Se pensate che Fate/Grand Order: Zettai Majuu Sensen Babylonia possa darvi un attimo di respiro dopo tutti gli avvenimenti degli episodi scorsi, sbagliate.
L’episodio 15 infatti è ancora più concitato del precedente e nei primi minuti si consuma la battaglia contro Gorgon. Abbastanza breve, devo dirlo. Pensavo sarebbe durata di più, e che soprattutto avrebbero dedicato più spazio ai pensieri di Ana. Ma dal momento che l’episodio 14 aveva la ragazzina come protagonista assoluta, direi che possiamo perdonare la rapidità con cui si conclude lo scontro.
Salutiamo quindi Ana, che dice addio al resto del gruppo e accetta di trascinare con sé la versione futura, rivolgendole la stessa gentilezza che ha ricevuto dagli abitanti di Uruk e salvandola dal suo cammino pieno di odio e risentimento. La porterà via con sé, dice, così che non debba più lacerare la propria anima e gettare fango sul proprio sogno ormai dimenticato.
Con la dipartita di Gorgon scopriamo due cose fondamentali.
Innanzitutto no, le battaglie di Fujimaru non sono finite; infatti contrariamente a quanto pensavamo il Graal è in possesso di Kingu e non dell’Avenger, come credevamo. In secondo luogo, la sconfitta di Gorgon non ha portato alla restaurazione della Singolarità. Ha invece risvegliato Tiamat, madre di tutte le divinità e degli uomini nella tradizione babilonese e una delle sette Bestie che minacciano l’umanità, create dai peccati stessi degli uomini.
Tiamat era dormiente, rinchiusa in una gabbia di sogni e collegata direttamente a Gorgon: la sconfitta di quest’ultima ha provocato il suo risveglio.
Oltre ad Ana e Gorgon un’altra vittima illustre di questo episodio è Merlino, attirato in una trappola da Kingu. Il mago dei fiori lascia un ultimo messaggio per re Gilgamesh prima di scomparire: Tiamat si è svegliata, e presto inizierà a muoversi verso Uruk.
La nuova generazione di esseri umani
Tiamat non è la sola minaccia adesso.
Dal fango che si sviluppa ai suoi piedi, lungo tutto il Golfo Persico, stanno iniziando a nascere delle creature.
I Lahmu, la progenie di Tiamat: una nuova generazione di esseri umani, modellata a somiglianza di Kingu.
I Lahmu hanno invaso Uruk e iniziato ad uccidere senza pietà i suoi abitanti, mostrando un divertimento anormale ed un inquietante sorriso durante il massacro. Dotati di parola e di intelletto, sono una minaccia molto più grande delle Bestie Demoniache che Fujimaru e Mash hanno affrontato fino ad ora.
Queste ultime non erano intelligenti, mentre i Lahmu sono astuti, scaltri e ciascuno di loro è forte quanto centinaia di bestie.
Le brutte notizie non vengono mai da sole: Siduri è stata catturata dai Lahmu mentre cercava di proteggere la popolazione e portata ad Eridu come ostaggio. Tutto il resto passa quindi in secondo piano, e il gruppo si dirige alla città per salvare Siduri e quel che resta della popolazione rapita.
Molto toccante anche la breve scena che segna la separazione fra Gilgamesh e Siduri. Riusciamo a vedere un Gilgamesh del tutto nuovo, realmente interessato e preoccupato per le sorti della donna, fino al punto di cercare di impedirle di andare.
Con un sorriso sereno e sincero, Siduri saluta il re, consapevole che non si sarebbero mai più rivisti, come se stesse salutando anche noi spettatori.
Come ho già detto, rimpiango il poco spazio che Siduri ha avuto in questo adattamento di Fate/Grand Order, ma questo episodio e il successivo riescono a renderle giustizia.
A Eridu, ancora una volta
Arrivati a Eridu, Fujimaru e Mash, accompagnati da Ishtar, si trovano di fronte qualcosa che non avrebbero mai voluto vedere.
Gli abitanti di Uruk presi come ostaggi sono costretti a combattere in duelli corpo a corpo, ad uccidersi l’un l’altro per essere risparmiati dalla progenie di Tiamat. Ovviamente è una speranza fasulla e le creature uccidono comunque i vincitori degli scontri, siano essi uomini, donne o bambini. Nessuno può salvarsi dalla loro crudeltà, nessuno può scappare.
Durante lo scontro coi Lahmu per cercare di far fuggire i superstiti apprendiamo un’altra terribile verità: le vittime delle creature diventano esse stesse Lahmu. È una verità che apprendiamo nel peggiore dei modi possibili.
Una delle creatura, invece di attaccare Fujimaru, alza una delle gambe in aria, muovendola come se stesse sventolando una bandiera bianca. Proprio come Ishtar aveva detto di fare a Siduri. Il Master e il gruppo capiscono che si tratta… Proprio di lei.
Non c’è tempo per metabolizzare la cosa: la battaglia continua, e il Lahmu-Siduri lascia il campo di battaglia.
Sul posto giunge anche Kingu, sconvolto dal comportamento delle creature che dovrebbero essere suoi “fratelli”. Uccidendo, massacrando, queste non sono superiori agli umani, tanto meno alle Bestie Demoniache.
Fujimaru, finalmente faccia a faccia con Kingu, gli rivela che il corpo di Enkidu non era presente nell’Aldilà. Pertanto è impossibile che Kingu sia stato creato da Tiamat col fango degli dei. Il corpo nel quale si trova deve necessariamente essere quello di Enkidu: questo spiega i suoi ricordi, oltre al suo affetto per Gilgamesh.
Questo episodio di Fate/Grand Order si chiude col tradimento dei Lahmu, che trafiggono Kingu alle spalle, rifiutando la sua guida e il suo stesso essere.
Non sei più necessario, gli dicono mentre rubano il Graal per portarlo a Tiamat.
Il tormento di Kingu
L’episodio 16 è completamente incentrato su Kingu. Questa trasposizione di Fate/Grand Order sta dando parecchio spazio al personaggio, abbiamo infatti già visto molti momenti dedicati a lui.
Con questo episodio il falso Enkidu raggiunge il culmine della disperazione, o meglio, riesce finalmente ad ammettere a se stesso che quella disperazione, in fin dei conti, l’ha sempre provata, dentro di sé.
Non ha mai avuto niente, né amici, né una volontà, tanto meno uno scopo proprio.
L’unica cosa che possedeva era essere il figlio di Tiamat, era combattere per lei, eppure… Eppure adesso si sente rifiutato da quella Madre che era stata l’unica ragione della propria esistenza. Realizza di essere una marionetta, una bambola sostituibile, e che in fin dei conti ciò che i Lahmu dicono di lui è vero: lui non è niente di più di un falso.
Se Tiamat non ha più bisogno di lui, se lo reputa sacrificabile e superfluo… Qual è il suo posto nel mondo? Qual è il suo scopo?
Sommerso dall’angoscia e dalla disperazione, Kingu sembra accettare il proprio destino e smette di fuggire dai Lahmu, accettando quindi di fatto la possibilità di venire ucciso dalle creature.
Chiude gli occhi, pronto a svanire per sempre…
Ma viene salvato dal Lahmu-Siduri che Fujimaru e gli altri hanno incontrato nell’episodio precedente.
Siduri, prima di sparire a causa delle ferite riportate nello scontro con le creature, gli rivolge delle parole estremamente semplici, che tuttavia rendono ancora più tormentato l’animo di Kingu.
“Grazie… Trova la felicità, ti prego, mio più caro amico, Enkidu. Hai donato al re solitario.. Una vita, una strada da seguire… Non c’è nessuno che non ha pianto la tua morte. Non c’è stato nessuno che ha l’ha dimenticata, neppure io. Perciò, ti prego, trova la felicità, Enkidu, meraviglioso ragazzo verde.”
Kingu nel sentire quelle parole scoppia in lacrime e cerca di stringere il Lahmu-Siduri, ma non fa in tempo. Questa scompare di fronte ai suoi occhi, felice di avere avuto abbastanza tempo per poterlo ringraziare.
All’inseguimento del Lahmu
Nel frattempo, Fujimaru e gli altri si sono lanciati all’inseguimento del Lahmu che ha rubato il Graal.
Nonostante riescano a fermarlo, questo viene prontamente soccorso da un misterioso servant che ingaggia battaglia col gruppo.
Si tratta di Ushiwakamaru, che non è stata uccisa da Kingu, ma corrotta e trasformata in una figlia di Tiamat e nemica dell’umanità. Il personaggio ci aveva abbandonato in uno dei precedenti episodio di Fate/Grand Order, combattendo con Gorgon.
Ushiwaka si rivela un avversario particolarmente temibile. Può infatti sdoppiarsi praticamente all’infinito. Sconfiggerla non basta a fermarla: finché rimane anche solo un dito, potrà rigenerarsi e sdoppiarsi ancora e ancora. Bisogna cercare di distruggere tutte le copie allo stesso tempo, per fermarla.
Poco dopo tuttavia scopriamo che il combattimento era solo un diversivo per permettere ai Lahmu di fuggire e, così facendo, consegnare il Graal a Tiamat.
Sconfiggere Tiamat adesso non è solo necessario: è una priorità assoluta. Se quel fango raggiungerà Uruk l’intera civiltà verrà distrutta e sarà impossibile ristabilire il principio antropocentrico nella singolarità.
Bisogna fermare Tiamat
Fujimaru e Mash, accompagnati dalle due dee, raggiungono il centro del Golfo Persico, dove Tiamat si sta muovendo per raggiungere la terraferma.
La Bestia ha braccia e gambe legate. Questo perché, deducono da Chaldea, il suo risveglio non è ancora completato e ciò la rende incapace di muoversi liberamente. Emette però un urlo colmo della propria energia magica molto pericoloso, col quale potrebbe persino distruggere Uruk.
Il fatto che Tiamat sia ancora distante dalla civiltà quindi non consola nessuno, perché potrebbe radere al suolo qualsiasi fortezza anche da quella distanza. Appurata la pericolosità della Bestia anche in queste condizioni, Ishtar si fa avanti e decide di finirla con un solo colpo.
Vediamo quindi la dea di Venere usare la sua Arma Nobile, recitando le stesse parole che utilizza nel mobile di Fate/Grand Order. Anche le animazioni utilizzate per la scena sono praticamente identiche. Personalmente, da giocatrice, ho molto apprezzato la scelta di CloverWorks di mantenere invariate formule e animazioni dei Noble Phantasm.
Ishtar scaglia quindi “Angal Ta Kigal She”, creando un esplosione gigantesca che travolge l’intero Golfo Persico.
Tiamat scompare, travolta dalla potenza di Ishtar, e tutto sembra finalmente risolto.
Il gruppo inizia a rilassarsi, così come Leonardo e Romani a Chaldea.
La tranquillità tuttavia si rivela falsa e un nuovo allarme appare sugli schermi di Chaldea.
Le fondamenta spirituali di Tiamat iniziano a ricostruirsi e le sue dimensioni, così come il suo potere magico, iniziano a crescere in modo spropositato. La Bestia sconfitta era in realtà solo il cervello: ciò che resta adesso è il corpo principale. Ed è proprio questa la minaccia maggiore.
È impossibile affrontare un mostro tanto forte senza un piano, così Fujimaru e gli altri decidono di ritirarsi e tornare ad Uruk, per pensare ad un piano d’attacco.
La notte delle strategie
Tiamat è la dea della vita. È logico che sia praticamente impossibile da sconfiggere: non possiede, di fatto, il concetto di morte. Il solo fatto che ci siano delle forme di vita attorno a lei la rende imbattibile. È l’avversario più pericoloso che Chaldea abbia mai dovuto affrontare, eppure sconfiggerla è un imperativo.
Per non farsi prendere dal panico ed elaborare una strategia efficiente, Gilgamesh domanda a Jaguar Warrior delle informazioni riguardo Tiamat.
Alla velocità attuale, risponde, ci metterà circa due giorni per raggiungere Uruk: non c’è tempo per preparare un attacco, l’unica strategia possibile è intercettarla. Ma come sconfiggerla?
Proprio in quel momento, Ereshkigal si mette in contatto con Gilgamesh dall’oltretomba, domandando perché tutti quei morti. A quel punto, al sovrano e a Fujimaru viene un’idea geniale: far precipitare Tiamat nell’Aldilà. Ucciderla, in un posto popolato solo dalle anime dei defunti, potrebbe essere possibile.
Per preparare il cancello ad Eresh serviranno tre giorni.
Così, con la certezza che fermare Tiamat non è poi così impossibile come sembrava, il gruppo si prepara ad una nuova battaglia, stavolta per fare da diversivo mentre la dea finisce di preparare il portale per l’Aldilà.
Non bisogna prepararsi a morire, dice Gilgamesh, bensì prepararsi a combattere per sopravvivere un altro giorno.
Potete trovare a questi link i focus sui precedenti episodi di Fate/Grand Order: Zettai Majuu Sensen Babylonia:
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