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Wotakoi – L’amore non è diverso per gli otaku

Febbraio, lo sanno tutti, è il mese dell’amore. È il periodo che molti innamorati preferiscono e attendono, e come potevo, proprio questo mese, non consigliarvi uno dei migliori anime degli ultimi anni sul tema?

Oggi parliamo di Wotakoi: Love is Hard for Otaku, serie pubblicata a partire del 2014 su Pixiv. Successivamente fu spostata su ComicPool ed è attualmente ancora in corso.

Lo ammetto: non ne sto parlando solo perché siamo a febbraio. Recentemente, infatti, il titolo è sbarcato anche da noi grazie a Planet Manga, che lo propone con un’edizione con sovraccoperta e pagine a colori simile a quella originale.

Wotakoi – Love is Hard for Otaku Volume 1

Dalla serie è stato anche tratto un adattamento animato concluso in 11 episodi. L’anime, uscito nel 2018 e prodotta da A-1 Pictures, è reperibile in maniera del tutto legale su Amazon Prime Video.

Il titolo è rivolto prevalentemente ad un pubblico di donne, ma per le sue caratteristiche penso possa essere apprezzata da chiunque. Di che tratta? Molto semplice.

Narumi Momose è una ragazza sopra i vent’anni che si è da poco trasferita per lavoro. Un po’ dormigliona, non troppo attenta al lavoro e con la testa fra le nuvole, nasconde un segreto: è una otaku e una fujoshi.

La ragazza se ne vergogna, al punto che ha deciso di lasciare il precedente posto di lavoro proprio perché il suo segreto era stato scoperto.

Nel nuovo posto di lavoro rincontra un amico di infanzia: Hirotaka Nifuji. Ed è proprio in quel momento che la sua copertura salta.

Hirotaka le domanda se ha già acquistato i biglietti per la prossima fiera del fumetto. Anche il ragazzo è appassionato di anime e manga. Scopriremo più avanti che è un grande amante dei videogiochi: passa ore e ore, persino la sua pausa pranzo, a giocare alla propria console, e a differenza di Narumi non si vergogna di dichiarare il proprio essere. È un gamer, non gli importa di essere giudicato per questo.

La trama è molto semplice, potrebbe sembrare banale, ma la serie risulta piacevole proprio a causa della sua semplicità.

Non ci sono grandi drammi o intrecci narrativi. Ciò che Wotakoi ci mostra sono delle coppie, dei ragazzi che si amano, degli amici che si vogliono bene e, al tempo stesso, condividono le proprie passioni che non sentono di potere mostrare a nessun altro.

Divertenti (e familiari) gag

Wotakoi è una serie familiare.

Per certi versi sembra estremizzare dei comportamenti, è vero, ma sfido qualsiasi appassionato a dire di non essersi trovato, almeno una volta, coinvolto o spettatore di una discussione molto simile a quelle qui rappresentate.

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Gli esempi? Fin troppi!

In un episodio, ad esempio, i quattro protagonisti discutono su chi sia la migliore protagonista di Neon Genesis Evangelion. O, ancora, numerosi sono i riferimenti a giochi popolari come Monster Hunter o Pokemon, oltre a decine di anime e alla cultura otaku in generale.

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I riferimenti sono impossibili da non cogliere per degli appassionati, proprio perché è qualcosa a noi familiare. A differenza di altre serie nelle quali le gag derivano da situazioni o fattori che non sempre conosciamo, Wotakoi difficilmente lascia lo spettatore disorientato. Non ridiamo semplicemente per qualcosa che vediamo, ma per qualcosa che sentiamo, almeno in parte, nostra.

Questa familiarità provoca un’immersione completa dello spettatore. Ci sentiamo coinvolti, quasi partecipi degli argomenti che i personaggi affrontano, ridiamo di loro e con loro, per temi che conosciamo.

Affrontare le proprie insicurezze… Verso se stessi

La trama e le numerose gag potrebbero farci pensare che questa serie sia solo ad unicamente finalizzata al divertimento. Cosa assolutamente vera, se non fosse che il nucleo attorno al quale ruota tutto è un altro.

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Wotakoi è una serie che affronta il problema dell’accettazione di sé. E lo fa in maniera per niente prolissa, né pesante, ma con qualche scenetta fra amici, con semplici battute e confidenze che tutti potremo fare al nostro partner.

È un titolo che non dimentica mai la sua leggerezza e spontaneità e non mette sulle spalle dello spettatore dilemmi esistenziali che gli rimarranno una volta terminata la visione. Questo è, ai miei occhi, il suo più grande pregio.

Percepiamo immediatamente il senso di dovere essere all’altezza delle aspettative che gli altri hanno nei nostri confronti tipico della società giapponese e non solo. Ciò è accompagnato dal timore di essere giudicati male per il proprio amore nei confronti di manga, anime o videogiochi. Cose che abbiamo sentito tutti almeno una volta nella nostra vita.

Narumi si sente insicura proprio come potrebbe sentirsi una persona qualunque, e con tutte le sue precedenti amicizie ha sempre cercato di nascondere le proprie passioni. Teme che gli altri possano giudicarla male, escluderla, e tende a soffocare questi suoi interessi con chi sa non appartenere “al suo mondo”.

Hirotaka, d’altra parte, cerca di farle capire che il giudizio degli altri non importa, che l’importante è stare bene con se stessi. Se ciò che la fa star bene sono le sue passioni, allora ben vengano.

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…E verso gli altri

Il problema dell’insicurezza non viene affrontato solo in relazione al proprio essere, ma anche rispetto alle relazioni con gli altri.

Il migliore esempio in questo senso è sicuramente il personaggio di Hanako.

Hanako, ad esempio, è molto insicura, sebbene questo traspaia poco a causa del suo mostrarsi fin troppo orgogliosa. È in realtà fragile, timorosa ma restia a parlare agli altri dei propri problemi.

Nel quarto episodio di Wotakoi vediamo emergere tutte le sue insicurezze in un dialogo toccante con Kabakura, il suo fidanzato.

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La loro relazione è… strana. Si conoscono da anni, sono molto più in confidenza di Narumi ed Hirotaka (e proprio per questo la ragazza li invidia), ma litigano molto spesso. Il loro rapporto è così, certo, è iniziato con piccoli litigi dettati non dall’odio, ma dall’orgoglio di entrambi, ed è inevitabile che continui così per come sono. I due accettano questi piccoli screzi ed incomprensioni come parti essenziali della loro relazione.

Eppure, nonostante all’apparenza entrambi stiano bene così, Hanako è terrorizzata.

Ha paura che lui si stanchi di lei, che lui abbia smesso di amarla, o che stia con lei soltanto perché condividono le stesse passioni e trovare un’altra con gli stessi interessi sarebbe difficile.

In questo episodio l’atmosfera comica e leggera dell’opera scompare temporaneamente e viene sostituita da toni seriosi, da dialoghi che non possono non toccare dentro qualsiasi spettatore che, almeno una volta, si sia sentito insicuro riguardo una relazione affettiva.

I due alla fine parlano di queste insicurezze, si confidano e confrontano. Così emerge un altro fondamentale messaggio: non basta accettare se stessi per essere felici, bisogna anche vivere bene anche con le persone che ci circondano.

Tenersi tutto dentro non è mai la soluzione, e farlo ci porterà inevitabilmente a soffrire ed essere infelici, soprattutto se abbiamo qualcuno vicino col quale pensiamo di non poter parlare.

Affrontare le proprie insicurezze con chi ci sta accanto è spesso il miglior modo per risolverle. Hanako e gli altri protagonisti lo hanno imparato sulla propria pelle.

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Conclusioni

Alla fine la caratteristica principale di Wotakoi, parlare di argomenti “otaku”, diventa solo un mezzo per veicolare altri messaggi. È uno sfondo sul quale si svolgono le vicende di due storie d’amore estremamente normali, con problematiche nelle quali chiunque può rispecchiarsi.

Il nodo attorno al quale ruota tutta la serie, in maniera sottile ma costante, è proprio questo: accettare se stessi, divertirsi e fare ciò che piace e ci fa star bene con le persone che amiamo.

Solo così potremo essere felici, e Wotakoi lo dimostra molto bene.

E così il titolo stesso della serie “Love is hard for otaku” viene in realtà continuamente messo in discussione.

Non è vero che l’amore è difficile per gli otaku, non è neppure diverso. Questa breve serie riesce a dimostrarlo egregiamente, con simpatia, leggerezza e un estremo realismo.

L’insicurezza, il sentire di non essere abbastanza, temere che forse non sei quella giusta per il ragazzo che ami, sono tutte paure comuni ad ogni persona sulla terra. Problemi come i timori del primo appuntamento, della prima uscita a coppie con gli amici sono cose che tutti hanno affrontato. E non cambia nulla se amiamo i videogiochi, i film o qualsiasi altra cosa.

Se riusciremo a vivere bene con noi stessi e con chi ci circonda l’amore non sarà mai difficile.

 

 

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Daniela Reina

Daniela Reina

Nel tempo libero viaggia attraverso tempo, spazio e mondi di fantasia in compagnia di qualche buona lettura. Il suo manga preferito è Berserk, l'anime Neon Genesis Evangelion.

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