generale Shepherd, i membri della nostra cara Task Force, accompagnati da Simon “Ghost” Riley, e i soldati americani in Afghanistan e a Washington D.C. cercheranno di respingere l’offensiva delle forze russe guidate da Vladimir Makarov e delle insurrezioni locali con missioni anche mirate e sotto copertura tra Russia e USA.
Tra missioni iconiche e colpi di scena
Tutto ciò avviene tra missioni ricordate da tutti anche per le varie controversie a esse legate, come la celebre No Russian. Il gulag che vedete su Warzone, ispirato tra l’altro dal film The Rock, ha esordito proprio su Modern Warfare 2. O ancora, ci si ricorda vivamente il primo inseguimento in motoslitta o quello in gommone tra le cascate. Tutta la campagna è caratterizzata da momenti, twist e cliffhangers degni di un film. Lo storytelling, ancora, ha un successo senza precedenti che consacra la saga di Infinity Ward, rendendo Modern Warfare 2 forse l’episodio più riuscito della trilogia, sia nel singleplayer che nel multiplayer, anche se non il più importante tecnicamente parlando dato che COD4 è stata la vera rivoluzione.
I giocatori continueranno la storia dei loro beniamini, conosciuti nel primo capitolo, e incontreranno nuovi colleghi con i quali condivideranno operazioni speciali fino all’ultimo respiro. Con la missione finale, poi, la voglia di vendetta giungerà a una fine momentanea che lascerà spazio alle speculazioni per un terzo capitolo. I dati riportano un 52,3% di campagne concluse dai giocatori PC, e un 36,5% su Xbox che cala dell’1,2%. Una diminuzione nettamente inferiore a quella tra BO1 e BO2, segno di un maggior successo.
I motivi commerciali dietro il lancio di Modern Warfare 2 Remastered
Pochi si concentrano sull’importanza di questo ultimo release da parte di Activision, soprattutto dal punto di vista commerciale. Il reboot di Modern Warfare del 2019 e la modalità battle royale chiamata Warzone hanno avuto parecchio successo non solo perché un BR marchiato Call of Duty lo volevano molti fan della “nuova guardia”, ma anche perché Modern Warfare ha riportato in auge una guerra “non troppo moderna” che non si vedeva da troppo tempo, risanando il lato multiplayer con nuove meccaniche e modalità apprezzate dai fan.
Il lato multiplayer, quindi, ora è una macchina non dall’output perfetto, ma perfettamente funzionante. Non serve quindi (per adesso) riportare anche il multigiocatore di MW2 nell’edizione remastered poiché dividerebbe ulteriormente l’utenza tra troppi giochi, causando molto probabilmente delle perdite o un insuccesso di almeno una delle tre versioni. In un futuro, magari – e si spera – con un aggiornamento gratuito, reintrodurranno il famosissimo multiplayer di MW2 quando noteranno un calo negli altri “due titoli” che ora guidano il franchise, ovvero Modern Warfare e Warzone. Il prezzo di 25 euro forse non permette di giustificare il tutto, ma è un’ottima mossa per l’azienda che, onestamente, si sta perdendo in un mare di “già visto” senza innovarsi davvero. Questa però è un’altra storia.
Call of Duty: Modern Warfare 3, la fine (non perfetta)
Veniamo all’anello debole della trilogia, ovvero Modern Warfare 3, uscito nel 2011 e sviluppato stavolta da Infinity Ward e Sledgehammer Games. Il videogioco finale della serie viene spesso considerato come la sua “pecora nera”, soprattutto a causa di un multiplayer di qualità inferiore rispetto a MW2 e dominato da lobby hackerate e cheaters di vario genere, specialmente su PC. La campagna però ha allo stesso modo i suoi alti e bassi e non tutti i fan sono stati accontentati. Rispetto a MW1 e MW2 infatti non mostra innovazioni di vario tipo, anzi riprende gli elementi migliori dei primi due per cercare di farne un terzo “tanto per finire la storia”.
Quest’ultima riparte ancora una volta, e coerentemente, dagli ultimi avvenimenti legati alla Task Force 141, direttamente pochi giorni dopo le vicende di MW2. Nel corso della campagna il giocatore principalmente vivrà per gli occhi di Yuri, un ex membro della Spetznaz che si unisce alla Task Force 141 per sconfiggere Makarov, il caro nemico che ancora destabilizza l’equilibrio mondiale. Oltre a lui saranno giocabili Derek “Frost” Westbrook, il Sgt. Marcus Burns, l’agente russo Andrei Harkov e altri personaggi dei capitoli precedenti. Tra gli NPC invece ci saranno Sandman, Truck e Grinch, compagni di Frost impegnati nell’offensiva europea, e si vedrà il ritorno di un vecchio amico del passato, MacMillan.
Makarov, inseguito dalla Task Force, riuscirà comunque a guidare l’offensiva russa in Europa prima rapendo il Presidente russo, Boris Vorshevsky, il quale doveva firmare un trattato di pace con gli USA, e poi sfruttando armi chimiche non convenzionali a Londra, coordinando anche un attacco a Parigi. La storia alla fine sarà una caccia all’uomo fino all’ultimo secondo, con alcuni colpi di scena che hanno veramente sconvolto tutta la fanbase. Insomma, è di nuovo lo storytelling l’arma più forte del lato singleplayer.
La conclusione-consacrazione della trilogia
Infinity Ward, nonostante i difetti del terzo capitolo, è riuscita a concludere la narrazione tra momenti topici e plot twist che permettono di comprenderla completamente. L’elemento più interessante e curioso, che conferma anche la nostra tesi di partenza, è la quantità di giocatori che l’hanno finita. Infatti, risulta che su PC sia stato il 53,3% dei giocatori a giocarla integralmente, dunque un aumento dell’1% rispetto a MW2. La vera botta arriva nelle console, dove si registra un calo del 2,8% rispetto al capitolo precedente. Ricordiamo, però, che tra BO2 e BO3 il calo è del 18,6% su console e del 23% su PC, segno di un quasi completo disinteresse per la campagna di Treyarch.
I numeri fanno capire quanto sia stata importante la modalità singleplayer rispetto al multiplayer durante tutta la trilogia. La qualità di Modern Warfare 3 è sì inferiore a quella dei predecessori, ma ciò non comporta il rifiuto verso il completamento della vicenda di Price, Soap, Ghost, etc. Anzi, è proprio in Modern Warfare 3 che si vede l’amore dei fan verso quei personaggi. Un legame formatosi con loro nella vita e nella morte, dal primo addestramento all’ultimo sigaro.
Call of Duty: Modern Warfare (2019), il ritorno del capitano
E vi dirò di più! Da cosa è dato il successo del reboot della saga, sempre di casa Infinity Ward? Quando venne annunciato l’interesse ricadeva su due aspetti. Primo, il realismo del titolo nella sua narrazione, grazie anche al nuovissimo motore grafico e alle nuove meccaniche di gioco. Secondo, il ritorno di Captain Price.
Quest’ultimo elemento, come potete vedere dalle reazioni dei fan al finale di Modern Warfare (2019), ha riportato i fan a 12 anni fa. È l’elemento nostalgia nei confronti della loro storia che ha reso il titolo ancor più vincente, nonostante le recensioni non estremamente positive. Questo anche a causa dei temi molto più scioccanti, trattati soprattutto nella missione Clean House.
https://www.youtube.com/watch?v=qJ0OYZ2y69g
L’inarrivabile amore per Modern Warfare
Sono tutti questi fattori che mi portano a dire infine che Modern Warfare è la serie migliore, nella campagna singleplayer, tra le due del franchise di Call of Duty. Per quanto, come abbiamo detto, Black Ops sia il miglior titolo tra tutti poiché eccelle in ogni settore, i tre episodi di Infinity Ward risultano inarrivabili nel loro insieme.
La narrazione si avvia e si conclude coerentemente, senza abbandonare i protagonisti del primo episodio. E in tutto questo ne introduce comunque di nuovi, tutti fondamentali nella comprensione delle vicende nel loro susseguirsi. Ci sono cliffhangers, tantissime domande e momenti clou ricordati da tutti. Non manca niente e chi lo ha giocato lo sa. Modern Warfare forse è stata l’ultima dimostrazione di amore verso lo storytelling da parte di Activision. Dopo di essa, a partire da Black Ops 3 in poi, ogni nuova iterazione di Call of Duty è stata caratterizzata da microtransazioni e multiplayer, cedendo alle meccaniche del mercato videoludico attuale.
E forse per questo la trilogia originale di Modern Warfare resterà un dolce ricordo prima del crollo.
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